Un viaggio nella vita di Serena Williams

Un viaggio nella vita di Serena Williams…

“Tutto è possibile”, queste le parole con le quali la neo-campionessa del Roland Garros, Serena Williams ha inaugurato l’intervista con il giornalista Douglas Robson, in una chiacchierata nelle quale, in vesti confidenziali, hanno discusso di tennis e famiglia… e molto altro.

Porto via con me, da questo torneo, tanta fiducia ed esperienza. Questo quello che Serena Williams ha detto, da quella che potrebbe essere considerata la sua più ardua e matta scalata per un titolo del Grande Slam.

La Williams ha espresso ciò dopo nemmeno 48 ore dalla finale, in cui, oltre all’influenza, ha dovuto tenere a bada anche l’impensabile rimonta di Lucie Safarova , per la conquista del suo 20esimo torneo dello Slam. A 33 anni, l’americana è ormai a metà strada sia dal conquistare tutti i titoli dello Slam nella stessa stagione, sia dal raggiungere l’ormai vicinissima Steffi Graf, ferma a quota 22. E ciò potrebbe avvenire, addirittura fra pochi mesi, allo Us Open. A questo ritmo, anche Margaret Smith Court detentrice del record assoluto, ferma a 24, appare in pericolo.

“Ho incontrato Serena lunedi nel suo nuovo appartamento a Parigi. Il suo appartamento, con quattro camere da letto, nell’ottavo circondario della capitale, si trova lungo la zona residenziale di Rue du Faubourg Saint-Honoré, una delle più eleganti vie dello shopping della città, a breve distanza da luoghi di interesse come l’Arco di Trionfo e il Palazzo dell’Eliseo”, afferma il giornalista.

“Quando sono arrivato, lei stava oziando su un divano nel soggiorno del suo appartamento con il suo amato cagnolino, Chip. Era vestita con una maglietta bianca e arancio della Nike e pantaloncini da atletica, grigi. Aveva i capelli tirati su, come a coda di cavallo.”

Si è scusata subito per il “disordine” in appartamento (anche se lo non era particolarmente) e per la mancanza di cibo o altro da poter offrirmi. In compenso mi ha offerto da bere. “Faccio davvero un buon caffè”, mi ha rivelato, tanto che non ho potuto rifiutare un doppio espresso, preparato proprio da lei.

Non c’erano i genitori presenti. Né nessun agente. Nessuna guardia del corpo. Solamente la sua sorellastra, Lyndrea, e un assistente, di sesso maschile, che però entrava ed usciva spesso dalla stanza.

Nonostante fosse apparsa in condizioni migliori durante la finale, tossiva spesso e si soffiava il naso continuamente durante l’intervista. Sembrava sfinita, forse a causa di una notte di baldoria per festeggiare l’ennesimo, leggendario traguardo. La sera precedente aveva organizzato una cena con il suo storico team e poi aveva incontrato Stan Wawrinka, vincitore del torneo maschile, all’hotel “Le Royal Monceau”. Avrebbe voluto festeggiare di più, ma non era in formissima, quindi hanno passato solamente due orette insieme. “Siamo buoni amici e sono felice per lui. Inoltre indossiamo anche lo stesso orologio (Audemars Piguet),” ha detto ridendo Serena.

“Dopodiché, ci siamo seduti nella sua cucina e abbiamo iniziato una lunga chiacchierata, affrontando i temi più disparati, dagli infortuni (recentemente mi sono lesionato lo stesso tendine del piede che ha messo KO la Williams nel 2010-11), alla religione, passando per la famiglia, e, naturalmente, il tennis.”

La parte più folle dell’intervista? Una dichiarazione di Serena. “Non ho giocato male, ma si potrebbe fare di più.” Questo suonerà strano nella mente di coloro che hanno visto Williams nelle ultime due settimane. Durante la settimana ha colpito la palla sempre più violentemente, man mano che i match diventavano più complicati. Ha urlato numerosi “c’mon”. Ha gridato al cielo. Ha recuperato ben 4 volte un set di svantaggio, ed ha concluso 5 match al terzo set. Non le era mai capitato prima d’ora, e questa è stata un’ulteriore dimostrazione della sua grandezza.

