Woodbrige: “Per Djokovic sarebbe stato meglio perdere un match nell’ultimo mese”

Tutti i giocatori, gli ex campioni e gli addetti ai lavori che sono stati intervistati in questo momento, non hanno mai messo in discussione che Novak Djokovic è il favorito per il Roland Garros.  Ma Todd Woodribge ha rilasciato a Asociated Press una riflessione diversa, che rallenta gli entusiasmi e frena sulle possibilità di Djokovic di vincere a Parigi.

“C’è un differenza molto sottile tra essere ben posizionato e l’esagerazione di questo favoritismo. Io penso che in questo momento Nole abbia su di sé moltissima pressione, a causa della brillantezza della sua stagione finora. Indipendentemente da come sta giocando, nessuno può non pensare a questo aspetto, e la sconfitta è dietro l’angolo. Credo che per lui sarebbe stato meglio perdere un match nell’ultimo mese, solo per sfogare un po’ di pressione, e alzare l’attenzione”.

Woodbrige Nole

Qualcosa di simile è accaduto nel 2011, quando Djokovic è arrivato alla semifinale di Parigi con un impressionante statistica di 43 partite vinte e 0 perse in stagione, ma è stato sconfitto da Roger Federer, nonostante le vittorie in quattro master 1000 in finale su Nadal.

“A volte, per vincere si spende una quantità enorme di energie emotive. Infatti, la sfida più grande per Djokovic al Roland Garros sarà far fronte ai suoi nervi. In fondo la forza fisica e mentale non gli manca, soprattutto sulla terra rossa. Fortunatamente per lui, nessun giocatore sembra essere  in grado di tenergli testa”.

Nole roma 2015 Parigi

Ci sono però altri due fattori che aiutano Djokovic: l’esperienza e la maturità. La sua situazione attuale, infatti, è molto diversa da quella di quattro anni fa. Nel 2011, Nole stava attraversando un periodo in cui era invincibile a livello di gioco. Sovrastava ogni avversario con un tennis di livello altissimo, che non lasciava scampo nemmeno a Nadal sulla terra rossa. Tuttavia, era per lui la prima volta in cui otteneva tutti questi successi, e non aveva la maturità né fisica né mentale per fronteggiare quella situazione. Il serbo giocava ogni match al massimo, dando fondo a tutte le sue forze.

Adesso, invece, è un giocatore esperto, in grado di dosare tutte le energie, sia fisiche che mentali. Ne abbiamo avuto la dimostrazione proprio a Roma: nei primi turni Novak è partito piano, non mostrando il suo miglior tennis. In finale, quando serviva, è invece riuscito a tirar fuori il suo meglio, e ha nettamente sconfitto Roger Federer. Il numero 1, quindi, sembra in grado di gestire le proprie energie e le proprie emozioni, e di non farsi sopraffare dalla pressione, che negli ultimi anni gli ha impedito, insieme a Nadal, di portare a Belgrado la coppa dei Moschettieri.

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