Happy birthday, Mrs.Graf!

Nel giorno del 45esimo compleanno di Steffi Graf, riviviamo insieme alcuni aneddoti della sua vita: dagli albori al Golden Slam, da Amburgo 1993 al suo ritiro definitivo nel 1999, passando attraverso la "love story" con Andre Agassi. di G.Lupi

“La detentrice del record di Wimbledon, Helen Wills, può tirare un sospiro di sollievo, nella sua casetta di Carmel, in California. Martina Navratilova non ha vinto il nono Wimbledon, nè lo vincerà più. Un attimo dopo, la vecchia irriducibile signora riprenderà, ahilei, a preoccuparsi. Questo è certo il primo titolo di Steffi Graf, ma ha l’aria di essere soltanto l’inizio di una lunga serie, se ricordiamo che la tedeschina ha appena 19 anni”. Così recitava un articolo di Gianni Clerici, il 2 Luglio del 1988. Su Martina si sbagliò, su Steffi un po’ meno.

Steffi Graf è nata a Mannheim il 14 Giugno 1969, da genitori tedeschi. Il padre, Peter, venditore di assicurazioni, la indirizzò al tennis all’età di appena 3 anni, iniziando a farle disputare tornei all’età di 5. Alla precoce età di 13 anni diventò, nel 1982, campionessa europea under 18, disputando nello stesso anno anche il suo primo torneo nel circuito professionistico, a Stoccarda, nel quale venne sconfitta da Tracy Austin che, al termine del match, riservò alla tedesca parole non carine, affermando che in America “ce ne sono a centinaia di giocatrici come lei”. A posteriori, probabilmente, si guarderebbe bene dal ribadire quanto da lei affermato nell’82, data la brillante carriera ed un ricco palmarès della Graf che, pochi anni dopo, le inflisse un perentorio doppio 6-0 che vendicò ampiamente la sua precedente sconfitta.

In tutta la sua carriera Steffi Graf ha vinto 107 titoli nel singolo e 11 nel doppio, e questo la rende la terza giocatrice più titolata di sempre, dopo Evert e Navratilova.

I suoi 22 titoli nei tornei del Grande Slam sono secondi solo ai 24 vinti da Margaret Smith Court, ma la Graf può vantare il completamento del Golden Slam (4 tornei dello Slam nello stesso anno + vittoria alle Olimpiadi), impresa riuscita solo a lei, a Maureen Connolly e alla Smith, se si escludono però i Giochi Olimpici. Steffi ha vinto 7 titoli singolari a Wimbledon, 6 all’Open di Francia, 5 all’US Open, 4 agli Australian Open e 5 Wta Championships ed è inoltre l’unica giocatrice al mondo ad aver vinto almeno 4 volte tutte le 4 prove dello Slam, è l’unica ad avere 13 titoli nell’accoppiata Roland Garros-Wimbledon.

Ha occupato la posizione numero uno del mondo per un totale di 377 settimane, record assoluto, di cui 186 consecutive, dall’agosto 1987 al marzo 1991.

Quando Steffi era sottoposta al regime paterno non ebbe molte occasioni di incontrare persone e di costituire delle solide amicizie, poichè nessun fattore esterno avrebbe dovuto distrarla da quella che, sin da piccola, era stata la sua unica e prima occupazione. Dal 1995, anno in cui il padre fu coinvolto e imprigionato per evasione fiscale sui guadagni della figlia, Steffi ha intrapreso delle relazioni sociali come non aveva mai fatto in tutta la sua vita. Dopo il ritiro conobbe il campione americano Andre Agassi con cui intrecciò una relazione, e con il quale ha avuto 2 figli, Jaden Gil e Jaz Elle.

Oltre alle questioni familiari che colpirono la famiglia Graf, Steffi, è ricordata, suo malgrado, per un altro episodio molto grave avvenuto in Germania, ad Amburgo, nel 1993, mentre sfidava la sua rivale di sempre, Monica Seles: un uomo di 38 anni, Günter Parche, ammiratore, fino all’ossessione, della Graf, accoltellò alla schiena Monica, “rea” di aver rubato la scena tennistica mondiale a Steffi, durante la partita dei quarti tra la jugoslava e Magdalena Maleeva. La ferita fu abbastanza superficiale, ma lo spavento e la paura furono tali da tenere Monica lontano dal tennis giocato per 28 mesi. Questo episodio segnò per sempre la carriera non solo della giocatrice slava, ma anche, e soprattutto, di quella della tedesca, i cui successi successivi furono annebbiati da questo alone nero, generato, secondo molti, da una “congiura” programmata e messa in atto per volere del padre, il quale non voleva veder messo in dubbio il dominio di sua figlia.

