Brian Baker torna in campo dopo due anni di stop

Il tennista americano Brian Baker, noto a tutti per i suoi interminabili infortuni, è finalmente tornato in campo agli Australian Open.

In pochi se ne sono accorti, perchè il suo rientro non è andato proprio bene, ma Brian Baker, tennista americano universalmente noto per i suoi infortuni, è finalmente riuscito a tornare in campo.

In pochi posso dire di aver avuto una carriera, in negativo, come quella di Brian Baker, scopriamo perchè ripercorrendola passo passo: le disavventure dell’americano iniziano a Wimbledon 2005 quando, mentre era impegnato nel suo match di qualificazione contro Djokovic, si infortuna al legamento collaterale mediale. Partecipa agli U.S. Open nello stesso anno, battendo Gaston Gaudio (numero 9 del seeding e vincitore del Roland Garros l’anno precedente), ma si deve operare all’anca a dicembre; quando era vicino al ritorno, viene costretto a subire una ricostruzione del gomito che lo tiene fermo per due anni.

Nel 2007 prova a tornare in campo, ma la guarigione non perfetta dopo gli infortuni lo costringe a stare fermo epr 4 anni. Nel 2011 è costretto a giocare nel circuito futures per ricostruirsi una classifica, e nel 2012 riesce a giocare con continuità: proprio in quell’anno, infatti, raggiunge prima la finale del torneo di Nizza (partendo dalle qualificazioni per poi perdere da Almagro), e poi si arrende solo al quinto set contro Simon al secondo turno del Roland Garros. A Wimbledon dello stesso anno parte dalle qualificazioni e raggiunge il quarto turno, perdendo da Philip Kohlschreiber. Nel 2013 gioca agli Australian Open, ma al secondo turno è costretto al ritiro per una lacerazione del menisco. Conclude il 2013 giocando gli U.S. Open e perdendo da Hewitt al primo turno.

Da quel 2013 Baker non ha più giocato, ma ha dimostrato una tenacia enorme, riuscendo a riprendersi per tornare in campo: l’americano ha infatti partecipato agli Australian Open di questo anno perdendo, però, al primo turno da Simone Bolelli per  7-6 7-6 6-7 7-6.

 

 

 

 

Vediamo cos’ha da dire Baker della propria carriera in quest’intervista rilasciata per l’ATP il giorno prima del suo ritorno in campo:

ATP: Si dice che tornerai in campo in questo 2016

Braian Baker: Si, sono andato poco tempo fa dal medico, per una sorta di ultimo checkup, e gli è piaciuto quello che ha visto. Ha detto che sono libero di allenarmi quanto e come voglio, ovviamente senza esagerare.

ATP: Era ancora il ginocchio a darti problemi?

Braian Baker: Si, il mio ginocchio destro è il problema principale. Mi sono lacerato il menisco laterale nel 2013 in Australia. Mi sono riposato bene, ma quando ho ricominciato a giocare, ha iniziato a gonfiarsi; non credevo fosse una cosa seria, e quindi ho continuato a giocarci sopra prima di capire quanto seria fosse la situazione. Mi sono sottoposto ad alcuni interventi di pulizia, ma non sono serviti a molto. Sono arrivato al punto che potevo giocare con intensità solo un giorno o due per poi dovermi fermare, e questo non mi faceva di certo bene. Si è tramutato in un difetto della cartilagine. Non era niente di importante, ma c’ho giocato troppo sopra, e mi sono dovuto operare alla fine del 2014; c’ho messo molto a riprendermi.

ATP: Ormai c’hai fatto l’abitudine ai ritorni, quali sono i tuoi sogni e le tue speranze per il 2016?

Braian Baker: Non voglio assolutamente mettermi pressione– non dovrei dirlo perchè sono super competitivo quando scendo in campo- ma non voglio mettermi troppa ansia, perchè ho ricominciato a giocare solo a settembre e non sono ancora riuscito ad arrivare a livelli intensi di allenamento. So che non giocherò benissimo all’inizio dell’anno, ma finchè resto in salute il mio gioco tornerà, prima o poi. Devo abituarmi di nuovo, non gioco contro top-50 o top-30 da un sacco di tempo e tornare in campo sarà duro; per questo dovrò essere intelligente con la mia programmazione, i miei allenamenti e tutto il resto. Come si sa, sono propenso ad infortunarmi, spero di riuscire ad imparare da questi e ad avere un po’ più di fortuna.

ATP: Ti conforta sapere che i migliori giocatori raggiungo l’apice solo verso la fine della decade da ventenne e molti giocatori giocano ancora bene a 30 e più?

Braian Baker: Questo dimostra definitivamente che si può giocare più a lungo di una volta. Molte volte il segreto sta in come ci si allena, in come si mangia. La cosa negativa è che tutti loro anno avuto degli anni come trampolino di lancio che io non ho avuto; d’altro canto, la medicina moderna ti permette di giocare molto più a lungo di qualche anno fa.

ATP: Durante il tuo ultimo ritorno, nel 2012, hai detto che non hai mai abbandonato la speranza. E com’è nel tennis? E’ per la naturale essenza di questo sport, quello che ami di più, che ti ha fatto continuare a sperare? Sarebbe stato più facile per te tornare a studiare e lasciare il gioco.

Braian Baker: Questa è una domanda legittima. E’ semplicemente una cosa che faccio da tutta una vita, da quando avevo 3 anni, tutta la mia famiglia è nel tennis. E’ semplicemente qualcosa che amo fare. E’ uno di quelli sport dove hai molto controllo di quello che succede. Se ti impegni negli allenamenti e lavori duro, il giorno della partita giocherai e vincerai. Non devi pensare a nessun’altro se non te. Sei te quello che dirà l’ultima. Mi è mancato viaggiare, giocare i grandi slam. Come hai detto, nessuno mi ha obbligato a tornare. Potevo fermarmi quando volevo. Sono andato avanti col college, mi sono laureato a maggio. Ma ho sempre amato questo sport, la competizione e giocarsi il tutto per tutto ogni volta.

ATP: Ci sono state un sacco di ragazze americane ad alto livello negli ultimi anni, ma è sempre mancato qualcosa a livello maschile. Ora sembra che ci sia una rinascita maschile: Tommy Paul, Taylor Fritz, Reilly Opelka, William Blumberg. Cosa pensi del loro potenziale?

Braian Baker: Quando stavo aiutando la USTA quest’estate c’erano Tommy, Reilly e Francis Tiafoe. Ho pensato che erano davvero forti. Penso che almeno qualcuno di loro riuscirà ad avere una carriera piena di successi. Non voglio metter loro alcuna pressione perchè sono molto giovani, ma sono sicuro che questo gruppo raggiungerà grandi successi.

ATP: Avresti qualche consiglio per loro?

Brian Baker: Prendetevi cura del vostro corpo [ride]

ATP: Qualcos’altro?

Brian Baker: Si incentra tutto nell’accettare gli alti e i bassi. La maggior parte delle volte non riuscirai ad avere il successo a 18-19 anni come quando ne avevi 15 venti anni fa. Il gioco è diventato molto più fisico. Credo che quei ragazzi abbiano davvero una buona predisposizione mentale. Ho parlato con loro, e forse non sono così propensi al lasciarsi andare, ma sanno accettare gli alti e i bassi. Non sono mai troppo felici o troppo tristi.

 

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