Richard Branson: giocare a tennis fa bene agli affari!

Il magnate della Virgin racconta come il gioco del tennis lo abbia aiutato nel mondo degli affari. Sviluppando la capacità di lottare sempre punto su punto, senza guardare troppo agli errori commessi ma concentrandosi sempre sulle nuove opportunità.

I HAD A DREAM – Nato 67 anni fa a Blackheat, un distretto alle porte di Londra, Sir Richard Charles Nicholas Branson da bambino sognava di giocare sul campo centrale di Wimbledon, oggi, se solo volesse, potrebbe tranquillamente acquistare tutto l’ “All england lawn tennis and croquet club”! “Sono sempre stato un appassionato tennista e da bambino sognavo di giocare sul campo centrale di Wimbledon” dice Branson. “Sicuramente non avevo il talento per diventare un giocatore professionista ma, sono comunque rimasto un amatore per tutta la vita.  Adoro il patos, l’intensità e  le emozioni che può regalare una partita di tennis. Ed è anche un buon metodo per rilassarti e stare in forma.”

STORIA DI UN IMPERO – Richard Branson lascio gli studi a 16 anni. A quell’età fondò la sua prima azienda: il giornalino della scuola. Appena quattro anni dopo, nel 1970, fondò la Virgin: un’azienda che si occupava di vendere musica per corrispondenza. Ben presto aprì un negozio di dischi in Oxoford street e nel 1972, Mike Oldfield, il primo artista sotto contratto per la Virgin, inaugurò il nuovo studio di registrazione di Richard Branson per la registrazione del suo capolavoro “Tubolar Bells”. Da lì in poi, la storia della musica è passato tutta per le mani di Branson: Sex Pistols, Culture Club, Rolling Stones…. Oggi, il patron della Virgin, ha un patrimonio personale netto stimato intorno ai 5 miliardi di dollari. Il gruppo Virgin è costituito da circa 200 società sparsi in oltre trenta nazioni con interessi che spaziano dai viaggi, all’intrattenimento, alla musica, alle bevande, ai giochi per computer, ai servizi finanziari…..Ma il lavoro non è la priorità di Sir Richard Branson. “Come tendo a sottolineare in ogni occasione il lavoro è per me una delle tante attività della vita. E non in  questo sicuramente superiore al gioco. In particola modo al gioco del tennis. Sappiate che i metodi che ho imparato per migliorare il mio tennis possono essere tutti applicati negli affari.”

LO SPORT FA BENE – E, aggiungiamo noi, se non vi fidate delle  parole di uno dei più grandi uomini d’affari del pianeta potete considerare uno interessante studio del 2014 fatto dalla Cornell University sul legame tra sport e carriera, secondo cui è dimostrati come le persone che hanno praticato almeno uno sport a livello agonistico durante la loro adolescenza, sono in grado di sviluppare vantaggi competitivi unici nel mondo del business. Quali? Spiccate doti di leadership, alti livelli di autostima e fiducia nelle proprie potenzialità. Un mix vincente per una carriera brillante

“L’aspetto mentale del tennis mi ha sempre affascinato”. continua Branson. Hai un avversario dall’altra parte della rete ma in realtà il tuo vero nemico è te stesso. Devi essere forte mentalmente per potere rendere al meglio e devi essere bravo a buttarti subito gli errori alle spalle. Una delle più grandi lezioni che ho imparato dal tennis è che bisogna giocare “punto su punto”, come si dice in gergo. Non bisogna rimunginare troppo sugli errori commessi ma piuttosto essere pronti a ripartire. Il gioco del tennis così come il mondo degli affari si muove così velocemente che se perdi solo qualche secondo di troppo a piangere sul latte versato vedrai le migliori opportunità passarti davanti e perderai il match.”

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Branson dopo il passaggio dell’uragano Irma su Necker island

NECKER CUP – Branson organizza ogni anno nella sua isola privata la Necker Cup ovvero come ama definirla lui “il più divertente ed esclusivo torneo rivolto sia ad amatori che professionisti di tutto il mondo.” Un torneo che mischia professionisti ATP/WTA e vecchie glorie con amatori di tutti i livelli che grazie ad un sistema di punteggio ad handicap riescono a competere tra di loro. Ci sono delle squadre formate da un pro e due amatori. Ma sopratutto tutti gli ospiti e le celebrità partecipano poi ad un asta finale in occasione della cena di gala i cui guadagni vengono interamente devoluti in beneficenza   Sono stai raccolti circa due miliardi nell’ultima edizione! Quest’anno per colpa dell’uragano Irma il torneo verrà disputato nella vicina Baha Mar. L’isola privata di Branson è stata, infatti, colpita dalla furia dell’uragano. Lo stesso Branson che non ha voluto lasciare l’isola, ha potuto saggiare la forza dell’uragano dall’interno della sua cantina, un bunker di cemento armato, dove si era rifugiato in compagnia di altri amici per sfuggire alla devastazione di Irma.  “Un’atmosfera inquietante ma stupenda” twittava, apsettando Irma, Branson che ha poi lanciato una campagnia di raccolta fondi a favore delle popolazioni delle Isole Vergini Britanniche colpite dall’uragano.

Normalmente Brason si allena anche due volte al giorno: la mattina e la sera. Quando si trova nella sua isola privata diposne infatti di un coach personale. “Al momento sto lavorando sul rovescio, da sempre il mio colpo più debole. Sto facendo molti esercizi per rafforzare il mio polso e la mia tecnica. Non è importante quanto ti alleni ma la qualità dell’allenamento”, dice il magnate britannico.

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