Cosa aspettarsi da Halep e Bouchard nel 2015?

Se vi chiedessimo quali sono state nel 2014 le rivelazioni del circuito femminile, siamo certi che il 99% di voi d’istinto risponderebbe Eugenie Bouchard e Simona Halep. Noi di Tennis Circus siamo curiosi, si sa, ed è per questo che a pochi giorni dall’inizio della nuova stagione tennistica non ci limitiamo ad aspettare il corso degli eventi, noi cerchiamo di prevederli. Dunque la domanda del giorno è: nel breve periodo, per queste due tenniste ci sono ulteriori margini di miglioramento o sono destinate ad una regressione?

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Partiamo dalla numero 3 del mondo Simona Halep, classe 1991, fino a due anni fa nota ai più, solo o quasi, per essersi fatta ridurre il seno pur di migliorare il proprio gioco, all’epoca in pochi avrebbero scommesso un solo centesimo su di lei. Sino a quando nel maggio del 2013, come un fulmine a ciel sereno, d’improvviso all’ombra del Cupolone qualcosa cambia, una nuova luce si accende nei suoi occhi.

Agli Internazionali Bnl d’Italia 2013 il ciclone Halep parte dalle qualificazioni e sembra essere irrefrenabile, batte in serie la Balducci, l’ex n°5 Daniela Hantuchova, l’ex n°2 Svetlana Kuznecova, la n°4 Aga Radwanska, la nostra Robertina Vinci e l’ex n°1 Jelena Jankovic, per poi arrendersi solo in semifinale allo strapotere di Serena Williams (6-3; 6-0). Da questo momento in poi la rumena non si ferma più, sembra aver acquisito  una nuova consapevolezza, anche i colpi più impensabili, quelli che sfidano le leggi della fisica animati da una forza oscura e misteriosa le entrano, per non parlare della sua condizione fisica e mentale, sembra essere a dir poco una giocatrice nuova.

Il 2014 è stato senza alcun dubbio il suo anno, con i quarti di finale raggiunti agli Australian Open, la semifinale a Wimbledon, la storica finale (prima finale Slam della sua carriera) al Roland Garros, il best ranking di numero 2 al mondo (raggiunto alla vigilia degli Us Open), fino alla vera e propria ciliegina sulla torta, ovvero l’exploit della finale raggiunta al Master di Singapore.
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A chi le chiede qual è il segreto del suo successo Simona, sorridendo, risponde “Penso di avere più esperienza, credo di più nelle mie possibilità, ho più fiducia in me stessa e penso che posso giocare ad un  altissimo livello”.  A queste parole ci permettiamo di aggiungere qualche altro aspetto: la sua fame atavica di vittoria; la sua continua voglia di migliorarsi, Simona vuole raggiungere il massimo ed è disposta a passare sopra tutto e tutti pur di raggiungerlo, che si parli di un paio di taglie di reggiseno o dell’allenatore che l’ha portata al successo, Wim Fissette, in nome della vittoria per lei tutto è sacrificabile.

La rumena si distingue costantemente da buona parte dei suoi colleghi, snobba party, esibizioni e social network, passando buona parte delle sue vacanze ad allenarsi duramente isolata dal resto del mondo. Se è vero che riconfermarsi è molto più complicato che affermarsi, è anche vero che Simona è abbastanza scaltra per capirlo da sola, per questo ha deciso di investire buona parte dei propri guadagni non in ville o macchine di lusso, bensì per migliorare il proprio team.  La numero uno romena da ottobre ha ingaggiato 2 nuovi coach: il connazionale Victor Ionita (un rumeno a detta di Simona parla e dunque pensa come lei) e soprattutto lo svedese Thomas Hogstedt, ex allenatore di Li Na, Maria Sharapova e Caroline Wozniacki.

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Prima di arrivare alle considerazioni finali, veniamo all’altra rivelazione dell’anno, la canadese Eugenie Bouchard.  Nata il 25 febbraio 1994 a Westmount, Genie è sicuramente la tennista più promettente dell’attuale panorama tennistico. Sin dai primi mesi della scorsa stagione la WTA l’ha notata, da subito nei piani alti si sono resi conto di avere tra le mani una ragazza abbastanza giovane e bella da poter sostituire Maria Sharapova, così in pochi mesi l’hanno letteralmente trasformata nel nuovo volto mediatico del circuito, non perdendo occasione per ostentare la sua presenza.

