Rafa Nadal: la donna, il sogno e il grande incubo

Il 2014 è terminato sotto i ferri e senza Finals, mentre il 2015 inizia con un grande punto interrogativo per il campione iberico

L’eliminazione ai quarti di finale degli Australian Open 2015, dopo la netta sconfitta subita da Tomas Berdych in tre set, ha sicuramente più di un volto per il N.3 del mondo Rafael Nadal, vice campione dell’edizione scorsa del torneo. Il clima che si è creato intorno alle sue condizioni, sia fisiche che mentali, sta sicuramente segnando questi mesi di transizione tra l’ormai archiviata stagione 2014 ed un 2015 che ha mostrato poco o (quasi) niente di tutte le forze in gara, fatta eccezione per il nuovo stop dello sfortunatissimo Juan Martin Del Potro.

Fans ed appassionati di tennis in generale iniziano a cercare una risposta al momento dei primi dieci (e anche più) giocatori in classifica, tutti con qualche blind spot rispetto al loro futuro: Djokovic e il piccolo Stefan, Federer e le sue 33 primavere, Murray e la rincorsa al podio, i soliti comprimari dell’ultima ora e via discorrendo.

E Nadal?

6-2 6-0 7-6 è il punteggio rimediato da quel Tomas Berdych che prima di questa giornata di gennaio era stato semplicemente un birillo da aggirare, viste le ultime 17 vittorie su altrettanti incontri tra i due, e sebbene non ci fosse da aspettarsi un trionfo da un Nadal decisamente lontano dal 100%, è anche normale cercare di capire se Rafa ci è o ci fa.

Tomas Berdych (R) of the Czech Republic reacts after defeating Rafael Nadal of Spain in their men's singles quarter-final match at the Australian Open 2015 tennis tournament in Melbourne

Spiego meglio: l’impressione data dal Nadal degli ultimi anni è quella di assoluta onnipotenza con un giusto ausilio fisico, eppure i tanti, tantissimi infortuni subiti in carriera gli hanno ad ora impedito di sfruttare quella che sembrava apparire una superiorità disarmante, su quasi tutte le superfici ed in quasi tutti i periodi dell’anno. Che si giochi in due è vero, e tutti i grandi campioni avrebbero vinto almeno il doppio in carriera se non avessero avuto davanti i loro rispettivi nemici giurati, che fosse esso uno solo o che fossero vari tennisti tutti insieme, eppure l’oscura situazione fisica nel maiorchino lo ha messo su di un altro piano rispetto ai suoi colleghi, nel bene e nel male a seconda del soggetto posto a giudicarlo: chi lo accusa di essere un freddo calcolatore, chi di aver abusato del suo fisico, e ancora chi lo vedrebbe come un campione intrappolato nei suoi infortuni o in un’era con tanti di quei campioni che già così l’impresa sarebbe da considerarsi compiuta.

Avevamo già parlato dei suoi numerosi problemi con il fisico, con l’intenzione di arrivare preparati per le ATP Finals che è finita in un nulla di fatto, oltre alla bufala della separazione dalla sua fidanzata storica Xisca Perello che, anche se rivelatasi una bufala natalizia, ha fatto tornare d’attualità i presunti comportamenti equivoci di Rafael nelle sue numerose trasferte sportive in giro per il mondo. Se adesso gli Open australiani lo lasciano libero di concentrarsi sulla sua amata terra rossa, le risposte alle domande di tutti quanti gli interessati tardano ancora ad arrivare. Da qui non si può fare altro che giocare meno tornei? Fine della ricorsa ai 17 Slam di Federer? Testa solo al Roland Garros e non più alla classifica?

Sulle attuali condizioni del nipote, ha parlato a seguito della sconfitta della Rod Laver Arena lo zio-allenatore Toni Nadal:”Nadal è stato perfetto prima della partita, ma oggi non ha giocato abbastanza bene. A volte abbiamo perso qui (Melbourne, ndR) e poi vinto al Roland Garros. Nello sport tutto cambia in fretta”.

La gara con Berdych è sembrata a senso unico, e non è stato di certo Toni a dire il contrario:”Rafael ha giocato male, si è dimostrato troppo nervoso e ha commesso diversi doppi falli, mentre l’altro è venuto avanti con l’idea di attaccarlo, avendo poi la meglio. Ha giocato molto male due set, e quando ha reagito era troppo tardi.”

2012 Australian Open Previews
Anche tante questioni sul suo prossimo futuro, dunque, a proposito delle quali il “Mourinho del tennis” ha risposto in modo molto generale:”Ora dobbiamo fare le stesse cose, quelle che abbiamo fatto per molti anni e che sono andate bene. Non faccio tragedie quando perdiamo, perché nello sport un giorno sei qui e l’altro… Dove finirà non so, se uno, due o 22 “.

Obiettivo Rio, dunque, e poi lanciati verso “casa”, quel Roland Garros che mai come quest’anno sembra essere in grado di dare tante risposte sulla apparente fase calante di Nadal, che avrà anche più vite di una cucciolata di gatti, ma che vede da vicino i 30anni, e con un fisico spremuto fino all’ultima goccia o quasi, rischia seriamente di contare poche altre frecce nella sua faretra.

La speranza, per chi ama il tennis e tutti i suoi interpreti in maniera incondizionata, è quella di vedere un Nadal ancora competitivo su ogni superficie, capace di epiche schermaglie a colpi di pennello, o di banana shot, per rinnovare ancora una volta la volata con gli altri campionissimi top class, finché l’età troppo avanzata non ce li porti via, pensando a quanto farà male.

Sarà allora che ci accorgeremo di quanto ci mancheranno.

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