2018 Wta Coach of the year: cinque tecnici si contendono il riconoscimento

Le nomination per il prestigioso riconoscimento del 2018 Wta Coach of the year: Darren Cahill (per il lavoro svolto con Simona Halep), Kamau Murray (tecnico di Sloane Stephens), Wim Fissette (l'allenatore che ha firmato la “resurrezione” di Angelique Kerber) e Thomas Drouet, artefice dell'ascesa di Timea Babos e della consacrazione della tennista ungherese come doppista. Sascha Bajin, ex sparring e collaboratore di Serena Williams ora tecnico di Naomi Osaka.

A stagione conclusa è tempo di bilanci e riconoscimenti. Il prossimo 4 dicembre sarà il giorno della proclamazione del coach dell’anno per quanto riguarda il circuito Wta. Cinque i candidati, scelti attraverso il voto dei colleghi: a contendersi il premio di Coach of the year saranno Darren Cahill, Kamau Murray, Wim Fissette, Thomas Drouet e Sascha Bajin.

Darrren Cahill è ovviamente in lizza per il lavoro svolto con Simona Halep. La tennista rumena, sotto la guida del tecnico di Adelaide, con il titolo centrato al Roland Garros ha finalmente sfatato il tabù slam. Simona Halep ha chiuso il 2018 in vetta al ranking. Prima posizione raggiunta nel 2017 a Pechino e persa quest’anno per quattro settimane (dal 29 gennaio al 25 febbraio), in concomitanza con la sconfitta per mano di Caroline Wozniacki nella finale degli Australian Open. La partnership Halep-Cahill si è chiusa a inizio mese: Darren Cahill ha deciso di staccare per un anno con gli impegni tennistici a tempo pieno e dare priorità alla famiglia.

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Simona Halep non ha ingaggiato un nuovo tecnico e intende partire nel 2019 senza un allenatore in pianta stabile. La tennista di Costanza deciderà più avanti e solo dopo aver provato a gestirsi in autonomia per qualche mese.

Kamau Murray, per quanto non abbia affiancato Sloane Stephens alle Wta Finals (il tecnico non era a Singapore perché aveva da onorare un impegno preso da tempo con la famiglia Clinton nel suo Tennis Center di Chicago), sarà ancora al fianco della campionessa di Flushing Meadows 2017. Il sodalizio tra i due funziona e anche quest’anno, i risultati sono arrivati. Per Sloane è mancata la conferma in un torneo dello Slam, ma una finale al Roland Garros per gran parte dominata e poi persa da Simona Halep, non è da considerarsi un fallimento. La terra non è la superficie preferita della statunitense e nonostante ciò Sloane Stephens ha giocato a Parigi come una specialista, mostrando una straordinaria eleganza nei movimenti. La tennista americana ha arricchito il proprio palmarès con il trofeo sollevato a Miami e centrando, alla prima partecipazione, la finale alle Wta Finals di Singapore.

Wim Fissette ha firmato la “resurrezione” di Angelique Kerber. Dodici mesi fa, reduce da una stagione disastrosa, Angelique Kerber era fuori dalla top 20 e aveva ceduto a Julia Goerges lo scettro di numero 1 tedesca. Dopo l’addio a Torben Beltz, storico coach che ha condiviso con la Kerber i trionfi a Melbourne e Flushing Meadows 2016, la tennista di Brema si è affidata a Wim Fissette. Tornata in grande spolvero, a inizio anno ha messo immediatamente le mani sul trofeo di Sydney e sfiorato la finale agli Australian Open. Poi la flessione, che è una costante di tutte le giocatrici allenate da Fissette. Nemmeno la vittoria a Wimbledon ha salvato il rapporto con il tecnico belga. Un sodalizio compromesso probabilmente dai risultati (che, ad esclusione della partenza sprint australiana e Wimbledon, sono stati complessivamente deludenti) e andato in frantumi poco prima della scadenza del contratto. Alle idee divergenti si è aggiunta la richiesta di un ritocco dell’ingaggio da parte di Fissette. Angelique Kerber ha temporeggiato, il belga si è guardato intorno e la campionessa tedesca non ha gradito. Il benservito a Fissette alla vigilia delle Wta Finals è stato la reazione di Angie Kerber. Il belga, intanto, come era ampiamente prevedibile, poco dopo si è “accasato” con Vika Azarenka per ridare vita a una collaborazione che si era interrotta quando la bielorussa in attesa del piccolo Leo si era dovuta giocoforza fermare. Nel 2019 la tre volte campionessa Slam sarà seguita da Rainer Schuettler. Per Angelique Kerber si tratta di una sorta di ritorno alle origini. Nel 2011, poco prima di centrare le semifinali agli Us Open, la Kerber si era allenata a Offenbach, nell’accademia gestita da Rainer Schuttler. Per Angie era importante trovare un allenatore con il quale potersi confrontare in tedesco e di esperienza nel circuito. Requisiti che il coach quarantaduenne possiede, sebbene non abbia finora affiancato una donna. Schuetttler difatti ha collaborato con Janko Tipsarevic e Vasek Pospisil. Il tecnico nativo di Korbach ha tuttavia le idee chiare: carichi intensivi, dato che la Kerber ha bisogno di essere al top fisicamente per esprimersi al meglio e lavorare sul servizio della tennista di Brema.

