Lucie Safarova getta la spugna: gli Australian Open l’ultimo torneo in carriera

Lucie Safarova getta la spugna: tormentata da infortuni e malanni, la ex numero 5 del mondo chiuderà la carriera agli Australian Open. Con un palmarès di tutto rispetto: 7 titoli in singolare, 15 in doppio (dei quali 5 Slam conquistati con l'amica Bethanie Mattek-Sands) e un bronzo a Rio 2016 in coppia con Barbora Strycova.

A poco meno di 32 anni, Lucie Safarova si congeda dal tennis. Un ritiro ufficializzato dall’atleta di Brno in concomitanza con la finale di Fed Cup tra Repubblica Ceca e Stati Uniti. Lucie Safarova, che ha sostenuto le compagne di squadra dal primo all’ultimo punto, si è rivolta in ceco ai giornalisti: “Ho avuto una grande carriera, ma la salute non mi consente di continuare”. E’ tempo di dire basta alla vita con la valigia perennemente in mano, ai bruschi cambi di fuso orario e superficie. E’ il fisico di Lucie Safarova a domandarlo. Dopo 7 titoli in singolare, 15 in doppio (dei quali 5 Slam in coppia con l’amica Bethanie Mattek-Sands), un bronzo olimpico a Rio 2016 insieme a Barbora Strycova e 4 Fed Cup, l’ultimo torneo sarà a Melbourne e il palcoscenico quello degli Australian Open. Lucie giocherà sia in singolare che in doppio.

Lucie Safarova-Bethanie Mattek Sands
Lucie Safarova-Bethanie Mattek Sands

E’ beffardo che il punto più alto dell’ascesa di Lucie Safarova abbia fatto da apripista a una interminabile odissea, culminata con la decisione del ritiro. Era il 2015 e la talentuosa mancina ceca raggiunse la finale al Roland Garros. Un titolo che Lucie Safarova, nonostante l’ultima avversaria a frapporsi tra lei e la coppa fosse una certa Serena Williams, avrebbe potuto portare a casa. La costante della carriera della tennista ceca è stata la paura di vincere. La paralisi che si impossessava di quel braccio sinistro quando si avvicinava il momento di chiudere è stata spesso fatale alla Safarova. Nei frangenti decisivi la fragilità emotiva aveva il sopravvento e di botto a tutto quello che a Lucie Safarova era riuscito con naturalezza si sostituiva il caos tattico. Il crollo finale, l’intuibile epilogo. Così è stato anche in quella finale parigina del 2015, atto conclusivo nel quale Lucie Safarova era approdata con una cavalcata trionfale. Senza cedere set aveva steso una via l’altra Anastasia Pavlyuchenkova, Kurumi Nara, Sabine Lisicki, Maria Sharapova (campionessa in carica), Garbine Muguruza e Ana Ivanovic. L’incubo dei malanni era dietro l’angolo. Non a caso, il 2015 è stato l’anno d’oro di Lucie Safarova: il titolo a Doha, la finale al Roland Garros, il best ranking a quota 5 festeggiato in ospedale. Una infezione batterica, contratta durante l’estate, aveva minato il fisico della tennista ceca e ne ha condizionato a tal punto il rendimento da rovinare la partecipazione alle Wta Finals, chiusa al Round Robin con due sconfitte e una vittoria. I punti non difesi la stagione successiva, insieme al passo indietro in classifica, hanno decretato l’avvio inesorabile della parabola discendente per Lucie Safarova. E la consapevolezza di non potersi più esprimere ai livelli di tre anni fa, ha contribuito a far maturare giorno dopo giorno la decisione del ritiro. A maggior ragione dopo un biennio maledetto condizionato dagli infortuni e dai malanni. Il 2017 di Lucie Safarova si era concluso male, ma da numero 30 del mondo. Oggi la classifica fa registrare un impietoso numero 106.

Lucie Safarova Fed Cup 2018
Lucie Safarova Fed Cup 2018
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