Cosa vuol dire per Dolgopolov giocare contro Federer, Nadal o Djokovic

In una recente intervista il tennista ucraino Alxandr Dolgopolov si è soffermato sul modo di giocare dei migliori giocatori del circuito, offrendo prima di tutto una suggestiva analisi “dal campo”, ma soprattutto offrendo la possibilità di calarsi nei suoi panni e capire veramente cosa voglia dire giocare contro questi mostri sacri della racchetta.

La intervista del Telegraf.com a Dolgopolov parte da un’analisi su Roger Federer; il tennista ucraino pone l’accento sulla velocità di esecuzione del fuoriclasse svizzero, e non è il primo a dare uno spunto di questo tipo: “Federer gioca molto velocemente, e guardarlo in televisione non rende l’idea: tutto sembra molto fluido e piatto in televisione, ma in realtà accade tutto molto più velocemente sul campo. Per come ha costruito in modo naturale la sua tecnica e la sua esecuzione, sembra che sia sempre a proprio agio e che gli riesca tutto facilmente. Sul campo ciò accade molto più velocemente, e non hai tempo per contrastare questa velocità. Non riesco ancora ad accettare il suo gioco, quindi giocare contro di lui è più difficile. Anche se giochiamo in allenamento non riesco a vincere set, quindi quando giochiamo un match ufficale ho zero chances. Non riesco ancora ad accettarlo.”

L’intervista poi vira su un altro assoluto fuoriclasse, Rafael Nadal, e Dolgopolov ovviamente pone l’accento della sua analisi sulla letale rotazione del dritto mancino dello spagnolo: “I punti di forza di Nadal sono una rotazione frenetica e il fatto che è mancino. Grazie a questa rotazione, non ha bisogno di fare altro nella metà delle partite. Ruota a sinistra dell’avversario e la maggior parte dei giocatori non può farcela, soprattutto chi non ha un buon rovescio. Nadal ha vinto molte partite grazie ad una sola tattica: giocare a sinistra con una mano. Sull’erba è più facile affrontarlo, perchè la sua rotazione non assume un effetto devastante come quello sul rosso o sul duro. Sul duro, quando sono riuscito a batterlo, ero molto fiducioso e in forma perchè avevo avuto due tornei fantastici prima di quel match”. Dolgopolov ha infatti battuto due volte soltanto in carriera lo spagnolo, sull’erba del Queen’s e ad Indian Wells.

E Novak Djokovic? Sul serbo forse viene fatta l’analisi più originale: “Djokovic è molto stabile. Non fa errori e cambia spesso ritmo. Riesce a variare bene il gioco sulle linee: la maggior parte dei giocatori gioca sfruttando una diagonale grazie alle rotazioni, ma Djokovic è quello che più spesso riesce a colpire la linea. È difficile, perchè i giocatori di tennis sono più abituati al fatto che stai colpendo forte spostandoti solo leggermente sulla linea di fondo, e il colpo viene indirizzato verso la linea solo quando vuoi vincere il punto. Novak al contrario gioca con le linee, e questo è strano, perchè vengono ottenute ben altre traiettorie. Ma alla sua base ha ovviamente soprattutto stabilità e sicurezza.”

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