Il revisionismo storico ha prodotto, negli anni, un vero e proprio fenomeno anti-Graf, definita da molti una “sopravvalutata”, una che “senza l’agguato alla Seles, avrebbe vinto appena metà dei suoi titoli”. Insomma, una capitata lì per caso quasi, colpevole di un qualcosa di cui lei non era a conoscenza ed etichettata in modo negativo per delle vittorie ritenute da molti frutto di una evidente mancanza di avversarie, ridimensionando quindi anche campionesse del calibro di Arantxa Sanchez Vicario, Jana Novotna, Gabriela Sabatini e Conchita Martinez, per citare le più celebri. Escludendo perciò Martina Navratilova e Chris Evert, ormai sul viale del tramonto in fatto di età anagrafica, ma non tennistica, ed Hana Mandlikova, talentuosa ceca naturalizzata australiana, vittima di un infortunio che le comprometterà la risalita ai vertici della classifica mondiale. È una sentenza definitiva, cristallizzata nell’aprile in cui quella giocatrice è scomparsa. Purtroppo, per restaurare qualche giustizia in una vicenda dominata da un gesto esemplarmente ingiusto, occorre far pesare a Steffi Graf una delle conseguenze di qualcosa di cui non ha la minima responsabilità.

Dal canto suo Steffi Graf realizza, incolpevolmente, l’obiettivo dichiarato dall’attentatore, ossia vederla nuovamente primeggiare. Dopo avere vinto solo due slam sugli ultimi 12, con il campo libero dalla numero uno infila subito 4 slam e arriva a 10 vittorie su 15 tornei, prima di un infortunio che le fa perdere due anni, tra assenza e lento recupero della forma migliore. Ma, ancora, riesce a dimostrare, con lavittoria al Roland Garros ’99 sulla numero uno Martina Hingis e costringendo Lindsay Davenport ad un capolavoro difensivo per aggiudicarsi la finale del successivo Wimbledon, una grandezza che avrebbe potuto attraversare le generazioni.

La Graf, in una recente intervista, ha affermato di ricordare con enorme piacere, due momenti particolari della sua carriera: il suo primo titolo dello Slam, a Parigi, nel 1987, dove sconfisse per 8-6 al terzo Martina Navratilova, ed il giorno del suo ritiro, nell’Agosto del 1999, all’età di trentuno anni, dopo essersi ritirata contro Amy Frazier a San Diego, affermando di “aver realizzato tutto ciò che voleva nel tennis. Sentiva di non aver più nulla da portare a termine e di non avere più gli stimoli idonei per affrontare un’intera stagione. Non aveva più motivazioni.”

Un altro evento che sconvolse la carriera di Steff, fu il ritorno all’attività nel 1995 di Monica Seles, precisamente al Canadian Open. Quel torneo fu vinto in maniera quasi disarmante dalla ex-jugoslava, nel frattempo diventata cittadina americana. In quel torneo Steffi fu subito sconfitta da Amanda Coetzer e sembrò a tutti che la presenza della Seles potesse far riemergere in Steffi antichi fantasmi. Sotto questi auspici i successivi US Open divennero un evento che andava al di là del fatto tennistico: le due campionesse si ritrovarono in finale, in quello che fu definito il “match del secolo” al pari di quello che nel 1926 vide di fronte Suzanne Lengles ed Helen Wills Moody.

Oggi Steffi Graf compie 45 anni, ed è in splendida forma. Fisico perfetto come ai vecchi tempi, ed un’accademia tutta da portare avanti, con grinta, passione e dedizione. E’ forse questo il suo obiettivo primario attualmente e vi dedica tutta se stessa, collaborando con il marito Andre. La redazione di Tennis Circus le riserva un augurio speciale, proprio con una descrizione minuziosa, redatta e trascritta nel libro Open proprio da suo marito: Ho una cotta per Steffi da quando l’ho vista per la prima volta in un’intervista alla televisione francese. Ero rimasto fulminato, affascinato dalla sua grazia discreta, dalla sua naturale bellezza. Mi dava l’impressione, non so perché, che dovesse odorare di buono. E che fosse buona, fondamentalmente, essenzialmente, intrinsecamente buona, piena di rettitudine morale e di un tipo di dignità ormai scomparso“.

Giorgio Lupi (Twitter: lupi_giorgio)

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