Angelique Kerber-Wim Fissette
Angelique Kerber-Wim Fissette

Thomas Drouet è il tecnico che ha accompagnato l’ascesa di Timea Babos. Il 2018 dell’atleta ungherese è stato soprattutto all’insegna del doppio e dell’accoppiata vincente con Kiki Mladenovic: Australian Open e Wta Finals i sigilli più prestigiosi, ai quali vanno ad aggiungersi il titolo di Birmingham e la finale di Madrid. La Babos è attualmente numero 3 in doppio (ma ha raggiunto la prima posizione a luglio), e solo 10 punti la separano dalla vetta presieduta dal duo Krejcikova-Siniakova. L’ungherese ha chiuso la stagione da singolarista al numero 59, con all’attivo la vittoria a Taiwan e la finale a Monterrey persa da Garbine Muguruza.

Sascha Bajin, ex sparring e collaboratore di Serena Williams per otto anni, e ora coach di Naomi Osaka ha guidato il 2018 trionfale della tennista nipponica. Gli Us Open e Indian Wells sono i titoli che tutte sognerebbero di vincere nell’arco di una intera carriera. A Naomi Osaka la doppietta è riuscita in questa stagione che ne ha segnato l’esplosione decisiva. Da predestinata, ma vittima di un gioco rischiosissimo a realtà e protagonista. Naomi Osaka ha chiuso il 2017 da numero 68 Wta, il 2018 in top 5. Una ascesa che non può essere scissa dalla figura di Bajin, che ha iniziato a lavorare con la giapponese proprio a inizio anno. La nuova dimensione di vincitrice di un Premier Mandatory ha creato qualche problema alla Osaka. Dopo aver vinto Indian Wells, la nipponica ha faticato nel gestire il peso delle aspettative e pressioni che improvvisamente l’hanno travolta. La fase di assestamento è durata qualche mese e la rocambolesca finale di Flushing Meadows, dominata su Serena Williams, ha mostrato una Osaka centratissima sotto l’aspetto del gioco e della tenuta mentale. Prima tennista giapponese nella storia ad aggiudicarsi una prova dello Slam, Naomi Osaka non ha dato segno della tensione che avrebbe potuto paralizzare qualunque giocatrice chiamata a giocare la partita della vita contro la più forte di tutti i tempi e per giunta a casa sua. E men che meno si è fatta condizionare dalla battaglia personale ingaggiata da Serena Williams contro il giudice di sedia Carlos Ramos. Con la solidità di una veterana ha affrontato una situazione surreale, compreso il rumoreggiare del pubblico che dava manforte alla Williams. Dopo Flushing Meadows, nonostante qualche infortunio, Naomi Osaka ha raggiunto la finale a Tokyo e la semifinale a Pechino.

5 comments
  1. Fissette. È un mercenario, ma non sbaglia mai un colpo con le sue assistite ed ottiene tutto in un lampo. Cahill straordinario, ma ci sono voluti 3 anni affinché Halep vincesse uno slam.

    1. Strano non ci sia il coach della Osaka, piuttosto che quello della Babos. Va bene il doppio, ma aveva vinto anche l’anno scorso le Wta Finals, anche se non con la Mladenovic. In singolare, nonostante un titolo e una finale in un international, sta precipitando. Fissette anche con la Konta aveva fatto ottime cose nell’immediato e poi la solita flessione. Solo con la Azarenka e la Clijsters (credo) ha lavorato più di una stagione

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