Accordo Fit e Uisp: sono davvero tutti d’accordo?

Il 16 Marzo è stato firmato da Angelo Binaghi e Vincenzo Manco, direttori di Fit e Uisp, il sospirato Accordo. Restano ancora comunque molte perplessità a riguardo e il dubbio che il tutto sia stato fatto veramente a favore del tennis

Dopo una lunga odissea che si trascina da anni, in questi giorni è stato dato l’annuncio tanto atteso di un Accordo fra la Federazione Italiana Tennis e la Uisp, unione italiana sport per tutti.

La disputa verteva su alcuni punti, e in particolar modo sul problema delle doppie affiliazioni dei club di tennis. Infatti chi sceglieva questa opzione, che permetteva di rendere fruibile il tennis sia dagli agonisti sia dai dilettanti, era obbligato a pagare più del triplo di affiliazione alla Fit rispetto a chi decideva di essere esclusivamente centro Fit.

Tutto questo non giovava certo né alla diffusione del tennis, né alla sopravvivenza dei centri, che potendo proporre un ventaglio di attività ai propri soci, avrebbero avuto  di che sostentarsi sia per la gestione dei centri, sia per l’attività agonistica certamente più prestigiosa ,e indispensabile per un parco di giovani, ma molto più dispendiosa.

La questione si è spinta oltre i limini, tant’è che qualche mese fa la questione è stata portata in Parlamento dal parlamentare Vaccari, e precisamente sarebbe arrivata davanti al Garante della concorrenza per ristabilire i ruoli fra due società per nulla in sovrapposizione. Se non ché improvvisamente sembra si sia giunti a un Accordo.

La Fit ha rinunciato alla quota maggiorata in caso di doppia affiliazione, ma ha evitato il Garante, e soprattutto d’ora in poi la Uisp avrà le mani legate su eventuali contenziosi che potrebbero sorgere con la FIT,  infatti da adesso in poi le eventuali controversie tra i due enti saranno risolte soltanto dalla Giunta del CONI 

L’accordo stipulato vede comunque la Fit prevalere sulla Uisp soprattutto per quanto concerne i tornei, infatti

la  UISP potrà organizzare liberamente tornei rivolti solo ai propri tesserati,

mentre in caso di tornei UISP rivolti anche ai tesserati FIT, dovrà essere  la FIT a concedere l’autorizzazione.

Per quanto riguarda la formazione sportiva poi,  gli allenatori UISP potranno fare attività solo per i propri affiliati, mentre per l’attività federale i giocatori dovranno essere formati dalla FIT

Sul sito della Uisp si legge «I vertici del Coni hanno dato un decisivo contributo» e Vincenzo Manco, presidente Uisp  conferma «Siamo stati al tavolo della negoziazione con i valori e lo spirito che ci contraddistinguono: trasparenza, lealtà e difesa del diritto allo sport per tutte le persone. Apprezziamo il ruolo svolto dal CONI e dal suo presidente Malagò nel giungere a questo accordo»

Anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, sembra soddisfatto “Sono felice perché il mondo dello sport dimostra, ancora una volta, di saper risolvere le questioni al suo interno con grande lungimiranza e rispetto”.

Meno convinto di questo accordo sembra invece Gabriele Bettelli, responsabile Uisp dei rappoti col Coni che oggi afferma “In questi giorni è comparsa sul sito della Federtennis una comunicazione che, in sostanza, sostiene che gli unici abilitati a fare formazione sarebbero loro. Cosa non vera, visto che il Coni riconosce la formazione degli Enti nel proprio ambito associativo, e che i circoli affiliati alla Federtennis possono fare attività solo con la federazione e con i maestri da essa formati, pena sanzioni disciplinari.

Questo atteggiamento intimidatorio verso i circoli è per noi ovviamente inaccettabile e, lo ricordiamo di nuovo ai dirigenti federali, vìola i principi di libero associazionismo sanciti dalla Costituzione di questo paese. Siamo pronti a difendere i nostri diritti in ogni sede, anche se pensiamo che uno scontro tra soggetti sportivi, che rischia di andare oltre l’ambito dell’ordinamento sportivo, nuoce prima di tutto al tennis ed ai suoi appassionati e praticanti. Per questo preferimmo aprire celermente quel tavolo”

Sembra quindi che questo “Accordo” di cui si dicono tutti felici in realtà non sia ancora perfettamente calzante alla realtà italiana, facendo prevalere ancora una volta gli interessi degli enti, che si salvano sempre,  a discapito dei “lavoratori del tennis” e dello stesso tennis

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