I montepremi ITF fanno ancora discutere, è ora di cambiare?

Un tennista di medio basso livello durante l'anno non riesce a portare avanti la propria carriera. Andiamo a scoprire, grazie a James McGee e alla sua storia personale, le difficoltà del tennis che non si vede. E sarebbe ora che suonasse la sveglia dall'alto.

Giocare a tennis è sport per ricchi, si diceva. E forse è anche vero. Pensiamo soltanto ai vari Federer, Nadal, Djokovic, Murray e compagnia, alla quantità incredibile di soldi guadagnati nel corso della carriera, grazie ai tornei vinti, alle manifestazioni, alle esibizioni, agli sponsor e così via. Purtroppo però non tutti si chiamano Roger Federer o Rafael Nadal, non tutti hanno vinto degli Slam o firmato contratti milionari con marche di scarpe o di vestiti, oppure hanno chi produce le racchette che paga purchè un fenomeno giochi con la racchetta di quel tal marchio. Non tutti sono così.

La storia già raccontata su tenniscircus di Takanyi Garanganga, il giocatore dello Zimbabwe che si è trovato di fronte a numerosi sacrifici per giocare, oltre ad aver iniziato una sorta di raccolta fondi per permettersi di continuare a giocare a tennis, di fare ciò che gli piace, è vero, ma allo stesso tempo, per vivere, ne è la dimostrazione, non tutti sono campioni nel tennis, ma forse possono essere tutti campioni nella vita.

Il problema di cui stiamo parlando è quello dei montepremi nei tornei dell’Itf, vittorie di tornei Future che non bastano neanche per coprire le spese per affrontare la trasferta. Un’ingiustizia pensando a quanto invece i grandi campioni prendano per le vittorie negli Slam o per le esibizioni in Qatar, milioni di milioni e qui invece gente che vince un torneo non arriva neanche a 1000 euro. Va bene che si deve giocare per passione, ma adesso è veramente troppo. La passione ci deve per forza di cose essere, ma per coltivarla ci vogliono le disponibilità, che se una persona non è ricca di famiglia non è detto che ci siano.

A spiegare ancor meglio quanto vogliamo dire, ci viene incontro la storia dell’irlandese James McGee, riportando interamente le sue stesse parole, che meglio non potrebbero spiegare la situazione, vista dall’interno.

Ciao a tutti,
vorrei usare il mio blog per rispondere ad alcune domande che mi fanno spesso giovani tennisti, genitori e appassionati di tennis. Spesso di parla di allenamenti, viaggi, finanziamenti e motivazione. In questo intervento mi concentrerò sulle finanze. Parlerò delle spese, i premi in denaro e le varie modalità con cui sono rimasto a galla nel tour negli ultimi tre anni. Prima di tutto, permettetemi di tornare al 2009. Per molti anni, la mia più grande preoccupazione non riguardava le mie capacità, bensì la possibilità di avere soldi per continuare a giocare! Sono stato molto fortunato ad avere alcuni sponsor privati che mi hanno dato una mano per un breve periodo, soprattutto quando ho iniziato a giocare i tornei futures (nel luglio del 2008). Ma questo aiuto non è durato a lungo a causa della crisi economica. A inizio 2009, mi sono trovato in una situazione in cui non avevo sponsor e pochi soldi da parte. Ero entrato tra i primi 400 al mondo e avevo bisogno di fondi per continuare a spingere e non restare bloccato….ma purtroppo sono rimasto bloccato. La mancanza di fondi ha causato grandi cambiamenti nella programmazione, nella mentalità, nella classifica e quindi anche nei risultati. E’ stato un periodo difficile ed è durato ben due anni, fino alla metà del 2011. I miei risultati erano tutt’altro che eccezionali e ho veramente faticato a causa dell’assenza di denaro. Nel 2009 e nel 2010 ho giocato principalmente i tornei futures perchè la mia classifica non mi consentiva di entrare in tabellone nei challenger. Ero costretto a giocare soltanto in Europa perchè i viaggi intercontinentali costavano troppo e mi trovavo le sistemazioni più economiche possibili, compresi ostelli e dormitori. Inoltre, avere così pochi soldi mi impediva di avere un allenatore. Per questa ragione, mi presentavo da solo al 90% dei tornei. In un primo momento, è stato molto emozionante vivere questa libertà e avere la sensazione di inseguire un sogno, ma dopo qualche tempo non ne potevo più. Ero solo, stressato, e non sapevo come sarebbe andata a finire. Solitudine e buone prestazioni non vanno di pari passo, quindi non è sorprendente che in quel periodo non abbia raggiunto il massimo del mio potenziale.

