2018: dieci indimenticabili frammenti di sport… oltre il tennis

Non solo le imprese di Nadal, Federer e Djokovic in questo 2018. Ecco 10 dei più importanti ed eclatanti eventi accaduti nel mondo dello sport durante quest'annata densa più che mai di emozioni

[tps_title]1.CURLING MASCHILE[/tps_title]

GIOCHI OLIMPICI: 24 FEBBRAIO. Pyeongchang, Gangneung Curling Centre (Corea del Sud).  Stati Uniti – Svezia 10-7: miracolo sul ghiaccio.

John Shuster, Tyler George, Matt Hamilton e John Landsteiner: rispettivamente skip, third, second e lead della squadra più improbabile di tutti i tempi. Shuster sembra il tipico padre di famiglia che si concede una colazione a base di pancakes abbondantemente innaffiati da sciroppo d’acero ed esce dalla sua casetta per andare al lavoro  dopo aver portato fuori la spazzatura. Tyler George incarna lo stereotipo del fratello maggiore che ogni ragazzino vorrebbe avere, sempre pronto a cimentarsi in ogni sport con esiti disastrosi. Matt Hamilton, dal baffo volitivo ed esuberante, assomiglia al classico meccanico sporco di grasso che ti accoglie nell’officina più scalcagnata della cittadina di provincia più anonima d’America. John Landsteiner pacioccone e sorridente me lo immagino sbarcare il lunario vestito da Santa Claus durante le feste ululando bonariamente “oh oh oh !” e scuotendo il campanaccio in allegria. Questi sono i componenti della squadra di curling degli Stati Uniti  e la loro storia merita di essere raccontata. Shuster, insieme a Landsteiner e  altri due differenti compagni di sventura, disputa delle pessime olimpiadi a Sochi 2014: arriva penultimo con un mediocre bilancio di due vittorie e sette sconfitte. Perfidamente i media americani coniano dei neologismi come “Shustering” e “Shustered” che diventano sinonimi di vergognoso fallimento. A quel punto la federazione USA gli dà il benservito: “Sorry guy, good luck…ma non abbiamo più bisogno di te per il prossimo quadriennio”, il povero Shuster subisce l’umiliazione di essere “licenziato” via email. Non si arrende, incontra Matt Hamilton e decidono insieme di fondare una squadra, si allenano a tempo perso perché ora devono lavorare…a tempo pieno, ma ci mettono impegno e serietà. Decidono di battezzare la loro formazione Reject Team che potrebbe essere interpretato liberamente con la definizione “gli scarti”. Torneo dopo torneo scalano la graduatoria nazionale, si aggiudicano il campionato a stelle e strisce nel 2017 e nel 2018, si impongono, tra lo stupore generale, ai trials americani: il posto per Pyeongchang è loro di diritto ! La competizione olimpica comincia tutt’altro che bene: due vittorie e quattro sconfitte, sono con le spalle al muro. Per qualificarsi alle semifinali devono vincere gli ultimi tre match che li vedrà opposti al Canada che sta al curling come il Brasile sta al calcio, alla Svizzera che vanta una grande tradizione e alla Gran Bretagna che non è altro che la fortissima Scozia sotto mentite spoglie. Come va a finire ? 9-7, 8-4 e 10-4, completo trionfo. In semifinale gli Usa se la devono vedere ancora una volta con un Canada desideroso di rivalsa e che non ha mai perso due volte con la stessa squadra in un torneo, ma non c’è niente da fare: l’aurea benedetta che protegge Shuster continua a imperversare e nel derby nordamericano gli yankees si impongono per 5-3. E’ giunto il momento della finalissima: Davide contro Golia. Il Reject Team contro la superfavorita Svezia di Sua Maestà Niklas Edin, due volte campione del mondo e sei volte campione d’Europa. Tutto sembra apparecchiato a puntino per regalare agli scandinavi il titolo olimpico. Il match si mantiene in equilibrio, Edin cerca di scrollarsi di dosso Shuster, ma Shuster non molla, allora il capitano svedese si innervosisce e commette qualche errore, lo score si mantiene in parità: 5-5. All’ottavo dei dieci end che compongono l’incontro c’è la svolta decisiva: lo skyp vichingo compie uno svarione clamoroso allungando uno stone oltre il centro, Shuster ha un’occasione d’oro e con una bocciata magistrale estromette dalla “casa” (il bersaglio circolare rosso e blu in cui si contano le stones valide) le due “pietre” superstiti dell’avversario, rimangono ben cinque stones americane a marcare altrettanti punti, evento più unico che raro nel curling. Gli Usa prendono il largo: 10-5. Il Reject Team esulta senza freni, gli svedesi sono paonazzi e non credono a quello che sta succedendo, i volti sono tirati e la loro proverbiale impassibilità non riesce a nascondere lo sconforto. Dopo aver recuperato solo due punti nel successivo end, alla  squadra gialloblù  non resta altro da fare che stringere la mano agli statunitensi e arrendersi prima del limite. Punteggio finale: 10-7. Shuster, George, Hamilton e Landsteiner contengono l’entusiasmo, confusi e tramortiti dallo straordinario risultato che hanno raggiunto. Campioni olimpici, onore e gloria agli scarti!

usa1

10 comments
  1. Bravo Nick, sapevo che il resoconto più lungo sarebbe stato quello sul ciclismo, ma non avrei mai immaginato che se la sarebbe giocata fino all’ultimo col curling. Una carrellata di emozioni raccontata con precisione e stile, al di sopra delle parti. Bravissimo

    1. Grazie. Eh si, col ciclismo sono andato via liscio come l’olio…e non mi sono accorto di quanto stessi “allungando”. Come si dice ? Non si interrompono le emozioni ! 🙂 Comunque sia ho cercato di essere equilibrato e se devo proprio scegliere le storie che ho scritto con più piacere allora opto per le quattro delle Olimpiadi Invernali.

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