Venus, la storia infinita

Una campionessa, una lottatrice, una grandissima: semplicemente Venus.

All’anagrafe Venus Ebony Starr Williams, di anni 33, quasi 34, è una signora che francamente non ha bisogno di tante presentazioni: prima tennista afroamericana dell’era Open a diventare N.1 del mondo, vincitrice di 4 ori olimpici tra doppio e singolare, Career Golden Grand Slam in doppio, 5 vittorie a Wimbledon, due agli UsOpen e finali in Australia e Francia nei rispettivi tornei Slam, per quanto riguarda il singolare.
Se Venus è stata benedetta, così come la sorella, con un talento inverosimile per il tennis, anche il suo impegno nel sociale ed in altre attività parallele alla sua carriera è stato, ed è tuttora encomiabile.
Dopo aver fondato un agenzia di interior designers del nome “V Starr Interiors”, ha conseguito una laurea in Fashion Design ed ha dato il nome ad una linea di moda,, la “EleVen”, insieme ai dettaglianti della Steve & Barry’s. Ha inoltre acquisito insieme alla sorella una parte dei Miami Dolphins, franchigia della National Football League americana.
Venus è impegnatissima nella campagna per l’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne, cercando di trasmettere emancipazione e valori attraverso lo sport che ha reso la Williams una ambasciatrice di tutto rispetto.
Nel corso della sua lunga e vincente carriera, gli ostacoli non sono stati pochi: nel 2003, a soli 23 anni, Venus perde la sorella maggiore Yetunde, vittima di una sparatoria nei pressi della loro casa a Compton. Il legame che le univa, insieme alla sorella Serena, a Yetunde, rende tale perdita pesantissima da sostenere, ed entrambe ne risentono molto, così come gli altri componenti della famiglia. Oltre ai numerosi infortuni, nel bel mezzo degli UsOpen del 2011, è inoltre stata costretta al ritiro a causa della diagnosi di una patologia estremamente debilitante, ovvero la Sindrome di Sjogren, che provoca atrofia ai muscoli e secchezza a occhi e labbra.
La vita di Vanille, uno dei suoi soprannomi, è uno scenario tutto da scoprire.
Il suo successo a Dubai, in finale contro la Cornet, è l’ennesima dimostrazione della sua forza incredibile, che va ben oltre alle polemiche riguardo gli accordi tra lei e Serena per i vari passaggi dei turni nei tornei.
Gli anni passano per tutti, ma l’esempio dato dall’americana dovrebbe rimanere sempre saldo nella memoria degli appassionati, per contrastare l’immagine delle celebrità di plastica sempre più presente nel panorama moderno.
Se ai migliori arrivano soldi, tanti e subito, la mentalità deve essere parte integrante del successo stesso, altrimenti si rischierebbe di contaminare anche le giovani menti dei ragazzi che un giorno arriveranno ad alti livelli, ed allora sarebbe lo stesso sport a risentirne pesantemente.
Insomma, cara Venus, a noi piaci così, ed anche tanto. Ben vengano altri anni di successi, come se le piccole soldatesse emergenti dovessero prima vedersela con te per diventare qualcuno; con te che quel qualcuno lo sei ancora, e lo sarai sempre.

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