TAGLIARE I COSTI
Ho preso decisioni drastiche per tagliare i costi, anche perchè era l’unica soluzione. Per ridurre le spese di viaggio, ho iniziato a viaggiare con Ryanair perchè si tratta di una compagnia “low cost” e ha diverse destinazioni vicino alle sedi dei tornei futures. Tutti sanno che Ryanair fa del suo meglio per scovare i passeggeri che hanno un bagaglio di 1-2 kg superiore al consentito. Io l’ho imparato sulla mia pelle. Per non essere colto in flagrante, ho ridotto la quantità di attrezzatura, ho comprato un nuovo bagaglio che rispettasse le loro richieste, e ho sperato che non trovassero altri modi per farmi spendere più soldi. Ho imparato a mettere vestiti e racchette in una valigia e ho usato il bagaglio a mano per il computer portatile, alcuni vestiti e altre cose essenziali. Quando appoggi la valigia sul quadrante e vedi che appare la scritta “15.0 kg” puoi dire: “C’MOOON!”. Per tagliare i costi, ho fatto anche un altro paio di cose, come muovermi in barca nel Regno Unito e dormire accanto a sconosciuti negli ostelli. Ho anche cambiato attrezzatura per ridurre i costi di incordatura. Ho iniziato a usare una corda più spessa, in modo da migliorarne la durata. Questo mi ha permesso di risparmiare qualche soldo, ma non ha salvato la mia spalla. Sono rimasto fuori per 3 mesi e ho dovuto fare un’iniezione perchè mi ero fatto male. La racchetta sembrava una grande tavola di legno. Non lo farò mai più! Inoltre dovevo trovare ogni settimana giocatori con cui condividere la stanza, in modo da tagliare le spese di hotel. Non è stato molto divertente e ho trascorso più di una notte insonne perchè il mio compagno di stanza, italiano o francese, russava. In un caso particolare, il mio compagno di stanza russava così forte che ho gridato a squarciagola “SHUT UP!”, condito da una parolaccia, e gli ho gettato in testa i miei due cuscini. E’ stato sufficiente a calmarlo per un paio d’ore, ma non è l’ideale. Da allora ho acquistato pratici tappi per le orecchie, che utilizzo ancora oggi durante i voli e quando dormo in alberghi rumorosi. Ho tagliato anche sulle spese di lavanderia: mi è capitato di lavare i miei abiti nella vasca da bagno o nel lavandino durante i tornei. Dipende dall’hotel in cui ti trovi, ma il costo della lavanderia può essere sorprendentemente costoso.

