Fabio, non deluderci ancora!

Avevamo creduto che il 2017 sarebbe stato l'anno della svolta per Fabio Fognini, ormai"maturo", sposo e futuro padre. E invece i match di quest'anno ci dicono tutt'altro di un giocatore tanto talentuoso ma con un carattere che penalizza lui e il tennis italiano

Il tempo passa ma il capitolo Fabio Fognini non cambia. I primi mesi del 2017 in particolare, sono stati una vera delusione. Il tennista di Arma di Taggia non ha messo a segno nessuna vittoria significativa contro giocatori  di buon ranking collezionando invece una serie di primi o secondi turni.

IL MATRIMONIO, L’IMMINENTE PATERNITA’ – Pensare che Forse ancora una volta ci avevamo creduto, forse in ragione del fatto che che si era sposato– con Flavia, che è di tutt’altra indole- e che era quasi-padre o anche per il fatto che aveva iniziato la collaborazione con Franco Davin, ex coach di Juan Martin Del Potro. Aveva detto infatti Fabio di voler cambiare delle cose nella sua vita e nel suo tennis e perciò aveva chiuso il suo rapporto con Josè Perlas – con il quale ha vinto 4 titoli ATP-  voleva “provare nuove sensazioni e fare nuove scommesse con se stesso” Cambiato è anche lo sponsor  da Adidas a Hydrogen. Insomma, di novità ce n’ erano parecchie e forse ci avevano indotto a pensare anche a dei cambiamenti nel suo atteggiamento in campo e a immaginare  tutto quello che ne sarebbe conseguito.

IL MATCH ENTUSIASMANTE IN ARGENTINA – Però purtroppo i pochi mesi di questo 2017 ci hanno già smentito. L’unica prestazione positiva del nostro “Fabio nazionale” è stata la vittoria, forse anche un po’sopravvalutata, in rimonta da due set sotto in Davis contro Pella – che Lorenzi aveva comunque battuto facile. Il suo nuovo coach dice di lui in un’intervista “Per alcuni aspetti mi ricorda Gaston Gaudio, per altri no: anche Gaston era uno che parlava molto ma in campo correva dietro ogni palla, era un altro tipo di giocatore. Con Fabio stiamo lavorando su questo aspetto. Gaston dava la sensazione che non avesse voglia di giocare, però per vincere un punto contro di lui dovevi ammazzarlo. Fabio no: dà quell’immagine e poi si comporta esattamente in quel modo” che suona un po’ come “Gaudio sembrava svogliato ed era un leone, Fabio dà l’impressione di non averne voglia e non ne ha”

QUAL E’ IL PROBLEMA? – Il problema di Fabio, dicono alcuni, è che deriva dal suo voler interpretare un tennis vario ed offensivo che non sempre riesce a concretizzare e per questo butta via le partite, altri affermano che tutto viene da una sua scarsa forma fisica che non gli permette di gestire le partite come vorrebbe e quindi perciò romperebbe/butterebbe racchette al vento. Fatto sta che alla soglia dei 30 anni e con una determinazione vicina allo zero, Fognini sembra rappresentare l’ennesima delusione per gli italiani.

RACCHETTE ROTTE E PENALTY POINTS – Nella sua ultima performance al Rio Open, ha ceduto al secondo turno a Ramos Vinolas in solo un’ora e 19 minuti portando a casa un misero 6-2 6-3 e in più un penalty point per aver buttato a terra più volte la racchetta ed aver rotto un telone pubblicitario. Non ci sono parole. Diciamo che a fronte dell’indubbio talento che da anni predichiamo, a volte personaggi come Fabio, oltre a fare brutte figure personalmente, mettono in imbarazzo tutti gli italiani e deludono perché sono anni che speriamo e crediamo in lui.

FABIO SMENTISCICI! – L’appello che possiamo fare a Fabio è quello di smentirci, nonostante tutto non chiediamo altro che di poter continuare a tifare per lui. Tutte le critiche che gli alziamo sono il frutto di speranze deluse da un giocatore che ha un tennis da top 10 e che invece se ne sta- tranquillamente e irosamente – in 45esima posizione.

0 comments
  1. Purtroppo l’emotività nel tennis come nella maggior parte degli sport penalizza enormemente le prestazioni al di là del talento. Negli sport individuali oviamente più che in quelli di squadra. Nel tennis o sei un fenomeno di livello planetario, tipo Mc Enroe o Cash, oppure la mancanza di calma e concentrazione ti toglierà probabilmente metà delle partite che il tuo talento avrebbe potuto farti vincere. E non mi riferisco solo a Fognini, tanti giocatori di medio-alta classifica hanno lo stesso problema. Però Murray aveva un problema simile e, riuscendo in parte ad ovviarvi, è diventato il n.1, quindi nulla è perduto.

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