Marion Bartoli: “Ricomincio da New York”

L'ex tennista francese vincitrice di Wimbledon dopo vari problemi di salute legati, oggi sappiamo a un virus contratto in Asia, ha corso la Maratona di New York facendo il primo passo verso una nuova vita, speriamo più serena di quella passata

L’ex campionessa di Wimbledon 2013 e top 10 Marion Bartoli, ha partecipato alla Maratona di New York. La 32enne corsa ha tagliato il traguardo in  5h40’04. La partecipazione a quest’evento sportivo di Marion  Bartoli ha un grosso significato, perchè solo pochi mesi fa l’ex tennista aveva avuto gravi problemi di salute a causa di un virus tropicale, che le aveva fatto perdere 30kg in un anno.

LA MALATTIA, IL LENTO RECUPERO – Un dimagrimento improvviso che aveva fatto preoccupare tutti i suoi fans. I media avevano supposto anche che si trattasse di anoressia  e  solo dopo lunghe indagini si è capito essere legato a un virus tropicale, contratto probabilmente durante il tour  in Asia. L’ex tennista è stata curata in Italia, a Merano,  “Finalmente sto meglio –  ha detto la Bartoli –  Gli amici e la mia famiglia mi sono stati molto vicini e devo ringraziare anche tutti i fan che in ogni modo mi hanno fatto arrivare la loro forza. Non finirò mai di ringraziarli”. “Non potevo usare il cellulare se non con dei guanti appositi e per non più di cinque minuti – ricorda l’ex campionessa di Wimbledon – Quando andavo a dormire temevo di non svegliarmi più. Ora la salute è la mia priorità. Ora do ancora più valore alla salute, alla famiglia e agli amici. Queste sono le mie priorità , ma voglio anche aver successo nella mia nuova carriera di commentatrice sportiva e pensare a cosa ho ancora davanti. La vita è bella”.

RICOMINCIO DA NEW YORK – Oggi dopo mesi di cure Marion è riuscita finalmente a vincere la sua prima sfida dopo la malattia. Correre la maratona di New York, seppure con un tempo non da record può essere considerato il primo passo della sua ripresa, e un’ennesima sfida della combattente-Bartoli, questa volta alla sua malattia.

LE MOLTE SFIDE DI MARION – Di sfide infatti la francese nella sua vita ne ha dovute affrontare molte. Prima di tutte quella riguardante gli attacchi continui  al suo stile di gioco, risultato della passione/ossessione di suo padre Walter che la sottoponeva a esercizi estenuanti. La francese infatti era bimane sia di dritto che di rovescio, un gioco aggressivo e di anticipo. Il suo servizio poi, era unico nel circuito. Ovviamente Marion aveva molto talento, ma il suo stile era un po’ troppo distante dai canoni estetici dominanti.

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“Fa male sentirsi dire certe cose quando sei piccola” aveva confessato  in un’intervista di pochi mesi fa, ripercorrendo i suoi primi anni sul campo da tennis, “Non importa cosa un maestro pensi, non può sapere come si sente il bambino” Non serve infatti uno psicologo per capire che la sua autostima non ha mai avuto vita facile.

I RAPPORTI TESI CON LA FFT – Il padre poi aveva rapporti difficili con la Federazione francese e per questo motivo Marion non partecipava quasi mai agli incontri di Fed Cup. Questo fece di lei sempre più un personaggio particolare e che ispirava poca simpatia nel circuito e fra il pubblico.

WIMBLEDON, GIOIE E DOLORI – Persino quando aveva vinto a Wimbledon, nel 2013, i media le avevano dato addosso. La BBC, di solito impeccabile nei commenti,  permise al suo commentatore John Inverdale di dire nel corso della finale fra lei e Sabine Lisicki “Mi chiedo se suo padre le abbia detto quando era piccola, ‘non diventerai mai bella, non sarai mai una Sharapova, quindi dovrai combattere ed essere dura’” Il giorno dopo aver coronato il sogno di una vita di tennis, era stata coperta di insulti su twitter riguardanti il suo aspetto. La stampa britannica, poi  quasi oscurò la sua vittoria commentando quasi esclusivamente  l’inopportuno intervento di Inverdale e, ovviamente, la vittoria di Murray. Quindi anche nel momento più bello e importante della sua carriera e della sua vita, Marion non potè godersi la gloria che si era sudata in una vita di tennis.

A CINCINNATI IN LACRIME L’ABBANDONO AL TENNIS – Poi ci fu pochi mesi dopo la decisione di abbandonare, comunicata durante il torneo di Cincinnati. “Non ho nessun rimpianto – aveva detto Marion- Il mio corpo non mi avrebbe più consentito di giocare a tennis. Mi piace ancora giocare qualche volta, ma quello che desiderio è diventare un’ottima commentatrice televisiva e stilista. Devo pensare al futuro. D’ora in poi vivrò la vita che non vedo l’ora di vivere” mentre lo diceva però Marion piangeva disperata. E “la vita che non vede l’ora di vivere” forse ricomincia da qui, da quel tempo di 5h40,04, che non sarà certo comparabile con quello che fece la Wozniaki 2 anni fa, ma che dopo tutto quello  che ha passato è come se Bartoli avesse conquistato il primo posto. Forse per la prima volta saranno tutti dalla sua parte.
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