No, non è già un de profundis. Anche perché significherebbe che la sua carriera abbia già raggiunto l’apice – cosa non vera – ma si tratta semplicemente di un analisi dei fatti attuali. È palese che il rendimento della promessa tedesca non stia rispettando le attese. In questo 2018, più che la consacrazione, stiamo vedendo una sorta di involuzione di Zverev o – più precisamente – un “incartamento”. Goethe direbbe “i dolori del giovane Sascha”, visto che il tedesco sta facendo di tutto per rendersi la vita impossibile. Il carattere, la tenacia e la determinazione che l’avevano spinto fino alla top 5 in breve tempo si sono trasformate in una fragilità disarmante. In parole povere, Sascha al primo momento di difficoltà, molla.
Per questo motivo, mi sembra superfluo parlare di limiti tecnici – i quali, è vero, ci sono ancora – oppure degli evidenti meriti degli avversari nel caso di partite recuperate, perché il più grande ostacolo del piccolo Zverev sta proprio nella sua testa. Ancora è ignoto il motivo per cui, dopo una roboante e vittoriosa partenza, il legame tra Sascha e Ferrero si sia interrotto. Ognuna delle due parti ha la loro versione: Ferrero accusa Zverev di scarsa professionalità, Alexander risponde – in sintesi – che nessuno deve dirgli cosa deve fare. Ecco, forse è questo il grande problema attuale che sta portando Sascha a perdere partite già archiviate. L’ultima uscita a Indian Wells è solo la coda di un lungo serpentone. Zverev ha perso una partita contro un avversario abbordabile – Sousa – dopo essere stato avanti 5/2 nel primo e 4/1 nel terzo set. Come non ricordare anche la impalpabile uscita contro Seppi a Rotterdam o la manifesta inferiorità mostrata contro Del Potro ad Acapulco. Inoltre, è ancora fresca nella memoria degli appassionati la partita contro Chung agli Australian Open: Zverev conduce due set a uno, ma perde al quinto con un inaccettabile 6/0.
Solo la Davis sembrava aver messo in luce la versione migliore di Zverev, la quale non appare con continuità dall’estate scorsa. Il finale ombroso di 2017 poteva essere giustificato con una stanchezza derivata dalla conquista di grandi traguardi come il best ranking o l’approdo alle Finals, ma partite come quella contro Coric agli Us Open o quella con Sock alla O2 Arena si stanno ripetendo inesorabilmente. Se a questo aggiungiamo il primo titolo ATP di Khachanov, la semifinale di Indian Wells di Coric e l’ottima stagione di Chung, il quadro risulta ancora più complesso. L’unico elemento che pare resistere è la classifica: nonostante tutto, Sascha sarà ancora numero 5 del mondo – Del Potro permettendo – ma a breve siamo in primavera e i punti inizieranno a scalare. Zverev dovrà fare di tutto per tornare subito in carreggiata – come minimo – e dimostrare di essersi tolto di dosso quel fastidioso cartello riferito ai suoi risultati: “AAA Cercasi”.
Crescerà mentalmente!!! Del resto e’ molto giovane tempo al tempo!
Deve solo maturare, perche’ tecnicamente e’ un ottimo giocatore.
È giovane .deve trovare. Continuità
Grande pallone gonfiato, un prodotto creato dal marketing. Si è trovato top ten senza meritarlo, solo per gli infortuni di altri giocatori
Non sono per niente d’accordo. Ha vinto due 1000, uno in finale contro Federer e l’altro contro Djokovic (che funzionava ancora). Più altri ottimi risultati. La realtà è che è molto giovane.
Sono d’accordo… Però la finale con Federer la ha giocata da solo.. RF era bloccato dal mal di schiena…