Ma Genie non ci sta, il ruolo di bella statuina le sta decisamente stretto, lei si sente prima di tutto una tennista e nelle occasioni che contano non ha perso occasione per dimostrarlo. Se Simona Halep nel 2014 ha dimostrato molto, Eugenie Buochard si è addirittura superata, in un solo anno ha infatti conquistato: il primo titolo Wta in carriera (a Norimberga); 2 semifinali Slam (Australian Open e  Roland Garros, in entrambe le occasioni si è arresa solo alle future vincitrici dei tornei Li Na e Maria Sharapova); la finale a Wimbledon sconfitta da una Petra Kvitova decisamente On Fire; e il best ranking di n° 5 al mondo (raggiunto il 20 ottobre 2014).

Se non fosse stato per un finale decisamente da dimenticare, parliamo ovviamente della sua partecipazione al Master di fine anno, in cui sin dai primi minuti è apparsa spaesata e fuori posto, il suo 2014 potrebbe esser definito perfetto. Neppure in quanto a voglia di migliorarsi Genie ha voluto essere inferiore a Simona, anche lei, infatti, ha avuto il coraggio di cambiare tutto, dicendo addio al suo storico coach Nick Saviano.
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La giovanissima canadese si affaccia alla nuova stagione con i migliori propositi “Ho intenzione di utilizzare le esperienze fatte lo scorso anno, non ho intenzione di passare l’anno preoccupandomi di difendere tutto. Non è proprio il tipo di mentalità che voglio”, si è detta inoltre orgogliosissima dei miglioramenti fatti in un lasso di tempo così breve e pronta per un ulteriore salto di qualità.

“Ho sempre creduto in me stessa”, ha aggiunto in una recentissima intervista, posso trionfare ancora molto e voglio vincere un Major. Ho giocato già una finale, perciò spero di raggiungere l’ultimo atto ancora una volta in modo di sfruttare l’esperienza acquisita Wimbledon quest’anno”.

A partire da domenica le vedremo di nuovo in campo, Eugenie anche quest’anno ha deciso di aprire la stagione partecipando in coppia con il connazionale Vasek Pospisil alla Hopman Cup, perché come dice lei, quì  “ti puoi confrontare con grandi giocatori. Hai tre partite da giocare garantite anche se perdi la prima, è un format molto utile per noi”, mentre Simona senza aver nulla da difendere è volata alla volta di Shenzhen.

A nostro modesto avviso, con una Serena Williams più agguerrita che mai (alla ricerca spasmodica del 19esimo Slam), con il ritorno sicuramente non indolore di Vika Azarenka, con la costante certezza di Maria Sharapova e lo splendido momento di forma di Ana Ivanovic e Caroline Wozniacki, per queste due giovani tenniste raggiungere nel 2015 i picchi toccati nella scorsa stagione non sarà facile. I punti da difendere sono davvero tanti e la concorrenza aumenta. Per di più cambiare allenatore è sempre un azzardo, il buon vecchio detto “squadra che vince non si cambia” più volte si è dimostrato veritiero. Alla domanda iniziale dunque rispondiamo con grosso punto interrogativo.

Nel futuro di questo sport potranno sicuramente dire la loro, la giovane età, la determinazione ed il talento  sono tutte dalla loro parte, ma non siamo certi che ciò avverrà nel breve periodo. Nelle occasioni cruciali, vedi le finali a Parigi e al Master per Simona e la finale a Wimbledon per Eugenie, le due sono inesorabilmente mancate, di fronte alla maggiore esperienza delle avversarie si sono sciolte come neve al sole. Se dovessimo scommettere su di loro, ad istinto, punteremmo qualcosa in più sulla canadese, ma le nostre sono solo supposizioni, o se preferite farneticazioni figlie dell’astinenza da tennis giocato. Per i reali riscontri non ci resta che aspettare: in questi casi è il tempo il giudice migliore, solo lui alla fine potrà dirci se avevamo ragione o se ci eravamo impietosamente sbagliati.

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