Provocare è il mio mestiere, parola di Ernest Gulbis

La storia di Ernest #Gulbis, tra momenti divertenti e dichiarazioni fuori dall'ordinario.

Nato a Riga il 30 agosto del 1988. Servizio esplosivo dall’alto del suo metro e novanta, rovescio definito da Patrick Mouratoglou uno dei migliori del circuito, apertura di diritto che…neanche Keanu Reeves o Patrick Swayze sopra le onde in Point Break allargano tanto le braccia, il tennista lettone ha lasciato, tuttavia, che una vita tutta genio e sregolatezza prendesse il sopravvento sulla sua sopraffina ars tennistica. Così che dopo avere raggiunto i quarti di finale al RG a soli diciannove anni il ragazzo di Riga si è, diciamo, perso per strada. Lasciando che fossero le sue bravate e le sue esternazioni a far parlare di lui.

Fin dagli esordi Ernest, in onore ad Hemingway, si è sempre contraddistinto all’interno del circuito ATP per la sua unicità. Giocatore di talento, come dicevamo, ma irregolare. Tutto genio e sgretolatezza Gulbis si è principalmente costruito la sua reputazione per la sua franchezza e il suo bizzarro senso dell’ umorismo. Figlio unico di Ainars Gulbis, magnate dei media e dell’energia, e Milena Pucite, una famosa attrice teatrale e cinematografica, con la quale ha anche recitato all’età di 6 anni, Gulbis, spesso intervistato proprio sulle sue origini più che ricche, una volta quando nel maggio 2012 gli venne chiesto se possedesse anche un jet privato, rispose così : “Sì, e gli elicotteri, un sottomarino e una navicella spaziale. Nella mia vita tutto è arrivato, non ci pensavo nemmeno e non mi impegnavo più di tanto. Tanto le cose succedevano. A scuola, mai avuto problemi. Il tennis? Tutto facile. Riuscivo in tutto senza sforzi”, ha dichiarato Ernest qualche tempo fa. Già a soli quindici anni ottenne, però, questa poco incoraggiante previsione dal coach Niki Pilic presso la cui Academy si stava allenando insieme ad altre giovani promesse tra cui un certo Novak Djokovic: è troppo ricco per diventare forte”.

Di quel breve periodo Ernest ricorderà, invece, questo aneddoto: “Ero con Novak Djokovic alla Tennis Academy di Nikki Pilic (a 14-15 anni); lui era già superprofessionale… con noi c’era un croato che già a quell’età pensava soprattutto alle ragazze. Si vestiva figo, profumato, occhiali da sole, per corteggiarle. Vedo Novak e lui che fa? Stretching! Ricordo che Novak mi disse ‘Sì, puoi avere tutte le ragazze del mondo, ma per avere successo nel tennis devi fare così. Me lo ricordo bene ancora. Ed era un ragazzo di 15 anni!”. Di contro Nole, di quel periodo, dirà: “So che cosa vorresti sentire… So che è uno che ama scherzare sempre. Abbiamo sempre avuto un buonissimo rapporto. Non dividevamo la stanza, ma le stanze erano vicine. Ci allenavamo e giocavamo anche a carte, guardavamo la tv, ci conosciamo davvero bene. Era uno sempre super entusiasta della vita e potevi vedere che voleva godersela… a braccia aperte (e ride), se posso esprimermi in un modo politically correct”.

Nel 2009, a Stoccolma, Gulbis trascorre una notte in prigione, accusato di aver adescato una prostituta. Sarà rilasciato, dopo aver spiegato che non era a conoscenza della professione del giovane donna. “Io se esco con una ragazza, non chiedo che mestiere fa e se lo domandano a me, dico che sono un musicista o qualcosa del genere. E comunque al commissariato ci sono finito per come ho reagito alla polizia”, disse Gulbis in quella occasione. Poi commenterà dicendo: “E’ stato eccellente, davvero eccellente, un esperienza molto divertente. Penso che tutti dovrebbero andare in prigione almeno una volta.”, disse al Telegraph nel 2010.

