CINCINNATI: le pagelle del circuito Atp. Un immenso Federer batte l’indomabile Ferrer. Deludono Murray e Djokovic.

Cincinnati ci ha restituito un grande e intramontabile Roger Federer, ma soprattutto ha rimescolato un po' le carte sui valori e le chance degli altri big.

Archiviati i due Master 1000 di Toronto e Cincinnati, ci apprestiamo ad assistere all’ultimo Slam della stagione. Uno Us Open che si preannuncia all’insegna dell’equilibrio, almeno stando ai risultati delle ultime due settimane sul cemento americano. Cincinnati ci ha restituito un grande e intramontabile Roger Federer, ma soprattutto ha rimescolato un po’ le carte sui valori e le chance degli altri big.

Le pagelle dei protagonisti del Western & Southern Open di Cincinnati 2014:

Federer, voto 9
Roger è indiscutibilmente l’uomo da battere in questa fase della stagione. Dopo la sconfitta in finale a Wimbledon è tornato più determinato che mai e in America ha dimostrato di essere in gran forma, giocando ininterrottamente ad alti livelli per due settimane tra Toronto e Cincinnati. Ma non c’è tempo per celebrare il suo 80esimo titolo in carriera, che lo svizzero deve concentrarsi subito su Flushing Meadows. Perché ora ha l’opportunità di tornare a vincere uno Slam. Con Nadal ancora fuori per l’infortunio al polso e Djokovic in evidente fase calante, non può perdere questa occasione. Carpe diem, Roger!
Immortale.

Ferrer, voto 8
Se ne parla sempre troppo poco dello spagnolo. Lui risponde sempre presente, nonostante venga un po’ trascurato dagli addetti ai lavori. Forse il suo tennis non sarà spettacolare, ma è sempre solido ed efficace. L’anagrafe non è dalla sua e questo rende ancor di più merito ai suoi risultati. Un grande atleta e un grande lottatore che sarebbe potuto uscire anzitempo dal torneo se non avesse annullato due match point contro Kohlschreiber e che ha poi regolato in scioltezza i vari Youzhny, Robredo e Benneteau. Ha disputato la finale con grande lucidità tattica riuscendo però solo a mettere paura a Federer.
Vero professionista.

Benneteau, voto 8,5
È la grande sorpresa di Cincinnati. Il francese non era mai arrivato in semifinale a un Master 1000 ed è ancora alla ricerca del suo primo titolo in carriera. Ha avuto il grande merito di eliminare il redivivo Janowicz e la testa di serie n. 3 Wawrinka, con esperienza e grande sagacia tattica rimontando dal 6-1 del primo set in favore dell’avversario svizzero. Dopo l’impresa paga inevitabilmente dazio contro il più quotato e coriaceo Ferrer.
Ammirevole.

Raonic, voto 6
Per il canadese, Federer rimane ancora un tabù difficile da sfatare. Dopo la lezione subita a Wimbledon, il copione non è cambiato a Cincinnati. Roger concede solo 5 games a un Milos estremamente deficitario in battuta (solo 44% di prime in campo). Ha disputato un buon torneo, dimostrando costanza di rendimento e legittimando il suo attuale ranking Atp. Aveva battuto il nostro Fognini con grande autorità nei quarti di finale ma con Federer è stata ovviamente tutta un’altra storia. Sembra non aver imparato nulla dalla sconfitta di Londra.
Sufficiente.

Murray, voto 4,5
Ormai le prestazioni altalenanti dello scozzese non fanno più notizia. Il rendimento incostante nell’arco del singolo match è il suo tallone d’Achille. Ogniqualvolta sembra avere in mano le sorti di una partita ecco che riesce sempre a far rientrare l’avversario, aumentando a dismisura gli errori non forzati. Era successo a Toronto contro uno Tsonga praticamente battuto e si è ripetuto a Cincinnati contro Federer. Con Roger non aveva certo la partita in mano, ma nel secondo set si è sbriciolato sul più bello riuscendo a farsi rimontare due break di vantaggio e perdendo così parziale e incontro.
Inaffidabile.

Robredo, voto 7,5
Merita gli onori delle cronache anche il vecchietto Robredo. Il 34enne spagnolo ha avuto il merito di rispedire a casa il numero 1 del mondo Djokovic in due set. Un’impresa mica da ridere, anche se ha approfittato del periodo negativo del serbo che, distratto probabilmente da matrimonio e figlio in arrivo, non ne azzecca più una (voto 5). Si tratta del secondo scalpo eccellente sul cemento americano per Tommy, dopo quello conquistato lo scorso anno ai danni di Federer. In questa fase della stagione dà sempre il meglio di sé. Ha combattuto con onore contro il connazionale e coetaneo Ferrer, alzando bandiera bianca solo al terzo set.
Encomiabile.

Fognini, voto 5,5
Meriterebbe un voto più alto per aver raggiunto per la prima volta i quarti di finale in un Master 1000 lontano dalla terra rossa, ma la pessima figura rimediata con Raonic rovina impietosamente ciò che di buono aveva fatto fino a quel momento. Vince un misero game contro il canadese che lo abbatte per 6-1 6-0 in meno di un’ora di gioco. Complice anche un fastidio agli adduttori accusato durante il match. Ma ciò non può costituire un alibi per il ligure che troppo spesso cerca fuori da sé stesso le responsabilità delle sue débacle. Contro Milos avrebbe potuto sfruttare meglio le 7 palle break avute a disposizione, ma probabilmente non sarebbe cambiato il risultato finale. Ci aspettavamo e auguravamo un match molto più combattuto.
Delusione.

Wawrinka, voto 5
Stan getta alle ortiche il passaggio del turno contro Benneteau, dopo aver dominato il primo set per 6-1. Si fa imbrigliare dal gioco del transalpino con troppa facilità, dimostrando di non saper gestire ancora al meglio le fasi calde degli incontri. Non gioca tranquillo e gli manca quella scioltezza fatta vedere a inizio stagione quando riuscì a sorpresa a imporsi nel primo Slam in Australia. Il principale avversario dello svizzero resta ancora sé stesso.
Confuso.

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