Le montagne russe di Caroline Wozniacki

Al settimo tentativo Caroline Wozniacki conquista il primo titolo della stagione, riscattando le passate delusioni della stagione. E ora che è finalmente in fiducia sarà una vera e propria mina vagante per tutto il resto della stagione

Il 2017 del tennis femminile è stato protagonista di un’annata di “transizione”. Le assenze di giocatrici come Azarenka e Williams e le scarse forme fisiche di Sharapova, Kvitova e Radwanska, hanno condizionato di molto la stagione. A nuove leve sempre più agguerrite, si sono affiancati ritorni di fiamma più o meno aspettati. Tra tutti, quello della ventisettenne Caroline Wozniacki.

CAROLINE IN BREVE – Classe ’90, fa il suo esordio nel circuito WTA a soli 15 anni, nel Western & Southern Open di Cincinnati. Dopo qualche anno di assestamento, inizia a vincere i suoi primi tornei, e a battere le più forti della classifica. Il suo tennis, basato sulla difesa e sulla corsa, mette in difficoltà chiunque giochi contro di lei. La sua notevole preparazione fisica, infatti, le permette di districarsi sui campi da gioco anche nei match più lunghi. Nel 2009, le tante fatiche di Caroline vengono ripagate con la prima finale slam, a New York (persa contro Kim Clijsters). Finisce l’anno alla quinta posizione mondiale, ignara delle ottime annate che la attenderanno. Il biennio 2010/11 è infatti il periodo d’oro per il tennis della danese. Riesce a portarsi a casa ben 12 tornei, tra i quali 2 Premier Mandatory (Indian Wells e Pechino) e 3 Premier 5 (Montreal, Tokyo e Dubai). A tutto ciò si aggiunge poi la prima posizione del ranking, consacrata l’11 ottobre 2010 e mantenuta per 67 settimane. Tutto sembra filar liscio per la bella danese, ma quel qualcosa che manca continua a persistere: lo Slam. Per quanto possa impegnarsi, migliorare il suo gioco e la sua mentalità, la Wozniacki non riesce nemmeno ad avvicinarsi ad una finale slam, se non a Flushing Meadows. Dopo aver perso il controllo sulla classifica, Caroline cala drasticamente. Il gioco ormai prevedibile e il fisico acciaccato, sono un mix letale, che spinge la nativa di Odense in un circolo vizioso di sconfitte e infortuni. Qualche accenno della Wozniacki dei tempi addietro lo si ha nel 2014, dove, dopo un’ottima stagione sul cemento americano, torna in finale agli U.S. Open, sconfitta da Serena Williams. Dopo la finale, però, scompare di nuovo, uscendo dalla top 10 per l’ennesima volta. Due stagioni vissute nell’anonimato rendono Caroline una tennista mediocre, incapace di tornare ad essere la protagonista del circuito WTA. Momenti di gioia, di prestigio, amalgamati ad altri, miseri e deludenti. Una vera e propria “rollercoaster” la carriera di Caroline, il cui riassunto perfetto potrebbe essere il suo 2017.

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UN 2017 DA MONTAGNE RUSSE – Dopo l’uscita prematura all’Australian Open, ottiene la sua prima finale stagionale al Qatar Open di Doha, dove viene sconfitta da Karolina Pliskova. La settimana dopo, a Dubai, raggiunge nuovamente la finale e nuovamente viene sconfitta, questa volta da Elina Svitolina. Torna dentro la top 15 e, a Miami, si rende protagonista di una brillante semifinale contro la stessa Pliskova che l’aveva sconfitta qualche settimana prima. La finale, contro Johanna Konta, sembra essere già nelle tasche della Wozniacki, la quale però, ancora una volta, perde nell’ultimo atto di un torneo. Il blocco mentale di Caroline non le consente di giocare tranquilla e di esprimere il suo tennis liberamente. I miglioramenti, infatti, sono notevoli, soprattutto dalla parte del diritto. Dopo una pessima stagione sul rosso, l’erba di Eastbourne sembra essere il palcoscenico adatto per il primo titolo annuale. Il buon tennis espresso in tutta la settimana, però, smette di funzionare sul più bello: ennesima finale, ennesima sconfitta. Ma non è finita qui. Caroline approda in finale anche allo Swedish Open, dove perde da Katerina Siniakova. Poche settimane dopo, a Toronto, a poco le servono le grandi vittorie su Radwanska, Pliskova e Stephens: con un perentorio 6-4 6-0 perde la sesta finale su sei giocate, contro Elina Svitolina. La bionda “robottina” (così definita per il suo stile di gioco), sembra essere protagonista di un grosso scherzo del destino, definibile più semplicemente come “fenomeno Wozniacki”. Come in tutta la sua vita tennistica, per sfortuna o per incapacità, a Caroline è sempre mancata quella marcia in più che le potesse permettere di fare il salto da “buona” ad “ottima” giocatrice.

Caroline Wozniacki
Caroline Wozniacki

IL TRIONFO – La tanta attesa vittoria è però finalmente arrivata; oggi infatti, dopo aver sconfitto Anastasija Pavljučenkova per 6-0 7-5, Caroline si è aggiudicata il torneo di Tokyo, nonché primo agognatissimo titolo dell’anno. Oltre al trofeo, la “Woz” si aggiudica un posto al Master di fine anno di Singapore, che si terrà a fine ottobre. Per quanto queste notizie possano rendere Caroline e i suoi fans felici, l’amaro in bocca rimane. In una stagione dove tennis e fisico sembrano aver lavorato correttamente, accontentarsi della vittoria a Tokyo non è il massimo per una ex numero 1 del mondo. Le tante, troppe, finali perse dovrebbero far riflettere la danese sul suo lato più debole, quello mentale. Ora arriva la vera prova del nove; sarà in grado, Caroline, di continuare a tenere alto il suo livello di gioco? E, quesito ancora più importante, riuscirà, nella stagione successiva, ad accaparrarsi il suo primo titolo del Grande Slam? Qualche anticipazione potremmo averla già dalle prossime settimane, con i tornei di Wuhan e Pechino e, evento sicuramente più atteso, il Master di fine anno. Chissà, magari questa sarà finalmente la volta buona e Caroline potrà dimostrare a tutti di essere qualcosa in più che una “ex” numero 1 del mondo.

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