Il calo di Novak Djokovic, perchè non è un problema di mente o di guru

Da più parti si cerca , con immane sforzo, di spiegare l'improvviso calo del serbo, calo che gli è costato la prima posizione nel ranking. Sono stati invocati problemi di natura familiare, mentaleo di presunti guru al seguito per spiegarlo. Tuttavia gli indicatori provenienti al campo dicono, in realtà, tutt'altro.

IL 2016 MALEDETTO – Partenza a razzo del serbo nella stagione ormai alle spalle. Novak infila una serie di successi importanti così come nel 2015. Doha, Melbourne e poi la ormai classica accoppiata americana , ovvero Indian Wells e Miami. Tutto come previsto, tutto sembra filare bene. Stagione su terra rossa con una sola vera defaillance, ovvero Monte Carlo. Arrivano la vittoria di Madrid e la finale a Roma a compensare un momento non facilissimo. Qualche piccolo segno di cedimento si intravede quale e là. La fatica per superare i primi turni nei tornei affiora ogni tanto. Tutto è comunque finalizzato al raggiungimento del primo , grande, obiettivo stagionale di Nole: il Roland Garros. Missione compiuta, alla grande. Eppure , occhi attenti avevano intravisto le crepe che, improvvise, si sono trasformate in voragini nella seconda , disastrosa, parte dell’anno. Wimbledon e le Olimpiadi rappresentano la lunga estate difficile di Djoker. Unica perla , la vittoria di Toronto. L’acuto che precede un rapido finale. Nole cede lo scettro al mai domo Andy Murray, secondo la regola prima del tennis, quella che premia innanzitutto la continuità nel rendimento.
IL CAMPO HA PARLATO-  Spiegare il calo dell’ex numero 1 del mondo senza passare attraverso un esame delle indicazioni provenienti dal campo è fare pura congettura. Il campo ha sempre l’ultima parola ed il campo ci dice che , negli elementi base del suo gioco, Nole ha progressivamente trovato delle difficoltà. Molti sono gli indicatori che potrebbero esser presi in considerazione ma, in realtà, ne bastano solo due: il servizio e il numero dei non- forzati.  Il servizio di Nole è apparso improvvisamente depotenziato. A partire dal  match  contro Jiry Vesely in quel di Monte Carlo, ovvero dalla prima sconfitta stagionale, una percentuale di prime in campo del 66% e una redditività sulle seconde di appena il 45% fotografano un problema sorto, inatteso ed improvviso . Da lì a pochi mesi numeri simili e la conseguente, naturale e progressiva diminuzione della velocità media del servizio del serbo , scesa del 20% circa rispetto al 2015, sono divenuti una costante. Contemporaneamente, e naturalmente,  è via via salito il numero degli errori . Il conto, purtroppo, torna.
I PROBLEMI MENTALI ED IL PRESUNTO GURU- Al di là di ogni ragionevole dubbio , è ormai chiaro che un elemento di disturbo fisico, certamente collegato alla biomeccanica dei colpi di Nole, sia  intervenuto; recando in se ovvi problemi di tenuta mentale. Nessuna  sorpresa, dunque. Novak è un essere umano, come tutti noi.  Invocare tesi che vedrebbero  “problemi privati” o anche la presenza di Pepe Imaz nel player box di Novak come origine del calo di rendimento di Djokovic appartiene, in realtà, al novero del facile gossip. Il campione di Belgrado ha accennato, in realtà, a ” problemi di natura privata” in una sola occasione. E per quanto difficile possa sembrare, è buona norma lasciare nel privato ciò che al privato appartiene. Inoltre, per quanto attiene al presunto guru spirituale, le facili ironie si sono sprecate. Anche in questo caso, esiste una sola dichiarazione ufficiale di Djoker che indica lo spagnolo come persona che “collabora con me da alcuni anni”. Tuttavia, di Imaz non vi è traccia alcuna nel  team di Nole, quello descritto sul suo sito ufficiale. L’impressione netta  è che la dichiarazione di Djokovic voglia essere un “tagliar corto” su un argomento ed un rapporto la cui vera natura è, nei fatti, sconosciuta.  I fatti, e non le fantasiose congetture, non dicono nulla di diverso.
QUALE NOLE NEL 2017-  ” Del doman non v’è certezza”. Tuttavia, ciò che è certo è che due Major e cinque Master 1000 vinti non sono bastati a Novak per rimanere in vetta al ranking. Nole ha, di fatto,  perso il numero 1 per la sola,  palese , impossibilità a difendere il gigantesco vantaggio accumulato nel biennio 2014-2015. Al momento , del futuro del campione di Belgrado poco o nulla si sa. Non resta quindi  che attendere e sperare che , qualunque sia l’origine del suo vertiginoso calo, il 2017 sia comunque foriero di un nuovo inizio. Ciò che si auspica però è che , nel frattempo,  le congetture, le ironie e gli inviti vari fatti a Nole  lascino spazio alla pura , seria , semplice e , soprattutto, tennistica disamina dei fatti.

3 comments
  1. Semplicemente dava il 130 percento, tennisti come lui o Nadal hanno bisogno che il fisico sia apposto per bene. Inoltre non è che ha fatto una cattiva annata. PS: sono un tifoso di RF, ma ragazzi sembra che parlate di uno zombie

  2. Purtroppo il calo c’è ed è oggettivo, nonostante la prima parte della stagione certamente tutt’altro che da buttare.
    Le “distrazioni” mentali, probabilmente ci sono, è normalmente quando investono una persona che ha fatto della concentrazione e della tenuta mentale una delle “armi” più importanti, il calo sembra ancor più evidente. Tuttavia, da tifoso di Nole, mi auguro che sia un momento passeggero e che ben presto possa tornare sui livelli che gli competono. Forza Nole.

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