SPESE
Le voci di spesa più importanti riguardano i voli e gli alloggi, ma ce ne sono altre: cibo, incordature, lavanderia, trasporti, i massaggi del fisioterapista, l’equipaggio e le spese varie come le tasse di iscrizione ai tornei. Le spese vanno calcolate su base settimanale, ma va ricordato che sono soltanto per me! Se aggiungi un coach o un preparatore atletico, devi raddoppiare i costi (e devi anche  aggiungere lo stipendio settimanale). Le spese finiscono per essere astronomici! Non importa quanto sei bravo o talentuoso: nessun giocatore può crescere senza l’aiuto di altre persone, che si tratti di un coach, un trainer, un fisioterapista o uno psicologo. Hai bisogno di qualcuno nel tuo angolo che ti sfidi, ti aiuti e ti permetta di compiere un salto di qualità. Nel 2009 mi sono trovato nella situazione di non potermi permettere un coach su base continuativa, allora ho raggiunto diverse persone di buon cuore che hanno capito la situazione e mi hanno allenato gratis, offrendomi alloggi e consulenza. A parte i top-players, i tennisti giocano circa 25-30 tornei all’anno. Per le altre 20 settimane, la maggior parte dei giocatori si dedica al riposo o agli allenamenti. I costi possono essere elevati anche in queste settimane, soprattutto se scegli di pagare un allenatore o una preparatore atletico.  I giocatori che non possono permetterselo si limitano ad allenarsi senza allenatori e preparatori. Secondo me, queste settimane sono importanti almeno quanto quelle dei tornei: secondo la mia esperienza, sono progredito molto di più nelle settimane in cui avevo un coach a disposizione.

FARSI CONOSCERE
Nelle settimane senza tornei, ho trascorso molto tempo cercando uno sponsor e un coach di alto livello. Qualche volta sono andato in Italia per lavorare con un coach di fama mondiale come Bob Brett e il suo allievo Marin Cilic. Bob è stato così gentile da offrirmi coaching e allenamento gratuito e gli sono sinceramente grato. E’ stata un’esperienza fantastica e ho avuto modo di conoscere Marin, che è davvero un ottimo ragazzo. Ho anche frequentato un paio di accademie e coach nel Regno Unito, compreso il Centro Tecnico LTA a Roehampton e diversi centri di allenamento in Europa. Il mio vecchio coach Larry (di Tennis Canada) era solito tenere clinic e seminari in diversi centri del Regno Unito e io viaggiavo con lui per sfruttare la sua esperienza. Qualche volta ho dormito nel suo stesso piano in hotel e ho avuto la possibilità di prendere appunti o registrare le nostre conversazioni, in modo da riascoltarle quando ero in giro. Spendevo soldi per viaggiare nel Regno Unito, ma lo vedevo come un investimento per migliorare il mio gioco e restare sulla strada giusta.

MONTEPREMI
Il prize money nei tornei futures è scandalosamente povero. Ricordo di aver raggiunto la finale a un future a Madrid nel maggio 2011 e ho intascato meno di 500 euro. E’ stato atroce e non potevo credere ai miei occhi quando ho visto l’assegno. E’ stato triste e scoraggiante vedere che il mio duro lavoro mi metteva in tasca così pochi soldi. Fino a quel momento, era stata la mia migliore settimana in termini di punti ATP ma avevo speso più di quanto avessi guadagnato! I tornei futures possono essere di alto livello, con giocatori compresi tra i primi 200 ATP. Anche vincendo il torneo, spesso il montepremi non è sufficiente a coprire le spese. L’unica ragione per giocare i futures è la possibilità di guadagnare punti ATP e migliorare in classifica, in modo da poter giocare alcuni tornei challenger. Ma il processo per entrare nel tabellone principale di un challenger è molto duro, soprattutto se lo fai senza aiuto. Per carità, è possibile, ma sono richieste molta forza mentale e capacità fisica.

ATP CHALLENGER
Una volta che hai raggiunto i tornei challenger, la vita diventa un po’ più facile in termini di organizzazione. In particolare, l’ospitalità è garantita dall’organizzazione. Ovviamente il livello degli avversari è più alto, ma ci sono più premi in denaro e punti in palio. Mi capita raramente vedere un giocatore che provi a raggiungere il circuito ATP senza alcun aiuto.Quasi tutti i giocatori da challenger viaggiano con un allenatore: è fondamentale per studiare gli avversari, allenarsi, gestire la vita fuori dal campo ed evitare la solitudine. I giocatori che vincono tanto a livello challenger e viaggiano da soli, secondo me, sono eccezionali. Nella maggior parte dei casi sono tennisti più anziani e di esperienza. Tutta gente che sa quello che deve fare.

