Andy Murray straniero in patria – La rabbia dei tifosi britannici contro il campione che si era schierato per il Sì all’indipendenza della Scozia

Quelli dell’All England Club devono aver tirato un gran sospiro di sollievo questa mattina. Il Regno Unito resta Unito e il più grande sportivo scozzese contemporaneo, Andy Murray, continuerà a giocare per la Corona britannica. L’esito del referendum sull’indipendenza della Scozia ha visto infatti la vittoria dei “No” con il 55% dei voti. E non è servita nemmeno la presa di posizione di Murray a favore dell’indipendenza, resa pubblica attraverso Twitter all’alba del “Ref day”, per cambiare le sorti della consultazione popolare.

Il campione britannico, che per 18 mesi fino a ieri aveva sempre mantenuto un basso profilo a riguardo, dichiarandosi imparziale, nel giorno del voto ha sorpreso tutti schierandosi apertamente per il “Sì”. Se fino a qualche tempo fa Andy si diceva sicuro che “gli scozzesi prenderanno la decisione più giusta e io sarò con loro qualsiasi sia l’esito del voto”, ieri twittava “Oggi è un grande giorno per la Scozia! Le campagne per il “No” di questi ultimi giorni non hanno influenzato il mio punto di vista. Eccitato di scoprire i risultati. Dai facciamolo!”.

Senza dubbio una mossa audace la sua. Ha dimostrato un “braveheart”, un coraggio, di certo non alla William Wallace, ma che comunque non aveva mai mostrato nemmeno in campo durante una partita. Una posizione che tuttavia si poteva prevedere, dopo la sua ormai celeberrima risposta “anyone but England” a chi gli chiedeva per chi avrebbe tifato ai Mondiali di calcio del 2006, ma che sembrava si fosse moderata fino al punto di preferire la Gran Bretagna. Non a caso, attualmente Andy vive nella contea inglese di Surrey con la sua ragazza inglese Kim. Anche per questo motivo lui non avrebbe potuto votare al referendum così come un milione di suoi connazionali che vivono fuori dai confini scozzesi.

È dunque ancor più ammirevole la sua scelta di rendere pubblico il suo pensiero. In fondo, Andy si è allineato alla posizione della sua famiglia: la madre Judy, che è anche la capitana della squadra femminile britannica in Fed Cup, pur non esprimendosi mai pubblicamente, in privato si dice che abbia sposato la causa scozzese, mentre il fratello Jamie giusto ieri twittava “Amo il Regno Unito, amo la famiglia reale, ma è arrivato il tempo per la Scozia di stare in piedi sulle sue gambe e di essere artefice del suo destino”.

Una scelta, quella del campione scozzese, dettata dal cuore. Che non ha saputo reprimere e che ora lo esporrà alle inevitabili polemiche e alla rabbia dei tifosi britannici. E infatti la sua popolarità oltremanica è in caduta libera. Molti dei suoi 2,7 milioni di followers commentando il suo tweet si sono detti delusi e lo hanno apostrofato come “idiota” e “traditore”. Non solo. Sappiamo come nei sobborghi e nelle periferie inglesi ci siano persistenti sacche di xenofobia. E probabilmente da una di queste si è fatto vivo tale Harry S: “Ti dovevano uccidere a Dunblane, miserabile anti-britannico piccolo spregevole ipocrita. Che la tua vita sia miserabile d’ora in poi”. Il riferimento è al massacro di Dunblane nel 1996: Andy frequentava la scuola in cui un uomo armato uccise 16 bambini e la loro insegnante.

Parole pesantissime con cui tuttavia i personaggi pubblici devono purtroppo fare conto ogni giorno. Un altro troll, tale Lush Juan, ha postato “Andy Murray può prendere la sua ultranoia e la sua str**** di madre attraversare il confine tornarsene nel paese delle pecore e rimanere lì”.

Insomma, col senno di poi avrebbe fatto meglio a non esporsi. Ma non si può non ammirare il suo coraggio, anche se tirato fuori solo all’ultimo momento. Mossa controproducente dal punto di vista politico (perché tardiva e quindi non in grado di influire sulle sorti del voto), da quello economico (non certo gradita ai suoi sponsor che hanno visto la sua popolarità scendere in picchiata) e sportiva: perché oggi Andy potrebbe ritrovarsi straniero in patria e la freddezza inglese nei suoi confronti potrebbe aumentare. Ma naturalmente solo quando perde!

A ogni modo, per smorzare qualsiasi tensione, riportiamo una dichiarazione di Andy Murray che mai come in questa occasione ha dimostrato una saggezza e una maturità sempre più difficile da riscontrare nel mondo dello sport: “Io sono orgoglioso di essere scozzese ma sono anche orgoglioso di essere britannico. E penso che non ci sia nessuna contraddizione in questo”.
Let’s go Andy, siamo con te!

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