ATP Miami: Andy Murray è il primo finalista

La giornata odierna ha visto giocare la prima semifinale maschile del torneo di Miami tra Andy Murray e Tomas Berdych. Entrambi vengono da importanti vittorie anche se il maggior minutaggio in campo dello scozzese preoccupa particolarmente i suoi fan, non sicuri al 100% di una sua vittoria oggi. Il ceco però non riesce ad approfittare della differenza di freschezza fisica, rinunciando troppo ad attaccare e subendo troppo il gioco logorante del suo avversario.

Fin dai primi scambi la tensione si accumula tutta sulle corde del numero uno ceco, cedendo tra lo stupore generale il primo game di servizio a zero. Probabilmente neanche l’inglese si aspettava una partenza così in discesa e lo ciò coglie impreparato. Anche lui non riesce a far suo il primo game di servizio, e Berdych ne approfitta per pareggiare i conti e ricominciare da capo.

Per lui si inizia a delineare un tetro scenario, tanto da riconsegnare nuovamente il break al suo avversario, che stavolta però non restituisce ulteriormente il favore. Tolti gli ultimi due game caratterizzati da altrettanti break, sul cemento di Miami non si scambia molto e i game scivolano via veloci, con Berdych che non riesce a pungere in risposta, merito anche della buona percentuale di prime messe a segno dall’inglese, oltre tre su quattro.

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La seconda, suo rinomato punto debole, si conferma tale, vincendo solo il 17% di punti in questo primo set. Nonostante ciò nei punti decisivi la prima c’è quasi sempre, stroncando sul nascere ogni tentativo di rimonta da parte del ceco. Murray infatti controlla ogni suo game in scioltezza, aggiudicandosi il set alla prima occasione utile dopo appena 47 minuti di gioco.

Durante il secondo parziale entrambi hanno un calo al servizio ma ciò non permette comunque al ceco di ribaltare la situazione. L’avvio del set è il medesimo del primo, con una sfilza di tre break e controbreak affilati, che terminano con Murray in vantaggio. Anche qui il ceco è alquanto inoffensivo in risposta, sbagliando molto e risultando incapace di rientrare in partita. Le percentuali di efficienza al servizio sono simili per Murray, non permettendo in alcun modo a 29enne ceco di vincere punti decisivi.

Gli unici game che vanno oltre i sei punti giocati, oltre ai break all’inizio, sono quelli in cui a servire è Berdych, e ciò è segno di una grande giornata in battuta per Murray, che, se mantenuta anche nella finale, eventualmente contro Isner, ma anche contro Djokovic, potrebbe dargli una grande mano. Ora è ben conscio che una buona battuta può seriamente indirizzare una sua partita, soprattutto quando può fare a meno di quella maledetta seconda di servizio.

A Murray d. T Berdych 63 64

Di Simone Marasi

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