Flavia e Francesca, donne da primato. (Aspettando le nuove leve)

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La rivalità tra Flavia Pennetta e Francesca Schiavone ha segnato un’epoca del tennis azzurro, negli ultimi anni però il binomio d’oro si è un po’ sbiadito, causa l’uscita di scena di Francesca dal tennis che conta e la ribalta di Errani e Vinci. I fatti però  dicono che Flavia e Francesca restano ancora le numero uno.

di Lorenza Paolucci

C’erano una volta Flavia Pennetta e Francesca Schiavone, o meglio ci sono ancora ma in modi e tempi diversi, le loro carriere vissute sempre parallelamente fin dall’adolescenza, negli anni si sono allontanate. Eppure la rivalità tra le due ragazze d’oro del tennis italico, ha scritto pagine importanti dello sport azzurro: sono state loro le prime a riportare agli onori della cronaca lo sport con la racchetta, a contendersi copertine e palcoscenici. Una rivalità passata in secondo piano negli ultimi tempi, con Flavia che tra un infortunio e l’altro si è riconquistata uno spazio nel tennis che conta, dove Francesca sembra non riuscire (comprensibilmente) più a competere. L’ascesa poi di Sara Errani e Roberta Vinci ha spostato l’attenzione su altri successi ma le Cichi’s non sembrano avere lo stesso appeal mediatico delle compagne di Fed Cup.
Il dualismo tra Flavia e Francesca è sempre apparso da una parte limpido, dall’altra misterioso. Diverse in tutto, dal gioco al look, dal carattere al rapporto con la notorietà: “due poli opposti che si attraggono“, definì una volta Flavia il loro rapporto. C’è chi sulla loro amicizia ha provato a gettare ombre e veleno, definendola di facciata: “Sono diverse, non si sopportano, non hanno rapporti, perchè fare finta del contrario “, disse una volta la medaglia olimpica Raffaella Reggi. Tesi che contrasta con le dichiarazioni delle dirette interessate, con le vacanze condivise, con i racconti delle bravate compiute a quattro a mani ai tempi degli allenamenti al Centro Federale, con le vittorie in nazionale dove solo un gruppo che funziona può arrivare.
Pennetta e Schiavone  al contrario, sono sempre state l’esempio palpabile che nello sport si può essere rivali ma anche amiche, tanto da raccontare di cene post partita dopo i duelli in campo. Se si pensa all’inimicizia dichiarata tra Kirilenko e Sharapova, o ancor di più a quella tra Ivanovic e Jankovic,  il rapporto tra Flavia e Francesca è un’ eccezione lodevole, specchio di semplicità ed intelligenza, il volto bello dello sport che questa volta è tutto italiano.
E non che non abbiano mai avuto motivo di non piacersi, dato che fin da ragazzine non hanno fatto altro che rincorrersi e sgomitarsi per conquistare i traguardi che contano. Una rivalità nata sulla scia di un talento comune, quanto di divergenze tecniche e che al tennis azzurro ha portato solo frutti.
Francesca ha la terra rossa nel sangue, superficie sulla quale gioca un tennis d’elite e non di sfinimento, fatto di variazioni, accellerazioni e discese a rete. Unica italiana in grado di battere Serena Williams, in un’epica serata romana e l’unica insieme alla Pennetta a combattere alla pari con le più forti.
Flavia corre su di una strada parallela, cresciuta anche lei a pane e terra rossa ma travolta dal calore spagnolo. Nella scuola iberica ha imparato a giocare talmente bene sul veloce da scordarsi risultati di rilievo sul rosso, più per un fattore ambientale che tecnico. Il suo è un tennis da fondo, più ordinato e meno estroverso ma chirurgico e preciso.
In comune hanno sempre avuto il grande difetto di non sapere cosa fosse la costanza, Francesca soprattutto, tanto da riuscire a far apparire Flavia una giocatrice continua.
Ma se la loro rivalità non è più da copertina, i risultati restano indelebili negli anni. Aspettando le nuove leve, o altri importanti numeri della Errani, i fatti ci dicono che Pennetta e Schiavone restano le n.1.
Le due finali al Roland Garros di Francesca, con l’apoteosi nel 2010, non sono un caso ma la dimostrazione che la Schiavo in quegli anni sul rosso era tra le migliori al mondo. Accusata spesso di non essere abile sul veloce, la milanese zitta zitta, ha vinto il prestigioso torneo di Mosca, e fatto quarti di Slam a Wimbledon, Melbourne e New York. La vittoria di Parigi la incorona come l’italiana più forte di tutti i tempi, specie sulla superificie tanto cara a noi italiani.
Flavia invece le sue imprese più grandi le ha conquistate sul cemento, non serviva una semifinale a Flushing Meadows ed il Premier Mantadory di Indian Wells per consacrarla come miglior racchetta di sempre sul veloce ma lei ha voluto sottolinearlo, giusto per fugare ogni dubbio e rispondere con i fatti alle critiche che spesso le sono piovute addosso. Dicono che Camila Giorgi con il suo tennis sublime sul rapido, potrebbe raggiungerla e superarla, l’Italia l’aspetta, ma per addesso Flavia si gode i suoi primati.
Francesca Schiavone e Flavia Pennetta sono state le prime donne a conquistare un torneo del Grande Slam, un Premier (Los Angeles 2009 da parte della Pennetta) ed un Premier Mantadory, i titoli più prestigiosi in campo tennistico.
La loro rivalità non farà più notizia ma i numeri parlano chiaro.
Le nuove (promesse e certezze), si rimbocchino le maniche.

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