Ernests Gulbis mette a nudo l’ipocrisia nel tennis

Ernests Gulbis, ex semifinalista al Roland Garros, spiega a Sport360 come l'atteggiamento verso di lui sia cambiato radicalmente per lui da quando non è più un top ten

Appena due anni or sono il lettone Ernests Gulbis era approdato alle semifinali del Roland Garros, battendo tra gli altri tennisti del calibro di Roger Federer e Tomas Berdych. Quello fu il suo acuto maggiore, raggiungendo la top 10 il lunedì seguente.

Oggi è diventato, dopo due anni di luci e ombre, perlopiù le seconde, numero 80 del mondo con solo 5 vittorie nei tabelloni principali di quest’anno, di cui una contro Andreas Seppi in questo Roland Garros. Il motivo di questo suo calo è da imputare, tra le altre cose, ai problemi che ha avuto al polso e alla schiena in questi ultimi due anni.

DIFFERENZE – “E’ un mondo così diverso quando giochi bene, tutti ti vogliono nei tornei, tutti ti mettono nei campi principali e tutti cercano di soddisfarti. Due anni fa ho giocato le semifinali qui e quest’anno i giocatori che giocano sul campo 18 sono stati trattati come la merda.”

“Ho chiesto ‘è un buon campo questo per la partita?’ e mi hanno detto ‘no, vai in campo’. Lo staff tecnico non ha neanche un posto per guardare la partita. Mi stanno mancando di rispetto perché tutti vanno lì, danno il loro meglio, dobbiamo giocare nella neve come a Monaco, in un clima freddo, in un clima caldo, non importa, nessuno se ne frega, andiamo lì diamo il nostro meglio e non c’è un comportamento democratico, per niente.”

“La gente che è nella mia stessa situazione deve implorargli per stare in campo da solo per un’ora a qualunque ora durante il giorno. E poi vedi giocatori teste di serie che stanno lì per 2 ore da soli con il coach. Come puoi competere? Noi abbiamo a disposizione un’ora in quattro persone contro un ragazzo che si è preparato bene, tutto perfetto…”.

IL SISTEMA – Non so come funziona il sistema. Stiamo vivendo in una democrazia dove tutti siamo uguali o come funziona qua? Se qualcuno può spiegarlo capirò, magari poi raggiungo di nuovo la top 10. Ma non voglio.”

“Gioco le qualificazioni, non c’è nessuna possibilità che qualcuno ti dia una wild card, non sono fortunato ma mi piace questa situazione. Perché quando cominci da giovane, tutto va bene, non noti che tutti stanno baciandoti il culo, solo perché sei un bravo tennista. La società tennistica ha la memoria corta. Giochi male per un paio di mesi e questo è quanto. Magari se non sei top 3 o 4 che gioca costantemente bene da anni allora no, ma ragazzi come me…”.

DIMITROV – “Non voglio far paragoni. Ma Dimitrov sta faticando un po’, è stato top 10, è un ottimo giocatore, quanto ci vorrà per far si che la gente lo tratti in maniera diversa? Se gioca un altro anno male è nella mia stessa posizione. A volte è ingiusto ma ti fa tornare motivazione.”

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