La cinquina di Elina Svitolina

L'ucraina conquista a Toronto il quinto titolo stagionale ed entra nella storia della WTA: è la prima ad aggiudicarsi tre Premier Five nella stessa stagione.

Di rosso vestita, Elina Svitolina ha fatto ieri la storia del tennis femminile dominando la finale degli Open del Canada. La ventiduenne di Odessa è infatti diventata la prima giocatrice capace di aggiudicarsi tre Premier 5 nella stessa stagione da quando (2009) la WTA ha adottato questa nuova classificazione dei tornei. Il percorso affrontato dall’ucraina a Toronto è stato al contempo esaltante e particolarmente duro; basti pensare che, per arrivare a sollevare il suo quinto trofeo stagionale, Elina ha dovuto battere ben quattro Top-10.

Accreditata della quinta testa di serie e dopo essere entrata in tabellone con un bye, la Svitolina ha infatti sconfitto al secondo turno la russa Kasatkina prima di regolare nell’ordine Venus Williams (9), Garbiñe Muguruza (4), Simona Halep (2) e Caroline Wozniacki (6). Il suo è stato un crescendo inarrestabile e solo la campionessa di Wimbledon è riuscita in qualche modo ad impensierirla, strappandole l’unico set del torneo (4-6, 6-4, 6-3). Per il resto Elina ha inflitto lezioni severissime alle altre, come il doppio 6-1 inflitto alla Halep in semifinale o il 6-4, 6-0 con cui ha condannato la Wozniacki al sesto ko in finale (su sei) della sua stagione.

“È stata una settimana magnifica, culminata con il raggiungimento della quarta posizione nel ranking mondiale. Ho eguagliato Andrei Medvedev e adesso il mio obiettivo è superarlo, per diventare la tennista ucraina meglio classificata di sempre” ha dichiarato Elina ai giornalisti dopo la premiazione di Toronto. Pur avendo confermato di essere competitiva su ogni superficie, è sul duro che la Svitolina ha edificato la sua attuale leadership nella Race to Singapore. Tra febbraio e marzo infilò quindici vittorie consecutive (aggiudicandosi i titoli di Taipei e Dubai) prima di perdere a Indian Wells dalla Muguruza e adesso, dopo l’exploit canadese, punta dritta a Cincinnati e agli US Open.

Gli altri due trofei sono arrivati invece sulla terra (Istanbul e Roma), intervallati però dalla brutta sconfitta di Madrid contro Saisai Zheng e dal deludente epilogo del quarto di finale al Roland Garros, in cui era avanti 6-3 e 5-1 con la Halep prima di subire una clamorosa rimonta. “Ci sono cose su cui devo ancora lavorare tanto ma ho appena 22 anni e tante partite davanti a me. Anche se a volte è dura digerire certe sconfitte, c’è sempre qualcosa da imparare. Adesso voglio solo continuare a stare bene e progredire con il mio gioco”.

In questo apparente medioevo del tennis femminile, in cui per motivi diversi sono venute a mancare pressoché contemporaneamente le figure che ne hanno fatto la storia negli ultimi anni, non è detto che questa continua alternanza al vertice di nomi più o meno nuovi sia necessariamente un aspetto negativo. Del resto, che lo si voglia o meno, un ricambio è necessario e, in attesa di una nuova stella capace di imprimere il suo sigillo sul circuito maggiore, le luci della ribalta che illuminano ora l’una ora l’altra giocatrice del momento contribuiscono a fornire al pubblico sempre nuove soluzioni, sia pur all’interno di un’omologazione tecnica del gioco che in fondo è la vera spina nel fianco della WTA.

Del resto, i processi di trasformazione richiedono tempi lunghi e avrebbero bisogno del conforto dei risultati, che invece al momento premiano un’impostazione tecnica e un credo tattico piuttosto comune, se non proprio del tutto esclusivo, alla totalità o quasi delle giocatrici. Insomma, per intenderci, non si prescinde dalla filosofia del gioco di pressione da fondo campo con rare discese a rete. All’interno di questa tendenza, c’è poi chi ha maggiore propensione al rischio e chi invece prova a contenere di più il palleggio. Ecco, Elina è lievemente più conservativa rispetto alla media e alla base dei suoi successi c’è anche la capacità di limitare il numero dei gratuiti.

Un paio di giorni di riposo e da mercoledì la Svitolina sarà ai nastri di partenza di un altro prestigioso Premier 5, quello di Cincinnati. Anche in Ohio partirà con la testa di serie n°5 ed è stata collocata nella metà bassa del tabellone, quella di Simona Halep (2) e Angelique Kerber (3). Dopo il bye al primo turno, se la vedrà o con la connazionale Tsurenko o con Anastasia Pavlyuchenkova, che quest’anno l’ha battuta al terzo turno degli Australian Open. Non è da escludere che Elina possa risentire delle fatiche accumulate in Canada e un eventuale prematuro passo falso non intaccherà in alcun modo questo suo eccellente 2017.

Adesso, anche in vista di New York, un ulteriore passo avanti deve essere fatto nelle prove dello slam, in cui l’ucraina non è mai andata oltre i quarti di finale (raggiunti due volte a Parigi, nel 2015 e 2017). Questa sembra essere la volta buona anche se, ad ogni svolta, la WTA sa proporci sempre nuove soluzioni. Staremo a vedere.

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