Smog a Pechino: giocare a tennis è quasi impossibile

Lo slovacco Martin Klizan, dopo la sconfitta contro Fabio Fognini, ha attaccato l'organizzazione, definendo "ingiocabile" il torneo di Pechino, a causa dello smog.

Pechino è quasi inabitabile per l’uomo. Questa la conclusione di un recente studio della Accademia Cinese delle Scienze Sociali di Shanghai, sembrerebbe un allarmismo, ma il livello di inquinamento nella capitale cinese impone condizioni particolari per i giocatori che si sfidano ogni anno, come ad esempio, nell’edizione del 2013 , quando alcuni giocatori hanno accusato vertigini e nausea, e alcuni spettatori assistevano ai match protetti da mascherine.

Anche quest’anno le condizioni non sono delle migliori, Il livello di inquinamento a Pechino lunedì ha oscillato tra le categorie “malsano” e “pericoloso per la salute”. Traducendo, nel primo caso, non è consigliabile attività fisica all’aperto per le persone con malattie respiratorie o cardiovascolari, bambini e anziani. Nel secondo caso, il consiglio si estende a tutti i cittadini .

Anche alcuni partecipanti al torneo hanno avuto dei problemi con lo smog, in particolare, lo slovacco Martin Klizan, nettamente sconfitto da Fabio Fognini, (6-2 6-1) dopo il match ha dichiarato,  sulla sua pagina Facebook, di aver sofferto le condizioni ambientali,  che lo costringevano a forti colpi di tosse, al termine di ogni scambio, e di aver vomitato, al termine dell’ incontro.

Il numero 34 del mondo, ha poi aggiunto, che viste le condizioni,in futuro non parteciperà più al China Open.

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Anche Jo-Wilfried Tsonga nel corso del suo match, ha dovuto ricorrere alle cure mediche, a causa di un attacco di vertigini.  Il francese poi, dopo la sconfitta, patita per mano di Andreas Haider-Maurer, ha raccontato di essersi sentito stordito, in alcune fasi del match, ma ha tenuto a precisare, che l’ esito del match è dipeso prevalentemente,  dalla sua opaca prestazione.

A Pechino, vengono adottate, misure straordinarie, per ridurre l’ inquinamento, in occasione di eventi speciali, come le Olimpiadi del 2008, o i mondiali di atletica di agosto, ma evidentemente, l’Open di tennis non rientra in queste categorie, e gli atleti devono fronteggiare, oltre all’avversario dall’altra parte della rete, anche le condizioni atmosferiche.

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