CAMPIONATI A SQUADRE 2009-2010
Non stavo ricevendo riscontri positivi a livello di sponsor. Per tenermi a galla, allora, ho iniziato a giocare le gare a squadre in Francia e in Germania. Era l’unico modo per ottenere un po’ di soldi senza particolare fatica. Nel 2010, credo di aver giocato 11 partite in 11 weekend consecutivi in diverse parti di Francia e Germania. Tra una giornata e l’altra, mi dedicavo ai tornei futures sparsi per l’Europa, ma ogni sabato dovevo prendere un volo (a volte anche due) per giocare la mia partita intersociale. La domenica giocavo singolare e doppio, venivo pagato e prendevo un altro aereo, di domenica sera, con la prospettiva di giocare al lunedì il primo turno di un future. Molto spesso in un altro paese. Dire che è stata dura è un eufemismo, è stato uno dei programmi più duri a cui mi sia sottoposto. Ha causato un sacco di stress e infortuni. Tutto questo mi ha portato a mettere in discussione alcune delle mie convinzioni. Ero stressato, fisicamente KO e non avevo alcun vantaggio economico. L’unica cosa che mi faceva andare avanti era il pensiero di “cosa sarebbe potuto succedere” se avessi continuato a fare le cose giuste. Mi trovavo a fare una corsa da perdente: a un certo punto ho pensato che avrei dovuto smettere di giocare del tutto se non fosse successo qualcosa di grande. La maggior parte dei campionati a squadre europei si giocano d’estate, ma io avevo bisogno di guadagnare anche negli altri 9 mesi. Allora ho iniziato a giocare diversi tornei nei posti più sperduti della Francia. E’ capitato di giocare in mezzo al nulla, dove l’unica attrazione era un capannone con un paio di campi da tennis al suo interno. I tornei durano 3-4 giorni e di solito vieni ospitato da qualche famiglia del posto. Le partite non erano nemmeno facili, ma ho vinto un paio di tornei qua e là. Erano 600 euro che mi consentivano di tenermi a galla per la settimana successiva…Ovviamente non sono l’unico ad aver sostenuto questo tipo di vita, ma quando parli con gli altri giocatori sui costi del tour e il modo di gestire le finanze, ognuno ha una storia diversa da raccontare.

GARE A SQUADRE EUROPEE / WORLD TEAM TENNIS
Molti giocatori partecipano ai campionati a squadre in giro per l’Europa. Capita di vedere diversi top 100, top 50 e persino top 20 giocare per alcuni club. I pagamenti variano da 500 a 10.000 euro a partita. Ovviamente dipende dalla classifica. Un giocatore piazzato intorno al numero 500 ATP può intascare 1.000 euro a partita. Un top-200 può prendere 2.500 a partita più le spese. Le gare a squadre sono un business importante e molti giocatori non potrebbero andare avanti senza questo aiuto. Io, di sicuro, faccio parte della lista. Alcuni giocatori americani e altri di livello internazionale giocano il World Team Tennis negli Stati Uniti, ma non ho familiarità con il loro sistema.

