Boris Becker: “I Fab Four non esistono più”

L'ex campione tedesco: "Con Thiem e Zverev non si può più parlare di solo quattro giocatori top"

Il tedesco Boris Becker, ex numero uno del mondo, direttore sportivo del tennis maschile della Federazione Tedesca, ex campione di Wimbledon ed ex allenatore di Novak Djokovic lo dice chiaramente: “I quattro grandi non esistono più”. Ecco le dichiarazioni dell’intervista ad Eurosport.

Credo che i media sportivi debbano rassegnarsi al fatto che i quattro grandi non esistano più. E’ un momento difficile per loro perché continuano a presentarsi ai giovani come la prossima generazione. Ma con Zverev e Thiem sono arrivati due che non solo hanno consolidato la loro presenza in top ten, ma entrambi lo hanno fatto per il secondo o terzo anno consecutivo. Per cui i mezzi di comunicazione devono inventare nuovi termini per descriverli.

Nonostante questo, Becker crede che eguagliare i 10 titoli vinti da Rafael Nadal al Roland Garros sia un traguardo che nessuno raggiungerà: “Credo che sia poco probabile. Perché non solo ne ha vinti dieci, ma ha giocato dieci finali. La maggior parte dei giocatori ne avrebbe persa una o due, lui non ne ha persa nessuna. Ed è una statistica eccezionale.

Il tedesco, inoltre, difende la decisione di Roger Federer di saltare la stagione su terra: “Ha il diritto di prendere la sua decisione. Credo che abbia dato tanto a questo sport e che noi non dobbiamo mettere in dubbio le sue ambizioni o altro, avrà la sua opportunità a Wimbledon. Ha 36 anni, qualche sacrificio doveva farlo.

Becker si è anche rammaricato di non essere mai riuscito a vincere a Parigi: “Ci ho provato, sono arrivato tre volte in semifinale, ma alla fine devo ammettere che non ero sufficientemente bravo per vincere al Roland Garros. Non era questione di nervi. Ho perso contro Wilander, contro Agassi, erano meglio di me sulla terra. Ho avuto la mia  opportunità contro Stefan Edberg in un incontro al quinto set, mi sarei confrontato contro Michael Chang che aveva 17 anni. Ma ho vinto tanto, non devo lamentarmi di ciò che non ho vinto.

E poi ha comparato l’era di McEnroe, Lendl, Connors e Wilander con la più recente di Djokovic, Murray, Federer e Nadal e ha assicurato di non poter decidere se quelli avrebbero avuto un’opportunità contro quelli di oggi: “Non voglio dire se un’era sia stata meglio dell’altra. Negli anni 80 avevamo le racchette di legno e avevamo scarpe diverse. Ogni generazione è geniale a modo suo. Non direi che giocatori come Lendl, McEnroe e altri non abbiano possibilità contro i giocatori di oggi.

 

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