Pianeta Challenger: la storia di Darian King

La storia di Darian King che fa sognare l'isola di Barbados. In questa stagione ha vinto tre Challenger, prossimo obiettivo la top 100.

Nell’immenso mondo dei tornei Challenger capita di trovarsi di fronte a giocatori con storie particolari ed emozionanti da raccontare. Oggi vi racconteremo la vita di un tennista appartenente ad un paese fuori dalla geografia tennistica, ma che presto potrà avere un suo top 100.  Stiamo parlando dell’isola di Barbados facente parte delle Piccole Antille, situata sul confine tra il mar dei Caraibi e l’oceano Atlantico con una popolazione che supera di poco i 200 000 abitanti. L’isola appartenente al continente nordamericano per la prima volta nella storia ha vinto almeno un torneo Challenger in quest’annata (insieme a Cina, Norvegia e Irlanda). Il protagonista è Darian King che ha piazzato addirittura una tripletta nella seconda parte di stagione: Cali, Binghamton, Stockton.

LA STORIA- ma com’è arrivato fin qui? Si sa, la passione sportiva di molti bambini del mondo è il calcio, non certo il tennis, e se poi aggiungi che nel tuo Paese il campo pubblico è rigorosamente in erba,si gioca con racchette da padel e palline arancioni depressurizzate come può nascere un buon giocatore? Eppure a volte la vita ti sorprende, proponendoti strade che non avevi mai pensato di poter percorrere. Ed è quello che è successo a King che all’età di 9 anni è stato spinto a provare a giocare con suo fratello Christopher (attualmente suo allenatore), i risultati sono ottimi e conquistano il torneo e quindi vengono invitati nel centro giovanile delle Barbados. Dopo qualche anno emerge Darian che ben presto raggiunge i top 50 under 18, partecipa ai giochi olimpici giovanili e quindi entra nel mondo del professionisti. Dal 2010 al 2012 a seguirlo è Roger Smith, ex allenatore di Sloane Stephens, ma è con coach Martin Blackman, attuale responsabile del settore junior USTA, che arriva il salto di qualità. Nel 2012 arrivano i primi successi ITF ma è nel 2015 che arriva il primo salto di qualità, con la conquista di ben 6 titoli futures. E quindi arriva la grande stagione appena trascorsa con la tripletta sopracitata e il ranking che recita: 152 ATP, con best ranking al n.130.

ORGOGLIO DAVIS- non è facile difendere la propria Nazione in Coppa Davis quando hai un numero 2 senza ranking, o quasi. Invece per Darian King è un Davis man puro e si è tolto anche qualche soddisfazione. L’esordio risale al 2009, età 16 anni, risultato da dimenticare: doppio 6-0 contro Ivan Endara (Ecuadoriano, attualmente 487 ATP) ma poi non si è più fermato ed ha portato le Barbados nel gruppo 1 della zona americana battendo tennisti di tutto rispetto del calibro di: Gonzalo Lama e Christian Garin o, in doppio, Victor Estrella-Burgos. Attualmente la squadra barbadiana disputa il gruppo 2 ma comunque i successi e l’attaccamento alla maglia del loro numero 1 non sono passati inosservati dall’ITF che l’ha premiato con una wild card ai giochi olimpiadi di Rio de Janeiro.

LA MACCHIA DELLA SQUALIFICA- in tutte le storie però c’è sempre un neo, e c’è anche in quella del barbadiano. I fatti risalgono al Challenger di Charlottensville nel 2014: durante l’incontro opposto ad Edward Corrie, dopo aver perso un punto fondamentale, King ha scagliato la racchetta contro il telone ma, sfortunatamente, questa – toccando terra- è finita sulla schiena di una giudice di linea che si è fatta male (o almeno così ha fatto credere) e quindi il nordamericano è stato squalificato.

I PROGETTI PER IL 2017- ha giocato anche tornei ATP, nel 2015 si è qualificato per la prima volta a Washington poi è apparso in altri tornei minori portando a casa 17 vittorie, ma l’acuto non è ancora arrivato. Non ha mai giocato Masters 1000 e tornei del Grande Slam ed è questo il suo obiettivo per la prossima stagione, a Melbourne giocherà per la seconda volta le qualificazioni e con il suo ottimo adattamento al cemento potrebbe scrivere un’altra storia per il suo paese, sognando la top 100!

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