COPPA DAVIS
Altri giocatori fanno affidamento sui guadagni ottenuti giocando in Coppa Davis. Soldi sufficienti per pagarsi l’intera stagione. Molto dipende dal livello della nazionale e dalla serie in cui si trova, ma so per certo che molti giocatori da challenger traggono ottimi guadagni dalla Coppa Davis. Purtroppo per me, in Irlanda non è così. Quando si tratta di Coppa Davis, ricevo molto meno di quanto prendo per giocare la gara a squadre in Francia. Inoltre, nei club, le partite si giocano la domenica pomeriggio e sono al meglio dei tre set, tutte con tie-break. La Davis ti porta via una settimana e si gioca dal venerdì alla domenica, con partite al meglio dei cinque set! Faccio un esempio: ad aprile ho giocato contro la Finlandia e mi hanno pagato 500 euro per la sconfitta in cinque set contro Haari Heliovaara. Ho ricevuto anche 320 euro per essere stato convocato. Totale: 820 euro. Soldi che non bastano per pagarsi una sola settimana nel tour! Voglio essere chiaro: sono estremamento onorato di poter giocare per la mia nazione. Ho sempre dato il 100% nei match di Coppa Davis, ma credo che i compensi per giocarla siano gravemente scorretti. Giocare in Davis per due volte l’anno ti obbliga a saltare quattro settimane di tornei. E sono quattro settimane in cui potresti ottenere risultati importanti. Secondo la mia esperienza, la Coppa Davis è molto impegnativa a livello fisico ed emotivo. Dopo ogni partita, ho bisogno di qualche giorno di riposo per recuperare e prepararmi per il torneo successivo. E queste settimane senza tornei possono essere cruciali in termini di punti e soldi.

FEDERAZIONI NAZIONALI / ORGANI DI GOVERNO
Alcuni giocatori, come ad esempio gli spagnoli e i francesi, ricevono soldi dalle loro federazioni fino a una certa età o classifica ATP. L’obiettivo è aiutarli nello sviluppo della loro carriera. Non è una sorpresa che queste nazioni continuino a produrre giocatori di ottimi livello. Hanno messo in piedi un sistema fantastico e hanno una grande cultura del tennis. Purtroppo non mi è stato assegnato alcun finanziamento dall’Irish Sports Council negli ultimi tre anni, nonostante sia stato il numero 1 del paese negli ultimi anni e abbia vinto l’Irish Open nel 2011, che peraltro è un evento internazionale. Ho molto apprezzato i contributi che ho ricevuto nel 2009 e nel 2010. Sono certo che senza questi aiuti avrei dovuto smesso. In tutta la mia carriera, sia giovanile che professionistica, non ho intascato neanche un euro dalla federazione irlandese a parte un piccolo pagamento nel 2010, che mi è durato meno di una settimana nel tour.Se il tennis irlandese vuole sopravvivere o progredire, l’aiuto finanziario ai giocatori deve diventare una priorità assoluta.

SPONSOR TECNICI
Ci sono molti giocatori che hanno ridotto le loro spese ricevendo abiti, scarpe o racchette dagli sponsor tecnici. O magari una sponsorizzazione nell’ambito dell’incordatura. Sono stato abbastanza fortunato da ricevere le racchette in omaggio da Head e un forte sconto nell’acquisto delle corde Solinco. Non ho uno sponsor per scarpe e abbigliamento, ma attualmente ne sto cercando uno. Il costo per l’abbigliamento e le scarpe è diventato piuttosto pesante nel corso degli anni. In media, utilizzo 12 paia di scarpe da campi duri all’anno, 6 paia per la terra rossa e 2 per l’erba. La spesa può arrivare a 3.000 euro. Se aggiungiamo le spese per l’abbigliamento, arriviamo tranquillamente a 5.000 euro annui. Alcuni giocatori sono pagati per indossare un certo abbigliamento o utilizzare una certa racchetta. Ovviamente sono i più forti al mondo. Per avere questo tipo di offerte, è molto importante avere un manager o un agente in gamba. Io non ho alcun accordo di questo tipo e non ho un manager che mi aiuti. Ogni forma di sponsorizzazione sarà un aiuto molto prezioso.

