Babbo Natale regala allenatori

Dopo ore di tesi colloqui, la fumata bianca svetta sulla ridente oasi spagnola e Toni, abbigliato con un rosso mantello, proclama ad alta voce "Annuntio vobis gaudium magnum; habemus allenatore: Eminentissimum ac Reverendissimum Carlos Moya".

Sotto minaccia di querela ed arresto immediato, mi è stato impedito dall’ATP di fare battute sull’attuale (o presunta) calvizie di Rafa Bisio Nadal, protettore dei deboli e Santo Patrono degli oppressi, ormai da lungo tempo assente ingiustificato tra i banchi del circuito maschile.
Tra i tanti, c’è chi con convinzione afferma di essersi persino dimenticato di lui, gioendo platealmente della sua assenza, per poi, dopo qualche istante, nascondere la testa nel sottosuolo come struzzo impaurito, mugugnando a denti stretti il mantra proibito che recita “Wimbledon 2008”.
Contemporaneamente, una setta massonica si riunisce in gran segreto nei sotterranei trivellati dell’isola di Manacor, dove, tra lo stupore generale, la famiglia Nadal decide di aggiungere un nuovo membro al proprio esclusivo clan, perché, d’altronde “squadra che vince non si cambia, ma se non si vince mai allora qualcosa si dovrà pur fare”.
Dopo ore di tesi colloqui, la fumata bianca svetta sulla ridente oasi spagnola e Toni, abbigliato con un rosso mantello, proclama ad alta voce “Annuntio vobis gaudium magnum; habemus allenatore:
Eminentissimum ac Reverendissimum Carlos Moya”.
Il popolo accoglie la lieta novella con un uniforme urlo di approvazione.
Ebbene dunque, dopo lunghe ed incessanti meditazioni (durate trent’anni, meglio del Dalai Lama), Rafa accoglie a sè un nuovo collaboratore, amico di gioventù e, giusto per continuare la gloriosa tradizione, pallettaro per eccellenza.
Non fraintendetemi, però.
Sono più che convinto che questa decisione non possa far altro che migliorare l’attuale condizione del menomato mancino, portando nella sua vita, e in quella di tutto il gruppo, una nuova ed inaspettata ventata di aria fresca. Certo, non sarà l’uomo giusto per portare innovazione dal punto di vista del gioco, ma diciamocelo, un buon compagno di allenamento, a sua volta giocatore di alto livello, gioverà in maniera concreta alla fragile psiche della statua di cristallo, che ha deciso, sotto effetto di potenti droghe fattegli assumere dal malvagio Rod Laver, di dedicare la sua seconda gioventù (bruciata) ad una carriera da doppista, spostando la propria cittadinanza nei pressi della rete come un Edberg qualsiasi.
A Natale puoi, fare quello che non puoi fare mai…

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