Stan Wawrinka: “Cresciuto nell’ombra di Federer. La sconfitta occasione per migliorare”

Un inedito Stan Wawrinka si é raccontato ai microfoni della stampa. Dalla sua camera d’albergo di Chennay dove ha vinto il suo terzo titolo consecutivo, ha regalato perle di saggezza e confessioni sul suo gioco, sul suo rapporto con i “Big Four” e sul modo giusto per affrontare le sconfitte.

Un inedito Stan Wawrinka si é raccontato ai microfoni della stampa. Dalla sua camera d’albergo di Chennay dove ha vinto il suo terzo titolo consecutivo, ha regalato perle di saggezza e confessioni sul suo gioco, sul suo rapporto con i “Big Four” e sul modo giusto per affrontare le sconfitte.

Due anni fa, Wawrinka, batteva Nadal nella finale degli Australian Open e conquistava il suo primo titolo del grande Slam. Appena, tre settimane dopo avere vinto il torneo di Chennay.  L’anno scorso, Stan, interrompeva la cavalcata di Novak Djokovic verso uno storico Grande Slam battendolo in finale a Roland Garros. Ed aggiudicandosi il suo secondo titolo dello Slam.

Quest’anno, Stan ha già vinto l’Aircel Open di Chennay battendo in finale il giovane croato, Borna Coric, per 6/3 7/5. Il diciannovenne Coric, testa di serie numero otto del torneo ed alla prima apparizione in un torneo da 480.000 $, ha ammesso come la potenza del servizio, del diritto e del rovescio dello svizzero non gli abbiano lasciato scampo.

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Con due titoli del grande Slam in bacheca, oggi Wawrinka, non è più una sorpresa. “Ho perso molti match nel corso della mia carriera”, dice Stan. Come recita il tatuaggio che porta sull’avambraccio sinistro: “Ho provato. Ho fallito. Non importa. Riproverò. Fallirò meglio“. Stan dice di avere raggiunto la consapevolezza del fatto che perdere faccia parte della vita. “Nessuno vince sempre. Il punto è: come ognuno di noi reagisce di fronte ad una sconfitta? La sconfitta può essere una buona occasione per migliorarci. Un’opportunità per analizzare i nostri errori. Invece di vederla come un fallimento possiamo sfruttarla per capire dove e come possiamo migliorarci”.

“Probabilmente, continua lo svizzero (che può vantarsi di condividere con Andy Roddick l’avere battuto, almeno, tre volte tutti i “Big Four”: Nadal, Djokovic, Murray e Federer) il fatto di avere giocato contro i migliori quattro del mondo mi ha aiutato parecchio.
Quando giochi contro giocatori più forti sei sempre sotto pressione e questo ti spinge a migliorare. Mi rendo conto che non potrò mai raggiungere il loro livello dice Stan con grande modestia ma, giocara con loro, sicuramente, può aiutarmi a ridurre il gap che ci separa. Ho giocato con Roger fin da piccolo. E ho appreso parecchio da lui. Come una spugna. L’essere connazionali mi ha consentito di crescere nella sua ombra”. 

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Il colpo più apprezzato dai fan di Wawrinka è il suo rovescio ad una mano. Potente ed esteticamente eccabile. Ma, Stan dice di avere iniziato a giocare con il rovescio a due mani. Fino all’età di undici anni. Quando, poi, su consiglio del suo primo allenatore passo ad un rovescio più tradizionale. Sono stato un grande fan di Pete Sampras , Alex Corretja e Patrick Rafter. “Giocavano tutti un bellissimo rovescio ad una mano. Non ho cercato di imitarli ma, sicuramente mi hanno influenzato parecchio. Molte persone credono che la potenza provenga dal braccio ma, non è così. Tutto sta nelle gambe e nelle spalle. Solo così puoi ottenere forza e precisione”.

di F.Messina

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