“Mio padre è jamaicano, mia madre è tedesca…”. L’importanza del multiculturalismo secondo Dustin Brown

Dustin Brown, il giocatore tedesco noto per le sue prodezze in campo e la sua vita fuori dagli schemi, per la pagina "Behind the Racquet" ha parlato della sua storia e delle difficoltà di integrarsi in Germania e in Jamaica.

Giorni fa vi avevamo parlato di “Behind the Racquet”, la nuova pagina social creata dal tennista statunitense Noah Rubin dove vengono raccolte alcune dichiarazioni di tennisti professionisti che si svelano su un piano più intimo e personale, oltre i loro risultati in campo. Tra tutte, le parole che hanno destato più attenzione sono state quelle del tennista tedesco (ma di padre jamaicano) Dustin Brown, che parla delle sue difficoltà di integrarsi quando, da ragazzino, ha vissuto in Germania e poi in Jamaica, due Paesi completamente opposti, dove si è sentito “diverso”:

“Mio padre è jamaicano e mia madre è tedesca. Sono nato in Germania nel 1984 e poi mi sono trasferito nel 1996 in Jamaica. Dentro di me sento di avere entrambe le culture. Ho iniziato a parlare tedesco prima nelle scuole in Germania, poi inglese nella high school in Jamaica. Entrambi i Paesi sono parte di me, ma allo stesso tempo, crescendo, mi sentivo un po’ un “outsider” in entrambi. Ero un giovane di colore che cresceva in Germania, quando il razzismo era prevalente, e ho dovuto farci i conti molto spesso, a scuola o al tennis, e fu molto dura per me. Nella mia zona c’erano solo tre ragazzi di colore e stranamente un paio erano metà giamaicani come me. Ma poi, quando tornai in Jamaica, ero conosciuto come il “ragazzo tedesco”: il mio inglese era buono, ma si sentiva l’accento tedesco. Così fui molto felice quando questo accento se ne andò via dopo qualche anno. Anche se è sempre stato difficile per me, sono sempre stato in grado di adattarmi. Sia in Germania che in Jamaica, due Paesi completamente opposti, sono stato in grado di cambiare a seconda della cultura e della società dove mi trovavo. Credo che la differenza non sia tanto essere bianchi o neri, ma in generale è ciò che gli altri vedono in te come “diverso”.

 

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“My dad’s Jamaican and my mother is German. I was born in Germany in ’84 and moved around ’96 to Jamaica. I pretty much have both cultures inside of me. I started out with speaking German at the schools in Germany and then speaking English in high school in Jamaica. They are both a part of me but at the same time, growing up, I was a little bit of an outsider in both places. A colored kid growing up in Germany, when racism was prevalent, which I definitely had to deal with it often, whether at school or tennis, was very tough. There were maybe three colored kids in our area and weirdly enough a couple were even half jamaican. Also on the other side, going back to Jamaica, where I was a black kid, I was still known as the German boy. My english was good but they still heard my German accent. I was really happy when that went away after a few years. It’s always been a little difficult for me but I’ve been able to adapt. Whether German or Jamaican, which are completely opposite, I change based on the culture I am dealing with. I believe it’s not necessarily being black, it’s what anyone sees as different. They will pick it out and target it.”

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