Dopo essere precipitato, nel 2012, al numero 136 del il mondo, Gulbis torna nella top 50 l’anno successivo. Ed alla stampa che lo incalza sulla sua permanenza in top 100, risponde cosi: Ho davvero avuto le palle per vedere chi era nella top 100. Ci sono giocatori che non so nemmeno chi siano. Alcuni, scusate, con tutto il rispetto che dobbiamo loro, nemmeno sanno giocare a tennis. Quand’ero ragazzo mi chiedevo: “Perché devo allenarmi e far fatica quando ho tante opportunità? La playstation, la tv…”. E così l’adrenalina: quand’ero più giovane mi saliva solo su certi campi contro certi avversari.”

Poi in una intervista rilasciata alla L’Equipe , il 29 maggio 2013, Gulbis, allora numero 40 del mondo, se la prese con i fab four, Federer-Nadal-Djokovic-Murray, rei a detta sua di essere troppo noiosi durante le interviste. “Sono noiosissimi, nelle loro interviste ci sono troppe frasi fatte, non le leggo più. Che belle, invece, le interviste dei pugili che, al peso, si urlano di tutto in faccia, e trasmettono emozioni”. Ovviamente non mancarono le risposte dei diretti interessati. Dopo avere battuto prima Re Federer e poi Thomas Berdych, Ernest, raggiunge a maggio 2014 le semifinali al Roland Garros.

A ben sei anni di distanza da quei quarti che lo avevano proclamato come nuova giovane promessa del tennis. Nella conferenza stampa post-partita rispose così quando gli viene chiesto se spera che le sue due sorelle minori, anche esse giocatrici, un giorno diventino brave come lui: “spero proprio che non continuino…perché per le donne è una difficile scelta di vita. Una donna deve godersi la vita un po’ di più, deve pensare a farsi una famiglia e dei bambini. E a quali bambini puoi mai pensare se fino ai 27-28 anni sei un tennista professionista!?”.

Prima di venire sconfitto da quello stesso Novak Djokovic che lo eliminò sei anni prima ai quarti, Ernest disse: “Prima non mi allenavo e non ero concentrato, ora ho capito cosa devo fare per vincere. Ma le racchette continuo a spaccarle. Io rispetto tutti i campi, devo rompere almeno una racchetta su ogni campo del pianeta. Non potevo permettermi di mancare di rispetto al centrale del Roland Garros. Ho preso decisioni sbagliate, non sono stato abbastanza vigile su certi aspetti del mio fisico e dell’allenamento. Mi allenavo poco perché non ne avevo voglia. Sono stato costante solo quattro mesi l’anno e ho preso decisioni bizzarre: certe volte scappavo in Lettonia e non facevo nulla anche per dieci giorni.

Da due anni che mi alleno a Vienna (con il suo nuovo coach Gunter Bresnik), ho saltato solo un allenamento! L’ho chiamato alle 7 del mattino e gli ho detto: “Gun, non posso venire. Ho fatto troppo tardi, stanotte”. Ha capito. Ma non è più successo, ve lo può confermare!” Non rimpiango nulla, ora sono in una posizione migliore, magari non come tennista, ma come persona di sicuro, proprio per via di questi alti e bassi”. “Mi piace l’Opera, adoro la musica di Philip Glass, Pierre Boulez e Irmin Schimdt, se esco la sera e inizio a bere, lo faccio per tutta la notte. Mi piace l’Olanda, la marijuana è legale. Noi tennisti non possiamo fumarla, ma l’idea mi piace”.

Dopo avere raggiunto la top ten proprio in occasione del RG 2014 adesso Ernest è numero 82 del mondo. Eliminato dagli AO, sotto il sole cocente di Melbourne, da Jeremy Chardy 13-11 al quinto set ha disputato, ieri, vincendolo per 6-3 6-4 il primo turno del torneo indoor di Montpellier. Ad attenderlo c’era, la testa di serie numero uno e padrona di casa Richard Gasquet. Un’altra ex-giovane promessa. Anche egli spesso chiacchierato e con un rovescio da manuale che tuttavia non gli ha permesso di raccogliere quanto avrebbe meritato per il contributo dato a questo magnifico sport. Il match si è concluso con un doppio 6-4 in favore del francese.

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