I match più belli del 2013 (1° parte)

Le partite più belle della prima metà del 2013

Come al solito il circuito ha consegnato in dote numerosi incontri spettacolari e memorabili, in ogni angolo del globo. Andiamo a ripercorrere le tappe più entusiasmanti e interessanti, ponendo però nella nostra analisi due paletti: una sola partita per torneo e una sola edizione di una rivalità finita in campo per più volte in questa stagione. Ovviamente l’ordine è meramente cronologico.

AUSTRALIAN OPEN, Djokovic-Wawrinka 1-6 7-5 4-6 7-6 12-10

La sfida sicuramente più interessante del primo slam stagionale, l’unica realmente sofferta per il serbo, che conquisterà poi il terzo titolo consecutivo in Oceania. L’incontro di Ottavi di finale con Wawrinka, però, si rivela in salita sin dalle prime battute, con l’elvetico che inanella vincenti fuori dal normale soprattutto nei primi due set, fino a portarsi sul 6-1 5-2. La reazione di Djokovic, più che un calo di Wawrinka, rovescia le carte, ma nel quarto parziale lo svizzero gioca un tie break eccezionale e rimanda ogni verdetto al set decisivo. Break e contro break nei primi due giochi, la partita segue l’andamento dei servizi (con qualche chance per Wawrinka, sopratutto una risposta vincente forse in campo chiamata però fuori) fino al ventiduesimo gioco, quando al termine di un punto pazzesco, che rispecchia alla grande l’intero incontro, Djokovic infila un passante di rovescio e porta a casa la contesa.

COPPA DAVIS, Fognini-Dodig 4-6 6-4 6-4 6-4

Dopo più di un decennio, l’Italia non sarà costretta a giocare gli spareggi per non retrocedere e sarà in campo per i quarti di finale di Coppa Davis. A regalare il punto decisivo è lo spesso contestato Fabio Fognini che lavora a fianco il potente croato Dodig, portando a casa una vittoria più di testa (un po’ un controsenso per lui) che di talento. Perchè nonostante le occasioni perse nel primo set Fabio non si demoralizza, si prende sulle spalle la grossa responsabilità del momento e, guidato dal pubblico torinese, fa valere sul campo i reali valori. L’Italia festeggia, in premio c’è un biglietto per il Canada.

COPPA DAVIS Berdych/Rosol-Wawrinka/Chiudinelli 6-4 5-7 6-4 7-6 24-22

Il doppio spesso decide gli incontri di Davis più equilibrati. La Repubblica Ceca campione in carica, priva di Radek Stepanek, va a far visita alla Svizzera, che non può contare su Federer. Dopo il pari sancito dai singolari del venerdì, l’impressione generale è che sia proprio il doppio la gara decisiva: e così sarà, una maratona incredibile, con gli svizzeri che annullano numerosi match point ma che alla fine devono capitolare, consegnando di fatto anche il passaggio del turno ai loro avversari.

VINA DEL MAR Zeballos-Nadal 6-7 7-6 6-4

Subito in finale dopo sette mesi di assenza, Nadal affronta il mancino argentino Horacio Zeballos. In pochi credono che la partita possa durare a lungo, soprattutto dopo il lungo e combattuto primo parziale perso dal sudamericano. Zeballos però non si perde d’animo e approfitta alla grande di un Nadal ancora titubante e non del tutto a suo agio sul campo da gioco, forzando la partita al terzo (da segnalare una risposta straordinaria sul 6-6 al tie break). A chiudere la sfida e il torneo sarà un break conquistato a zero da parte dell’argentino, frutto di soli vincenti.

INDIAN WELLS Del Potro-Murray 6-7 6-3 6-1

Qui potevamo scegliere o questa sfida o la vittoria dell’argentino su Djokovic. Torneo giocato alla grande e sfumato per un soffio con un redivivo Nadal quello disputato da Del Potro, bravo a sconfiggere sulla distanza (non di certo il suo campo preferito) Andy Murray, uscito sempre al primo turno nelle due edizioni precedenti (battuto da Young e Garcia Lopez). Del Potro non si perde d’animo dopo un set molto combattuto e a suon di vincenti blocca le velleità di Murray.

MIAMI Haas-Djokovic 6-2 6-4

Quando l’età è soltanto un numero. Tommy Haas schianta il numero uno del mondo, con una prestazione straordinaria che esalta il pubblico del centrale di Key Biscane. Variazioni di ritmo, back sul traballante diritto di Djokovic, gioco sempre in spinta: con queste armi Djokovic è annichilito e saluta anzitempo il torneo dove aveva vinto nelle precedenti due occasioni.

OEIRAS Wawrinka-Ferrer 6-1 6-4

Ferrer non doveva nemmeno partecipare al torneo portoghese ma sfrutta il forfait di Del Potro per cercare di trovare fiducia dopo i deludenti risultati sulla terra battuta. In finale però si trova un Wawrinka in grande spolvero, che vendica la sconfitta di qualche settimana prima patita in Argentina, sfoderando un numero impressionante di vincenti. Il gioco “corri e tira” di Ferrer non può nulla contro uno svizzero in forma, capace di trovare angoli e accellerazioni letali.

MADRID Dimitrov-Djokovic 7-6 6-7 6-3

Il rapporto tra Djokovic e Madrid, si sa, non è dei più idilliaci: il pubblico non lo ama, e lui non ama questo torneo. Se poi ci si mette anche un Dimitrov in versione deluxe, le chance di andare avanti sono poche e finalmente il bulgaro puoi dare argomentazioni concrete, come lo possono essere i risultati, a chi lo vuole come uno dei giovani più promettenti del panorama del tennis mondiale.

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