Swiatek è perfetta, domani la sua prima finale

A Lugano la tennista del 2001 si contenderà il titolo del Samsung Open con Polona Hercog.

A Lugano c’è il sole. Il meteo svizzero, la cui credibilità fino a sei giorni fa era pari al “non sbaglia mai”, d’ora in poi sarà messo in discussione quanto quello degli altri paesi. Avrebbe dovuto piovere, oggi, e invece sul Tennis Club Lido spende un sole giallo grazie al quale gli incassi al botteghino hanno battuto il record all-time del torneo. I dati ufficiali, per qualche motivo a me ancora sconosciuto, non sono mai pervenuti in sala stampa, ma non ci vuol molto a capire che oggi è stato il giorno in cui ci sono stati meno seggiolini blu vuoti tra la scorsa e questa edizione. Le quattro semifinaliste sono di nazionalità francese, slovena, russa e polacca: o sono arrivati col pullman da uno di questi Paesi, o ai ticinesi il tennis piace indipendentemente dalle interpreti. Penso più la seconda.

La prima semifinale si è giocata tra Polona Hercog e Fiona Ferro; nonostante il punteggio (7-5; 6-4) dica che ci sia stato un certo equilibrio, chi ha visto il match sa che la vittoria della slovena è stata chiara sin dal primo game. Ferro ha cercato invano di cercare il rovescio della rivale, ma anche con quel fondamentale la tatuata Polona è stata capace di rispondere quasi sempre in back e quasi sempre con profondità. Quando Hercog è riuscita a colpire col dritto, cioè nell’80 percento delle palline colpite, Ferro è stata spesso in rincorsa e ha faticato molto a controllare quella pallina, che gli giungeva veloce e sempre carica d’effetto. Per la classe ’91 quella di domani sarà la prima finale dal 29 aprile dello scorso anno.

Dall’altra parte della rete Hercog troverà la ragazzina Iga Swiatek (si pronuncia “Swiontek”), che in 54 minuti si è sbarazzata di Kristyna Pliskova col risultato di 6-0 6-1. Si potrebbe pensare che ci sia poco di cui scrivere, visto il punteggio quantomai netto, invece il match sarebbe potuto girare in qualsiasi momento. Pliskova avrebbe dovuto colpire non meno di due volte e non più di quattro per avere chance di vincere più punti, considerando che Swiatek ha sempre cercato la riga trovandola di frequente, e per Kristyna i momenti in cui poter affondare sono stati pochi. Per la russa il varco in cui penetrare era molto stretto, forse troppo, e salvo alcune belle risposte non c’è molto altro da salvare nel suo tennis. Iga dal piè veloce è stata abilissima a variare il proprio gioco, a muoversi rapidamente coi piedi (appunto) e a mettere la palla in zone in cui l’avversaria faticava pure a pensare di partire. Probabilmente Pliskova era ancora provata fisicamente dalle due ore e passa di ieri sera del match contro Kuznetsova, e tra l’altro si è toccata un paio di volte la spalla sinistra dopo il servizio (lei è mancina).

Fatto sta che Swiatek domani giocherà la prima finale della sua carriera. Le previsioni dicono che pioverà. Ma io non mi fido più.

P.S.: dietro di me poco dopo l’inizio della partita della Ferro si sono seduti sei ragazzi dall’idioma francese. Mi trovo costretto a rivalutare la prima ipotesi di cui sopra.

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