Atp Week Review

Djokovic trova fiducia, Murray ne perde un po’. Dimitrov in grande spolvero, Raonic ancora discontinuo. Il bilancio della prima settimana di tornei del 2017.

Si è conclusa la prima settimana di tornei del circuito Atp ed è tempo di resoconti. Perché se la stagione è appena agli inizi è anche vero che mancano solo otto giorni al via degli Australian Open, il primo Slam stagionale. Si sono giocati tre tornei del circuito (Doha, Brisbane e Chennai) più la Hopman Cup e sono scesi in campo 14 dei primi 15 giocatori del mondo (l’unico assente è Monfils). Ecco le sensazioni, i pareri e le impressioni, positive e negative, su chi ha giocato.

NOLE RISALE, ANDY VECCHI SPETTRI? – Non si può non iniziare da quella che è stata la sfida della settimana, se non altro per il prestigio dei due contendenti. Djokovic contro Murray, finale di Doha. L’ex numero uno contro chi l’ha detronizzato. Il serbo non ha giocato un torneo esaltante, nemmeno nei primi turni, pur non incontrando avversari di livello sulla sua strada. In semifinale ha annullato 5 match point al “vecchio” Verdasco, che probabilmente ancora si sta mangiando le mani. Ma in finale, quando contava davvero e contro quell’avversario, Nole ha dimostrato che il suo tempo non è certo finito. Momenti di nervosismo a parte, la W gli è servita soprattutto dal punto di vista psicologico: non sarà stato uno Slam ma vincere contro Murray (imbattuto da 28 gare) dà grande morale e interrompe un digiuno di vittorie che durava da agosto. Allo Slam sopracitato il compito di chiarire se il serbo è davvero tornato.
L’altro lato della finale ha la faccia scozzese e corrucciata di Andy Murray. Il numero 1 porta avanti un torneo senza lampi (ma anche senza grandissimi rischi) fino alla semi con Berdych. Qui, a tratti, Muzza gioca il suo miglior tennis dominando l’incontro e, complice anche il valore del ceco, si candida a favorito della finalissima con Djokovic. Dove però perde. Una partita equilibrata, certo, ma perde. E probabilmente perde soprattutto un po’ di fiducia nei confronti del suo grande rivale, che sale a 25 a 11 negli scontri diretti.

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BENTORNATO GRIGOR! – Per la serie “a volte ritornano” riecco Grigor Dimitrov. Il bulgaro vince il titolo a Brisbane, primo successo dai Queen’s 2014, alla sua decima finale. Ma c’è di più. L’ex signor Sharapova disputa un torneo di altissimo di livello. Ai quarti elimina Thiem, dopo una battaglia di tre set. In semifinale si sbarazza del prima testa di serie del torneo e numero 3 del mondo, Milos Raonic, con una prestazione maiuscola, soprattutto nel secondo set. E all’ultimo atto ha la meglio su Nishikori, avversario che non aveva mai battuto. Tre top 10 di fila non si battono per caso. Il 25enne bulgaro torna tra i primi 15 e punta ancora più in alto, candidandosi a “rivelazione” dell’anno. Non sarà il “nuovo Federer” come era stato ribattezzato, ma potrebbe essere la stagione del salto di qualità per lui.

DUBBI RAONIC E CILIC – Il canadese affrontava Brisbane da campione in carica e da numero 1 del torneo, dopo aver chiuso il 2016 al terzo posto del ranking. La sua corsa si è fermata in semifinale, contro il futuro vincitore Dimitrov, in un incontro in cui Raonic è stato in partita solo nel primo set. Non era certo il torneo della vita, ma una vittoria avrebbe dato continuità e consapevolezza nei propri mezzi al nativo di Podgorica. Che invece di puntare verso Nole e Andy, dovrà, almeno per ora, guardarsi le spalle da chi lo segue in classifica. Il croato dal canto suo fa una figuraccia perdendo al primo turno contro il qualificato slovacco Jozef Kovalik. L’Australian Open arriva troppo presto per pensare che lì Cilic possa fare tanta strada.

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REGOLARITA’ KEI E BAUTISTA – Nishikori si arrende nella finale di Brisbane ma la regolarità del giapponese è sempre da ammirare. Il numero 5 del mondo non sarà un fuoriclasse ma difficilmente perde con avversari più scarsi di lui e nei tornei fa sempre strada. In Australia prende lo “scalpo“ di Wawrinka e si arrende solo al terzo set contro un Dimitrov in stato di grazia.
Stesso discorso ma a un livello più basso vale per Roberto Bautista Agut. Il 28enne spagnolo vince il torneo di Chennai, orfano dal primo turno del top ranking Cilic, perdendo un solo set. Per ora la top 10 rimane affare d’altri ma Bautista si è conquistato rispetto e credibilità all’interno del circuito.

Last not least, Federer e Nadal. Non ci eravamo dimenticati di loro ma per valutare I loro rientri dopo i lunghi stop c’è bisogno di un po’ più di tempo. Rafa ha dato buone indicazioni a Brisbane, perdendo solo ai quarti, e in tre set, contro Raonic. Roger ha giocato alla Hopman Cup, perdendo con Zverev e vincendo con Gasquet e mostrando sprazzi di buon tennis. Spazio per giudicarli meglio ce ne sarà eccome di qui in avanti.

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