Carla Suarez Navarro, quindi?

Xavier Budò, uno degli allenatori di Carla Suarez Navarro, è stato interpellato da Punto de Break, blog spagnolo di tennis, sulle condizioni della tennista iberica. Carlita, grande rivelazione di fine 2014 e della prima metà del 2015, ora fatica a fare risultati. Finalista ad Anversa, Miami (perde contro Serena) e Roma (sconfitta dalla Sharapova), ha messo in riga un paio di volte anche la Kvitova e battuto la Halep. Ha dimostrato, insomma, di poter competere con le più grandi con una continuità mai vista prima. Gli ultimi due mesi, però, hanno segnato un cambio di ritmo: quattro sconfitte consecutive al primo turno (Eastbourne, Wimbledon, Stanford e Toronto). Non vince una partita da giugno: “Negli ultimi mesi l’ho vista più aggressiva e finalmente con una mentalità vincente. Questo le ha permesso il grande salto in top ten. Però i cattivi risultati sull’erba, la sua superficie più indigesta, le hanno fatto perdere fiducia. Ora si sta allenando molto duramente per tornare dove merita”. A Cincinnati avrà un’altra grande opportunità.

Fallimentare, comunque, l’esperienza negli Slam. Out al primo turno in Australia per mano della giovane rampante Witthoeft, eliminata al terzo dalla Pennetta a Parigi, umiliata dalla sconosciuta Ostapenko (6-2 6-0) in quel di Wimbledon. Male, se consideriamo che, tra il serio e il faceto, ad aprile aveva sommessamente svelato il desiderio di diventare la numero uno del mondo. Senza dimenticare, ovviamente, le tantissime finali perse (un trofeo vinto su nove finali disputate).

La sua scalata portentosa e costante è stata frutto di profonde novità, soprattutto tecniche. Una nuova racchetta, una migliore incisività al servizio e soprattutto una nuova posizione di gioco. Incredibile a dirsi, ma la Suarez Navarro (famosa, tra le prime trenta del mondo, per stare due metri dietro la linea di fondo alla Gasquet) si è spostata avanti e non di poco. Per fare questo si sono resi necessari alcuni accorgimenti: per colpire dalla nuova posizione, ecco una preparazione più veloce del colpo, nuove soluzioni come l’incrociato stretto e una capacità rinnovata di mascherare la direzione.

Il problema, in fondo, resta sempre quello: manca un po’ il fuoco dentro. Ma forse è il prezzo da pagare per poter ammirare il rovescio più bello del circuito.

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