Lo zio Sam (Querrey) è tornato per restare?

Nel torneo di Acapulco Sam Querrey è sembrato semplicemente invincibile, portando a casa, uno dopo l'altro, gli scalpi di Goffin, Thiem, Kyrgios e Nadal. Quale sarà il prossimo futuro dell'americano, chiamato a confermare questa serie di prestazioni?

Spesso le imprese sono tali in quanto imprevedibili e, soprattutto, irripetibili. Non parliamo di una vittoria di uno Slam per Sam Querrey, ma di un trionfo che sulla carta vale appena 500 punti. Successo, quello ad Acapulco, che porta con sé qualcosa di speciale, visto le modalità nelle quali è arrivato.

CHAPEAU – A farne le spese prima Goffin, già due finali in stagione, Thiem, campione a Rio de Janeiro, Kyrgios, cliente sempre ostico che aveva battuto Djokovic nel turno precedente, e Rafael Nadal, che non ha bisogno di presentazioni. Tabellone almeno da Masters 1000 quello dello statunitense, che ha rispedito a casa tutti gli avversari tra sé e il sombrero del vincitore. La vittoria arriva in un momento della stagione in cui i tornei sul veloce iniziano a lasciare il posto a quelli in terra rossa ma il margine per poter far bene c’è ancora. Dalla sua, infatti, ha ancora il Sunshine Double di Indian Wells e Miami, in cui potrà far valere la sua esperienza mista al suo incontrovertibile stile di gioco aggressivo e d’attacco.

CHI È ZIO SAM – 30 anni ad ottobre, Querrey non è mai andato oltre la vittoria di un 500, bissando domenica il successo di Memphis del 2010. Sempre tornei di basso profilo per lui, mai riuscendo neanche a raggiungere la finale in un Masters 1000. Di grande prestigio il quarto di finale raccolto nello scorso Wimbledon, quando in preda a un killer instinct che gli permise di sconfiggere un certo Novak Djokovic perse solo dal poi finalista Milos Raonic. Tennis prettamente americano, se vogliamo, il suo: grande esplosività al servizio, ottimo diritto in uscita ma qualcosa da ridire sugli altri fondamentali, non all’altezza dei precedenti. Il suo metro e novantotto per 91 chilogrammi non lo facilita negli spostamenti e preferisce dunque prendersi qualche rischio in più piuttosto che logorarsi con lunghi scambi da fondo. Ecco uno dei motivi dei tantissimi tie-break disputati in carriera, ben 13 solo nelle 16 finali disputate. Il nativo di Las Vegas detiene anche il record di ace consecutivi in una match, ben 10, nel torneo di Indianapolis nel 2007, quando a farne le spese fu James Blake.

GIGANTE BUONO – Il tennista che da piccolo voleva diventare un giocatore di baseball, e che il padre invece indirizzò verso il tennis, continua a giocare e a stupire con i suoi exploit a tutti i livelli. Ben 16, infatti, le vittorie in carriera contro i top 10, a dimostrazione di come l’americano sia un giocatore che in alcune circostanze è meglio evitare di affrontare. Fan club personale e opere di beneficenza contribuiscono poi a costruire un bel personaggio anche fuori dal campo, a dimostrazione che anche i giganti sanno essere buoni.

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