1972 – La Coppa Davis torna in Europa… ma non ci rimane!

di Andrea Cherchi

Mentre cresce l’attesa per la finale fra Francia e Svizzera, raccontiamo un’altra storica finale, quella del 1972. Sino al 1971 nella Coppa Davis vigeva la regola del Challenge Round: la squadra detentrice del titolo (che dal 1937 in poi non era mai stata diversa da U.S.A. e Australia) aspettava in finale, a casa propria, la vincitrice della competizione vera e propria, strutturata su dei tabelloni divisi per zone geografiche i cui vincitori confluivano in tabelloni inter-zona ed infine in una finale che designava il team che avrebbe appunto affrontato la squadra campione nel Challenge Round.

La finale del 1971, vinta con qualche piccola difficoltà dagli U.S.A. a Charlotte sulla Romania, fu quindi l’ultima a disputarsi con quell’ormai anacronistica formula. Nell’ottobre del 1972 finalmente la finale di Coppa Davis tornò in Europa, dove mancava addirittura dal 1937, da quando cioè gli U.S.A. di Don Budge strapparono la coppa ai britannici sull’erba di Wimbledon, e precisamente a Bucarest dove la Romania di Ilie Nastase, fresco campione degli US Open, e Ion Tiriac avrebbe atteso, con un lieve vantaggio nei pronostici, gli U.S.A. di Stan Smith, campione in carica di Wimbledon (proprio su Nastase), per un’attesissima rivincita del match di Charlotte.

Tutta la Romania era in fermento per l’evento, Ceausescu gonfio d’orgoglio e nazionalismo spronava la sua squadra ed il clima si annunciava rovente per gli americani, che manifestarono apertamente la propria preoccupazione per le difficoltà dell’incontro, sia sotto l’aspetto tecnico che, soprattutto, sotto quello ambientale. Quella fra U.S.A. e Romania stava diventando una sorta di “classica” poichè, oltre alla già menzionata finale di Charlotte del ’71, anche il Challenge Round del 1969 si disputò fra le due nazioni: quella volta, a Cleveland, nonsotante dei match equilibrati, gli staunitensi (Ashe, Smith e Lutz) si imposero con un netto 5-0.

Sui campi in terra del Club Sportiv Progresul, il 13 ottobre 1972 si giocò il match di apertura fra Ilie Nastase e Stan Smith, in quel momento probabilmente i due più forti giocatori del mondo: in un clima tremendo, con dei giudici di linea clamorosamente parziali (qualcuno la definì “una sagra del furto”) ed un pubblico ben oltre il limite della maleducazione e dell’antisportività, Smith portò a termine un piccolo capolavoro: riuscì a rimanere impermeabile a tutto, isolandosi e riuscendo a domare in tre soli set (11-9 6-2 6-3) un avversario fortissimo, in una situazione ai limiti della sopportabilità.

Fu invece Nastase a non reggere il peso della responsabilità: nel momento in cui ottenne il primo break del match, sul 8-8 del primo set, ebbe un vero e proprio crollo psicofisico, dal quale non fu più capace di risollevarsi. Per i rumeni tutto sembrava perduto, visto che contavano proprio sui due punti di Nastase e sul doppio, ma fu invece il vecchio Ion Tiriac, giocatore tutt’altro che eccelso, a trovare la zampata giusta per riportare, con un consistente aiuto del pubblico e dei sempre più faziosi giudici di linea, il match in equilibrio: rimontò l’americano Tom Gorman, buon giocatore compreso fra i primi 10 del mondo, sconfiggendolo per 4-6 2-6 6-4 6-3 6-2.

A questo punto la bilancia sembrava pendere decisamente dalla parte della Romania: nella finale dell’anno prima a Charlotte il pur buon doppio americano, Smith-Van Dillen, fu infatti battuto in tre netti set da Nastase e Tiriac; sarebbe quindi bastato ripetere quel risultato fra le mura amiche e abbinargli la “scontata” vittoria di Ilie su Gorman per portare a casa l’agognata insalatiera.

Ma sabato 14 ottobre accadde l’imponderabile: sotto gli occhi di un furioso ed avvilito Ion Tiriac, il grande Nastase giocò uno dei match più disastrosi della sua carriera. Sbagliò di tutto, in modo sistematico, senza mai riuscire ad entrare in partita, mostrando un nervosismo ed una tensione che lo resero confuso e inoffensivo: il punteggio finale fu terrificante per i due rumeni, sconfitti per 6-2 6-0 6-3.

Un Tiriac ormai 33enne tentò un ultimo colpo di coda e, sempre trascinato dal pubblico e dagli ineffabili giudici di linea, gettò tutto sé stesso nel primo match della domenica, portando al quinto set Stan Smith: a quel punto si rese però conto di aver semplicemente finito la benzina…né il pubblico né i giudici poterono aiutarlo, il quinto set si trasformò in una sorta di mattanza ed il risultato fu un rapido 6-0 (finale per Smith, 4-6 6-2 6-4 2-6 6-0).

L’inutile successo di Nastase su Gorman fissò il punteggio sul 3-2 per gli U.S.A. ma non mitigò la terribile delusione del popolo rumeno, il quale, non volendo credere alla vulnerabilità del proprio idolo, preferì credere alla voce secondo cui Ilie avrebbe “venduto” le sue sconfitte in cambio dei dollari americani! Fu così che si concluse la terza e finora ultima occasione per la Romania di conquistare una storica Coppa Davis.

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