SPONSOR PRIVATI
Molti giocatori cercano di crescere in classifica per attirare qualche sponsor. Per fortuna, a fine 2011, mi è successo qualcosa del genere. Ho ricevuto un sostanzioso aiuto dal mio club. Una cifra che mi ha tenuto a galla fino ad oggi. Per me è stato un miracolo perchè in quel momento avevo un forte bisogno di soldi. Avevo contratto un debito di 6.000 euro a causa dei costi sostenuti nell’attività e non c’era stato alcun passo avanti nelle sponsorizzazioni. Sarò sempre grato al mio club per avermi aiutato così tanto. Da allora, i miei risultati sono migliorati notevolmente. Ho avuto la possibilità di giocare senza stress e potermi programmare nel modo giusto. Inoltre, ho avuto la possibilità di stabilire la mia base di allenamento a Barcellona, dove ci sono ottimi tecnici e preparatori atletici. Devo anche ringraziare l’assistenza finanziaria del Fondo di Sviluppo Fitzwilliam.

SPONSOR FUTURI
Come ho appena spiegato, ho avuto un notevole aiuto dal mio club e questo mi ha permesso di migliorare. Tuttavia, la sponsorizzazione è scaduta e sono attivamente alla ricerca di fonti alternative di sponsorizzazione. Ho fiducia nelle mie capacità e penso di poter arrivare a giocare nei tornei ATP e negli Slam. Con la dovuta assistenza finanziaria, sono convinto di potercela fare. Invito chiunque legga questo articolo a condividerlo con chiunque si pensa possa essere d’aiuto per la mia carriera. Vi sono molto grato per il sostegno morale.

PENSIERI FINALI
So che questo articolo è stato lungo è dettagliato, ma ho sentito l’esigenza di approfondire per spiegare in modo corretto i costi per giocare nel tour. Voglio chiarire una cosa: il denaro non è tutto per avere successo nel tennis. Semplicemente, aiuta. Ho visto giocatori, squadre e federazioni con tutti i soldi del mondo ma senza la capacità di produrre come è riuscito a chi aveva un budget inferiore. A volte è utile avere meno soldi, perchè consente di avere la giusta fame per ottenere un grande successo. Se non hai molti soldi ma una grande passione, l’unica strada che hai è battere i tuoi avversari. Se lo fai, diventerai famoso e la fama potrebbe portarti qualche sponsorizzazione. So di essere schietto, ma è la verità. L’unico modo è quello di essere eccezionale in quello che fai e adoperarti per l’eccellenza. Ogni giorno che Dio manda in terra. 

Il pensiero di McGee è impeccabile, vero in ogni singola parola. Una storia comune, che potrebbe riguardare ognuno di noi. La frase “il denaro non è tutto per avere successo nel tennis. Semplicemente, aiuta.” è la più vera che esiste, ma è il contrario, purtroppo, per cui stiamo qui a scrivere. Se hai i soldi e non sei un fenomeno, nel tennis, non sfonderai mai. Ma se i soldi non li hai, potrai essere un fenomeno, il nuovo Federer o il nuovo Nadal, ma di strada non è detto che ne farai troppa. Per non parlare di chi non è un fenomeno, ma un buon giocatore, che in quel caso si trova, come il povero McGee, a dover risparmiare su tutto e vivere in condizioni inaccettabili per coltivare la propria passione, ma anche per lavorare.

Il problema dei prize money è uno di quelli sulla bocca di tutti da tempo, ci sono degli squilibri tra i tornei più importanti e quelli di minore importanza o del circuito Future che fanno veramente paura. Vincere un Future e portare a casa meno di quanto uno non abbia speso non ha senso e mai lo avrà. Per questo, molti ragazzi decidono di stare direttamente a casa, di giocare solo i tornei casalinghi e navigare nella mediocrità perchè quanto consentito dal proprio budget. Sarebbe ora che l’ITF e l’ATP si dessero una mossa per salvaguardare gli interessi di tutti e non solo dei grandi campioni, perchè se è vero che i grandi tennisti attirano il pubblico, è anche vero che senza gli altri non si può giocare. Perchè nel tennis, dal campione al meno forte, sono tutti indispensabili e fan tutti parte della grande famiglia del tennis, che però, a differenza di quanto succeda adesso, sarebbe ora di ampliare un pochino. E aprire i portafogli, perchè la gente, oltre a far divertire, possa sopravvivere.

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