Australian Open, semifinale: Naomi Osaka batte Pliskova e raggiunge Kvitova all’ultimo atto

Al termine di un match lungo e intenso la tennista giapponese supera l'esecutrice di Serena Williams 6-2 4-6 6-4 in un'ora e 56 minuti. La vincitrice degli US Open 2018 conquista così un'altra finale Slam: in palio non solo il primo titolo Australian Open ma anche la prima posizione mondiale.

Forse, dopo l’uscita di scena di Serena Williams, era questa la migliore finale possibile di questi Australian Open. Da una parte una Petra Kvitova in stato di grazia, brava a soffrire un lungo set per estromettere la vera sorpresa del torneo, la statunitense Danielle Collins. Dall’altra, Naomi Osaka, 21 anni e n. 4 del mondo, che supera dopo un’intensissima battaglia un’altra ceca, Karolina Pliskova, esecutrice ai quarti di Serena: la giapponese, a distanza di pochi mesi, raggiunge la seconda finale Slam in carriera, a conferma del fatto (se mai ve ne fosse ancora bisogno) che la vittoria agli US Open 2018 era tutt’altro che un caso. Sabato mattina le due campionesse si scontreranno per due grandi obiettivi: non solo il loro primo titolo Australian Open, ma anche la prima posizione mondiale nel ranking Wta. Entrambe non sono ancora riuscite a diventare n. 1. Kvitova, 28 anni, salita al secondo posto nel 2011 pochi mesi dopo la vittoria del primo Wimbledon, si è avvicinata più volte, ma le è sempre sfuggito fra le mani: una terza vittoria Slam (cinque anni dopo Wimbledon 2014) e la vetta in classifica renderebbe merito a una campionessa che ha raccolto forse ancora troppo poco per il suo talento. Dall’altra parte, per Osaka il vertice sembra solo questione di tempo, ennesima conquista di un futuro da dominatrice. Non c’è nessun precedente fra le due e la gara sembra apertissima.

 

IL MATCH – Che entrambe fossero in un ottimo stato di forma lo si sapeva: se Pliskova era reduce dal match vinto contro Serena, il successo più importante della sua carriera, la tennista di Osaka aveva demolito l’ucraina Elina Svitolina, campionessa alle Wta Finals. Lo scontro entra subito nel vivo, in un potente braccio di ferro tra ‘picchiatrici’. Sull’1 pari Osaka sale 15-40 con due occasioni di break: Pliskova le annulla, ma poi ne offre una terza ai vantaggi, che la giapponese non spreca. Più sciolta ed efficace, Osaka raddoppia il break nel settimo game, salendo 5 a 2, per poi chiudere il parziale al servizio. Nel secondo set si rivede quella Pliskova in grado di battere la minore delle Williams: eccezionale al servizio e nei colpi da fondo, inizia a mettere in seria difficoltà una ‘attaccante pura’ come Osaka: dopo un break per parte all’inizio, il parziale fila molto equilibrato: sul 5 a 4 per la ceca, Osaka pasticcia un po’ e concede break e set addirittura a 0. Anche la frazione decisiva è decisa da pochi punti: nel secondo game la giapponese è brava ad eliminare tre palle break e nel turno successivo è lei a strappare il servizio, a 0. Da lì, Pliskova non riuscirà più a riprendersi la battuta, pur avendo un’unica chance nell’ottavo game. Osaka chiude con un ace dopo 1 ora e 55 minuti (il giudice di linea chiama il servizio fuori, lei chiede l’hawk-eye e prega per un riscontro positivo: viene accontentata) e raggiunge così la sua seconda finale Slam consecutiva.

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