Serena Williams: rimorso o rimpianto?

La tennista americana in una recente intervista ha annunciato di voler concludere anzitempo la stagione 2018, rinunciando di fatto agli ultimi tornei asiatici ed europei ed anche alla possibilità di partecipare al Master Elite di Zhuhai. Dopo esser stata a lungo fuori dal circuito a causa della maternità, la statunitense è tornata in azione con ottimi risultati ma senza aver eguagliato il record slam di Margaret Smith Court.

Serena Williams, alla vigilia del suo 37esimo compleanno, ha annunciato ufficialmente la conclusione della sua stagione tennistica, un 2018 per certi versi positivi, con il suo ritorno considerato da molti un’incognita. Aveva concluso il 2017 con due soli tornei all’attivo giocati e con uno slam conquistato, prima di fermarsi a causa della gravidanza. Il suo 2018 è stato di alti e bassi, con varie sconfitte pesanti e pochi tornei giocati ma sopratutto con due finali Slam raggiunte.

RESOCONTO – Per quello che avevamo visto ad inizio anno in pochi si poteva aspettare questi risultati a fine anno e sopratutto questa classifica raggiunta, poiché l’americana a Marzo partiva da numero 491 del mondo e con una condizione fisica non proprio eccellente, ma è risaputo che i ritorni nel circuito da neo mamma sono stati sempre duri, come infatti può dimostrare la stessa Azarenka attualmente. Ma grazie alla sua voglia di vincere, alla grinta che l’ha sempre contraddistinta all’interno del circuito, la nativa di Saginaw è riuscita a scalare ben 475 posizioni in classica, non un compito facile, sopratutto a 36 anni. Ma non è tutto, l’americana oltre ad aver fatto un grande balzo nel ranking mondiale, ha raggiunto due finali dello Slam, andando vicinissima ad eguagliare il numero di titoli dell’australiana Margaret Court Smith, perdendo prima dalla Kerber a Wimbledon e poi recentemente dalla Osaka agli Us Open. Insomma un 2018 più che positivo per la Williams e nonostante l’assenza di titoli ha comunque fatto capire alle sue colleghe del circuito che è tornata a tutti gli effetti.

RIMPIANTO – Certo per alcuni versi la sua annata è stata molto positiva, con molti match disputati e sopratutto l’aver ritrovato il ritmo partita per certi tratti perso. Però può essere anche l’anno dei rimpianti per quelle due finali perse a Wimbledon e New York ed anche la possibilità, non solo di eguagliare l’ex tennista australiana ma anche di superarla.  Andando ad analizzare le due partite, dal punto di vista del punteggio non c’è stata storia, match dominati e persi nettamente in due set. Andando però ad analizzare più nel dettaglio le due sfide si può capire quali concrete chance aveva di portare a casa la partita.

WIMBLEDON – Nella finale disputatasi a Londra la tennista americana è stata troppo fallosa ed anche molto ingenua su alcuni punti persi, poiché contro Angelique Kerber, nota al circuito come una delle tenniste più resistenti tra le sue colleghe, non bisogna credere di aver già il punto in tasca, dato che basta un minimo colpo mal riuscito per rimettere subito in corsa la tedesca e così è stato infatti, molti errori banali hanno permesso alla sua avversaria di prevalere e dunque veder sfumare il 24esimo slam.

Serena-Williams-Angelique-Kerber

NEW YORK – Un’ulteriore occasione arriva nella sua casa natale, nei suoi Stati Uniti, nel torneo dove ha trionfato 6 volte nella sua carriera. Nel suo percorso alla finale ha perso solo un set, negli ottavi contro la estone Kanepi, dominando poi successivamente Sevastova e Pliskova, raggiungendo la sua nona finale a Flushing Meadows. Dall’altra parte della rete affronta un’avversaria speciale e particolare allo stesso tempo, dato che Naomi Osaka ha avuto fin da bambina Serena Williams come sua ispirazione e come suo idolo, le due già si sono affrontate a Miami dove vinse nettamente la nipponica, ma stavolta la sfida ha un gusto diverso. La giapponese parte subito forte portandosi avanti 4-1 nel primo e chiudendo poi il set per 6-2. La finale si accende nel secondo parziale, dove nel secondo gioco la Williams riceve un warning per coaching dall’arbitro portoghese Ramos e da lì inizia subito lo scontro a distanza tra i due. La tennista statunitense riesce a portarsi avanti di un break sul 3-1 ma subisce immediatamente il ritorno della sua avversaria. Molto nervosa l’americana distrugge anche una racchetta e si becca un punto di penalità, andando su tutte le furie contro l’arbitro, dichiarandola maschilista e sopratutto dandogli del ladro, quest’ultima affermazione fa scattare una terza penalità per la Williams la quale perde automaticamente il game ed ormai la finale sembra totalmente compromessa, infatti la Osaka chiuderà poi per 6-4 il secondo set, conquistando il primo Slam tra le polemiche della sua avversaria. Non il migliore dei modi per la tennista a stelle e strisce di perdere una finale.

Serena-williams-carlos-ramos-us-open

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