Qualificazioni Australian Open: ben 9 italiani al via, chi ha più possibilità di arrivare nel tabellone principale?

Analizziamo insieme le caratteristiche e le condizioni attuali dei 9 alfieri che rappresenteranno l'Italia nelle qualificazioni dei prossimi Australian Open

Tra i 128 giocatori che prenderanno parte alle imminenti qualificazioni per l’Australian Open, figurano anche 9 nostri compatrioti; un risultato davvero niente male che dimostra come il tennis maschile tricolore, pur non avendo un vero e proprio top player in grado di arrivare in fondo nei grandi tornei, stia attraversando un buon momento, essendo una delle nazioni con più rappresentanti tra i top 300.

Anche se, in assenza del tabellone completo con tutti gli accoppiamenti, per il quale dovremo attendere ancora qualche settimana, è praticamente impossibile fare previsioni, proveremo comunque ad azzardare qualche pronostico, basandoci sullo stato psico-fisico e sull’adattabilità alla superficie rapida di Melbourne Park dei “Magnifici 9”.

Con il forfait (per recuperare al meglio dai soliti fastidi al ginocchio, inizierà la stagione a metà gennaio nel Challenger di Koblenz) abbastanza prevedibile del nostro uomo di punta, Simone Bolelli, che tre anni fa qui in Australia lottò quasi alla pari con il Re dell’ultima edizione, “Sua Maestà” Roger Federer, i due cavalli di razza su cui puntare maggiormente saranno Stefano Travaglia e Matteo Berrettini. “Steto”, dopo aver centrato il main draw nel 2017 a Wimbledon e agli Us Open, va a caccia di un clamoroso tris, che potrebbe lanciarlo definitivamente verso la top 100. “Berretto” invece è solo alla sua seconda partecipazione nel tabellone cadetto di uno Slam, ma ha tutte le carte in regola per tentare il colpaccio. A New York fu eliminato quasi subito dal baby prodigio greco, Stefanos Tsitsipas, al termine di un match serratissimo, vedremo se stavolta ce la farà a spingersi più avanti.

L’azzurro che si presenta ai blocchi di partenza con il miglior ranking è Marco Cecchinato (110 ATP) e pertanto sarà testa di serie al sorteggio. Affronterà quindi avversari con una classifica inferiore, sulla carta più scarsi; il problema è che il 25enne siciliano non è certo un giocatore da cemento, avendo festeggiato la stragrande maggioranza delle sue vittorie sull’amata terra rossa. Sarà complicato per lui essere tra i “16 fortunati” che passeranno alla fase successiva, però uno/due step può superarli tranquillamente.

Anche Alessandro Giannessi è cresciuto sulla terra, ma rispetto a “Ceck” ha frequentato molto di più le altre superfici, con discreti risultati tra l’altro (su tutti l’Us Open 2016, dove si arrese con onore al secondo turno al futuro vincitore Stan Wawrinka). Inoltre il ligure, avendo assaporato, soprattutto nella seconda metà del 2017, il circuito maggiore, ha acquisto una certa esperienza che potrebbe essergli parecchio utile a Melbourne contro rivali più giovani e meno avvezzi a determinati palcoscenici. Non sarà ovviamente uno dei favoriti, ma con un buon tabellone potrà dire la sua e diventare uno degli outsider della competizione.

Nella truppa italiana ci sono altri due NextGen oltre a Berrettini: Stefano Napolitano e Lorenzo Sonego. Entrambi classe ’95 ed entrambi piemontesi, sono esplosi a un anno di distanza: il primo si è fatto conoscere verso la fine del 2016, quando vinse a Ortisei il suo primo Challenger, mentre il secondo si è rivelato al grande tennis pochi mesi fa, succedendo al pupillo di Riccardo Piatti nell’albo d’oro della kermesse trentina e facendo finale a Ismaning, oltre ad alcuni exploit a livello Futures. Per “Sonny” si tratta dell’esordio assoluto in uno Slam, “Napo” invece ha già preso confidenza con questi tornei e il secondo turno all’ultimo Roland Garros, partendo dalle quali, sembra confermarlo. Accomunati da un destino comune, l’augurio è che arrivino a braccetto anche nel tabellone principale degli Australian Open. Il talento ci sarebbe anche, ma per adesso forse non basta…

Completano il gruppo Luca Vanni, Salvatore Caruso e Andrea Arnaboldi. Il gigante toscano, essendoci riuscito l’anno scorso, sa come si fa a raggiungere qui a Melbourne il main draw dopo essere passati indenni dalle forche caudine del tabellone cadetto. Visti i recenti risultati, appare utopico pensare di ripetere la cavalcata della passata edizione, però con “Lucone” nulla è scontato: se ritrova le giuste sensazioni, potrebbe dare del filo da torcere a chiunque e smentire i pronostici. “Salvo” è un giocatore versatile, per cui può fare bene sul cemento, tuttavia è forse troppo “leggerino” per poter battere uno dopo l’altro tre tennisti più potenti di lui. “Arna” infine cercherà con il suo stile vario e imprevedibile di far girare la testa ai suoi avversari a furia di smorzate e discese a rete. Nel 2016 si fermò sul più bello, speriamo che questo sia l’anno buono per compiere il passo decisivo. Ci vorrà un’impresa ma, per chi detiene il record del match più lungo nelle qualificazioni di uno Slam (contro il neo campione di Davis, Pierre-Hugues Herbert, nel 2015 a Parigi), nessuna vetta, neanche la più impervia, è impossibile da scalare…

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