Serena si è costruita una leggendaria carriera da sola, vincendo indipendentemente da qualsiasi circostanza. La sua tenacia oscilla tra rabbia e forza di volontà. La Williams non è la stessa di 15 anni fa, ma la sua voglia di combattere è rimasta intatta negli anni.

Come abbiamo ricordato, la Williams è tornata ad alti livelli circa quattro anni fa, dopo essere stata fuori dal circuito quasi 11 mesi prima per la rottura di un tendine nel suo piede destro a causa di un vetro rotto, dopo Wimbledon 2010, e più tardi, per dei coaguli di sangue in seguito ai quali è stata urgentemente ricoverata in ospedale per un embolia che avrebbe potuto compromettere per sempre la sua carriera.

“Sono assolutamente convinta di aver cambiato completamente la mia visione delle cose, ed ho iniziato ad avere un nuovo approccio nei confronti della vita”, ha affermato Serena. “Ho iniziato ad apprezzare ogni minima cosa, a differenza del passato. Ci sono molte cose più importanti di una partita di tennis, e seppure io sia sempre intenzionata a fare il meglio che posso, quando posso, come posso, non è la fine del mondo se perdo. Resta la delusione, ma si va avanti. Torni a casa, hai l’affetto della famiglia che ti sostiene. Grandi genitori. Grandi sorelle. Cani meravigliosi”.

La Williams ha detto che ha iniziato a vedere le cose, al di fuori del campo, in modo meno contraddittorio. Ha preso ispirazione anche dalla filosofia di vita di Kim Clijsters, una campionessa affabile e popolare che è per Serena una grande amica ed un’encomiabile atleta. Non c’è dubbio che la Williams sia tornata in campo dopo una lunga assenza, in modo ancora, se possibile, migliore. E’ riuscita, nonostante l’età, a rimanere la tennista maggiormente dominante della sua epoca. Nei 61 tornei disputati dalla Williams nel periodo post-infortunio, ha vinto 30 titoli, 7 Major e possiede un bilancio di 242-20, secondo i dati della WTA.

Parte del merito va data però anche al suo allenatore, il francese Patrick Mouratoglou. Hanno iniziato a collaborare tre anni fa, quando Serena è stata eliminata al primo turno del Roland Garros da Virginie Razzano. La loro collaborazione ha fruttato come detto, ben sette titoli dello Slam negli ultimi 12 major disputati. Ma il grande merito da riconoscere a Mouratoglou è quello di averla resa oltre che ancora più forte, soprattutto più continua.

“Non male”, ha detto Serena in relazione a queste statistiche. Ha aggiunto: “La cosa più impressionante è che ha davvero trovato il modo per motivarmi… Anche prima delle partite, riesce a darmi un quadro generale e consigli utili per non farmi mai trovare impreparata.

Serena, che possiede ormai l’appartamento a Parigi dal 2007 e che parla francese discretamente, mi ha mostrato tutti gli angoli della casa. Mobili d’epoca, attrezzatura da tennis e soprammobili, moderni e fashion. Anche un ritratto offertole da un tifoso, che custodisce sulla mensola del camino. Le pareti e i ripiani sono decorati con fotografie di famiglia e con dipinti realizzati proprio da lei, a tempo perso.

Gran parte dell’arredamento, nei toni del nero, bianco e grigio, sono copie esatte di camere che ha visto su Pinterest,un sito internet. “Ne sono ossessionata,” ha detto scherzando.

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Completare il Grande Slam significherebbe molto, ma in questa fase della sua carriera, la Williams dice che non è la sua priorità. Non vuole crearsi pressioni, ma vuole cercare di dare il meglio. E ciò che verrà sarà tutto di guadagnato.

