Jack Sock, ora è “Showtime”

Jack Sock ha il volto tipico del ragazzone americano, un sorriso di chi “mai avuto carie in vita mia”. E’ rossiccio di capelli come un suo illustre connazionale, anche lui stregato dalla racchetta da tennis, americano come lui, di nome Jim e di cognome Courier, stella del tennis di fine millennio.
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 Jack è un giovanotto di Lincoln, Nebraska, che a settembre compirà 23 anni. Ha appena messo in bacheca il primo trionfo in un torneo Atp, vincendo sulla terra rossa di Houston, nella patria – gli Usa – delle superfici veloci. In finale ha superato Sam Querrey, aggiudicandosi i due tie – break con i quali si sono decisi tanto il primo quanto il secondo set. Jack sale dieci posizioni in classifica e si piazza sul 36esimo gradino, suo best ranking.

Il ragazzone del Nebraska è tornato al tennis che conta dopo mesi difficili, dopo un’importante operazione all’anca, di quelle che possono significare tranquillamente la fine dei tanti sacrifici che già a 22 anni puoi aver fatto per aggiudicarti, nel 2010, gli Us Open giovanili, per esempio. Lo aveva annunciato su Twitter, “Tornerò più forte” e più forte è tornato, segnando questo 2015 con un’altra vittoria, questa volta in doppio, con il suo fidato compagno Vasek Pospisil, vincitori del Master 1000 di Indian Wells, superando in finale i nostri Bolelli e Fognini.
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    A Miami Sock e Pospisil hanno impegnato , per tre set, i leggendari fratelli Bryan  ( a Key Biscayne, il duo americano-canadese aveva battuto nuovamente Bolelli e Fognini, ma questa volta al secondo turno). L’affermazione in coppia con Pospisil non ha fatto altro che confermare il loro valore, rafforzando il trionfo più importante, quello nel tempio di Wimbledon il 5 luglio 2015. Jack Sock ha sofferto e ha tenuto duro, lottando contro gli infortuni e la devastante notizia della malattia del fratello Eric, anche lui tennista, e al quale ha riservato una dedica speciale sulle sue scarpe.

Il tennista di Lincoln è tornato a infuocare il campo e a entusiasmare i tifosi, quelli a stelle e strisce che attendono un nuovo numero uno, e quelli che amano un gioco robusto, ma non banale. E’ giovane e il talento non gli manca di certo. Servono la continuità e l’occhio benevolo della sorte perché, come ricorda il soprannome che gli è stato dato, sia sempre più “Showtime”.

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