Miomir Kecmanovic, next gen serbo che non vuole smettere di stupire

Eliminato nel turno di qualificazione di Indian Wells, il 19enne serbo si ritrova dopo pochi giorni nei quarti di finale dello stesso torneo, con il proprio obiettivo stagionale già raggiunto, e una wild card in tasca per l'altro Masters 1000 di Miami. Il tennis serbo può sorridere guardando al futuro post-Nole

Indovinello: chi è l‘ultimo tennista serbo rimasto in tabellone al BNP Paribas Open di Indian Wells? Indizi: si esprime bene a parole, è scherzoso, ed il suo cognome termina per -vic.  No, risposta sbagliata; non si tratta di Novak Djokovic. E, fino a quattro giorni fa, quasi nessuno avrebbe azzardato a rispondere “Miomir Kecmanovic“, anche solo per il fatto che davvero in pochi ancora lo conoscevano. E lo stesso 19enne serbo ha ammesso di non aspettarselo a sua volta. “Non me lo aspettavo davvero, per niente…però è curioso che un altro serbo, che non sia Novak, sia nei quarti di finale”.

Miomir Kecmanovic, 19 anni
Miomir Kecmanovic, 19 anni

E’ decisamente un ottimo anno, questo 2019, per il tennis serbo. Oltre, ovviamente, al n.1 del ranking ATP di Novak Djokovic ed il suo settimo titolo agli Australian Open conquistato a Gennaio, c’è stato il primo titolo ATP del 23enne Laslo Djere, conquistato a Rio de Janeiro, e questa settimana, nel Masters 1000 di Indian Wells, si sono registrati il quarto turno raggiunto da Filip Krajinovic (sconfitto ieri da Nadal) e i quarti di finale raggiunti, appunto, da Miomir Kecmanovic, il che rappresenta, vista l’età e la classifica del giocatore, il risultato sicuramente più sorprendente.

E pensare che Kecmanovic non doveva nemmeno entrare nel main draw del Masters 1000 californiano, sconfitto nel turno finale di qualificazione dallo statunitense Marcos Giron (bravo poi a raggiungere il terzo turno); il giovane serbo ha infatti dovuto contare su ben due ritiri per poter entrare nel main draw, essendo il secondo nella lista dei lucky loser“Grazie, Anderson” ha commentato il 19enne di Belgrado, riferendosi ovviamente, in tono scherzoso, al forfait di Kevin Anderson. Ma, una volta nel tabellone principale, Miomir ha iniziato a crederci, e ha dato il tutto per tutto: Marterer, il connazionale Djere, e Nishioka (per ritiro) gli avversari superati per ritrovarsi in un quarto di finale davvero insperato, il primo della sua carriera. Il suo umile obiettivo per questo 2019 era riuscire a sfondare il muro dei top 100, ma già alla luce dei risultati di questa settimana, guadagnerà almeno 36 posizioni, passando da n.130 a n.94, e piazzandosi al sesto posto della Race to Milan per le Next Gen ATP Finals. Quanto lontano potrà andare?

A questo punto, tutto è possibile. Cioè, guardate quello che è successo: ho perso una settimana fa e sono ancora qui! Spero solo di continuare a giocare così e vediamo quello che succederà”. Kecmanovic sfiderà Milos Raonic per un posto in semifinale nella serata italiana di oggi. E, come se non bastasse, per completare un Mercoledì quasi perfetto, ieri è giunta anche la notizia che il serbo è stato omaggiato di una Wild Card per l’altro Masters 1000 in programma a Miami.

Con tutta questa fortuna (senza ovviamente nulla togliere alle doti tecniche del tennista), gli viene chiesto se ha considerato di acquistare un biglietto della lotteria. “No, ma dopo quello che è successo, credo proprio che lo farò” risponde ridendo.

Miomir, nato a Belgrado (come Djokovic) nel 1999, ha lasciato la sua città natale allorchè aveva 13 anni, per trasferirsi alla IMG Academy in Florida, dai cui esponenti era stato notato, ed invitato, mentre giocava un torneo under-14 a Mosca. E dopo il trasferimento in Florida, sono passati due anni prima che Miomir potesse rivedere i suoi genitori (entrambi medici) di nuovo. “E’ stato strano all’inizio…andare via di casa, e lasciare tutto, letteralmente tutto, quello che avevo lì, inclusi i miei genitori. Ma sapevo che dovevo farlo, perchè se fossi rimasto in Serbia non avrei avuto le stesse possibilità di allenarmi e crescere come tennista, che ho avuto in Florida. Se non fossi partito, non sarei qui oggi”. Tre volte semifinalista Slam a livello junior, ha già vinto due tornei Challenger in carriera e, prima di Indian Wells, registrava una sola vittoria a livello ATP World Tour.

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Il suo idolo, manco a dirlo, è Novak Djokovic. Miomir aveva solo 10 anni quando Nole vinse con la nazionale serba la Coppa Davis, ed era in tribuna ad assistere a quell’incontro. Ora i due connazionali si allenano anche assieme di tanto in tanto. E Djokovic è stato contento di poter dare alcuni consigli a colui che, seriamente parlando, potrebbe in futuro ereditare lo scettro di tennista serbo n.1 dal 32enne 17 volte vincitore Slam. “Ci sono delle volte in cui non ti va di fare niente. Delle volte in cui vorresti non allenarti, o addirittura smettere di giocare” dichiara Kecmanovic, che però sembra aver ascoltato le parole di Djokovic. “E invece no, devi continuare, ed insistere sempre di più per spingerti oltre i tuoi limiti. Le sue parole mi hanno di certo aiutato molto”. I risultati, uniti anche ad una buona dose di fortuna (a volte ci vuole anche quella), sembrano dargli ragione.

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