“Ovviamente mi piacerebbe farlo, non lo nego”, ha detto. “Ma riuscire nell’impresa vorrebbe dire quasi  andare in pensione per me. Ma io non voglio. In realtà non vedo l’ora di giocare le Olimpiadi di Rio la prossima estate e tornare in Australia, dove ho ricordi speciali. Ho già pronto un outfit molto carino per la prossima edizione”, ha affermato ridendo. “Non vedo l’ora. Voglio solo continuare ad andare avanti in questo momento.”

Testimone di Geova, Serena Williams parla raramente della sua religione, anche se lei ne dà regolarmente una menzione nei discorsi post-vittoria. Ha detto che frequenta regolarmente la chiesa quando è a casa e accredita la sua fede per averla aiutata a rimanere concentrata anche quando vedeva molti altri bambini prodigio bruciare i loro sogni, con le loro stesse mani. “Non sto dicendo che è quello di cui avevano bisogno”, ha precisato. “Sto dicendo che mi ha aiutato a rimanere con i piedi per terra e a condurre una vita equilibrata”.

La figura di Serena Williams è spesso al centro di molte critiche tra gli appassionati, per alcuni atteggiamenti che non tutti condividono. Molti fan sui social media hanno denigrato l’americana durante la sua semifinale vinta in rimonta su Timea Bacsinszky. La Williams è apparsa sofferente e stanca durante gli scambi, ma ha trovato poi alla fine l’energia per portare a casa il match con lo score di 4-6, 6-3 6-0. “Francamente, non mi dà fastidio”, ha detto.

Williams ha detto che lei non ha fatto nulla di speciale, né di così scorretto nel match; semplicemente non era al massimo tanto che negli spogliatoi è stata 45 minuti seduta, priva di energie e molto affaticata. “Molti ritengono che sia melodrammatica ed esagerata, ma mi piacerebbe vederli giocare con l’influenza contro una giocatrice che invece è al massimo della sua condizione”, ha affermato la Williams, con tono insofferente, più che difensivo. “Penso di essere stata coraggiosa a scendere in campo nonostante tutto, piuttosto che ritirarmi prima della semifinale. Una combattente come me non lo avrebbe mai fatto”.

Stiamo davvero assistendo ad una nuova, più calma, versione di Serena Williams?

Il cambiamento è palpabile, non solo nelle sue parole. In tempi recenti, ha fatto amicizia con altre due giocatrici, Caroline Wozniacki e Victoria Azarenka, due tra le più forti rivali attualmente presenti sul circuito. Parla più apertamente delle sue debolezze. E’ più disposta ad ammettere gli errori, e finalmente dopo 14 anni, è tornata ad Indian Wells, torneo nel quale era stata vittima di un episodio razziale che aveva colpito nell’animo anche sua sorella, oltre che la sua intera famiglia. “Non sarei mai ritornata, se non mi avessero supportato loro”, ha detto Serena in relazione a suo padre, Richard, e a sua sorella, Venus.

Serena ha detto che Venere potrebbe decidere di prenderne parte l’anno prossimo, anche se lei, essendo all’epoca più matura, ne ha sofferto maggiormente.

Il prossimo obiettivo, naturalmente, è Wimbledon. L’erba è la superficie che si adatta maggiormente alle caratteristiche di Serena, dotata di un servizio potente e preciso, e di colpi incredibilmente ficcanti. Ma Serenona non supera il quarto turno sull’erba londinese, da quando ha vinto il suo quinto titolo a Wimbledon nel 2012. Ha detto che spera di migliorare i risultati del 2013/14 ed è entusiasta di provare a eguagliare il suo “Serena Slam” del 2002-03, quando ha vinto quattro major consecutivi, all’età di 21 anni.

“In effetti, sono a quota 3, forse la gente non se ne rende conto, ma è già questo incredibile”  ha affermato la campionessa in carica di US Open, Australian Open e Open di Francia. La possibilità di replicare l’impresa, dimostra, dopo 12 anni, la sua longevità tennistica. Potrebbe stupire tutti e non vincere nessuno dei prossimi due Slam, oppure potrebbe vincerli entrambi, o solo uno. Tutto è possibile.

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