Conferme e sorprese: il meglio (e il peggio) del Wta a Roma

In un’edizione alquanto anomala, che ha visto l’eliminazione nei primi turni delle favorite al titolo, tra cui Elina Svitolina e Simona Halep, non sono mancate le sorprese, tra cui Maria Sakkari e la giovane Marketa Vondrousova, oltre allo strano caso di Johanna Konta.

Non si può dire che sia stata un’edizione che ha seguito i pronostici, anzi, è stata probabilmente la finale più inaspettata degli ultimi anni, con la ex numero 1 Karolina Pliskova, per la prima volta in finale al Foro Italico, che ha sconfitto la britannica Johanna Konta, semifinalista a Wimbledon qualche anno fa con un passato da numero 4 del mondo. La vera sorpresa è che nessuna delle due ha mai brillato su terra, soprattutto outdoor, anche se Pliskova ha mostrato grandi passi in avanti nelle scorse stagioni. Ma se una finale così anomala ha potuto prender vita è (anche) a causa di chi di solito giunge all’atto conclusivo; Simona Halep, finalista sia nel 2017 che nel 2018, è uscita all’esordio, seguendo la scia di Elina Svitolina, vincitrice negli ultimi due anni. A completare il quadro c’è stato il ritiro di Serena Williams, quello di Naomi Osaka, le premature uscite di Petra Kvitova e Sloane Stephens, e per finire l’uscita a sorpresa di Kiki Bertens contro Johanna Konta. Altissimo tra l’altro il numero di ritiri, ben 8 a torneo iniziato più quello di Vekic, arrivato poco prima. Ed è in questa confusione generale che si sono messe in luce alcune giocatrici, giovani sorprese o grandi ritorni, che hanno saputo sfruttare al meglio il tabellone per mettere in cascina punti pesanti e fare un’iniezione di fiducia prima del Roland Garros.

Simona Halep

La più grande sorpresa è stata senza dubbio Johanna Konta; il suo torneo è iniziato con una vittoria su Alison Riske, ma è stato il grande match di secondo turno a far capire che la britannica era in ottimo stato di forma, con la rimonta ai danni di Sloane Stephens. Il forfait di Serena Williams ha fatto si che ci fosse Venus al terzo turno, ma limitata da problemi fisici, così Konta si ritrova nei quarti di finale a sfidare un’altra grande sorpresa, Marketa Vondrousova. La classe 1999 ceca ha vinto tre maratone consecutive, rimontando prima la connazionale Strycova e poi la campionessa in carica del Roland Garros Halep, con la rumena che avrà sognato i dropshot della mancina di Sokolov anche di notte, e poi battendo 6-2 al terzo set una Daria Kasatkina in lenta ripresa dopo un avvio di stagione a dir poco complicato. Ed è così che si allinea un quarto di finale per nulla atteso, anche per questioni di ranking, con Konta che prevale in tre set e conquista un posto in semifinale, lei che a Roma non si era mai spinta oltre al terzo turno. In semifinale trova la giocatrici più in forma del momento, fresca campionessa a Madrid, Kiki Bertens, che arriva con tutti i favori del pronostico e riposata, avendo usufruito del ritiro di Naomi Osaka nella giornata precedente. L’olandese fa suo il primo set, ma Konta in qualche modo riesce a far girare il match e in poco meno di 3 ore strappa il pass per la finale, la seconda su terra nel giro di poche settimane dopo quella persa da Sakkari a Rabat. Nulla da fare in finale contro Karolina Pliskova, ma potrebbe essere l’inizio del ritorno di Konta a livelli che le competono, e la stagione su erba, in casa, ci saprà dire di più.

Pliskova Roma

La più grande sorpresa della parte bassa di tabellone è sena dubbio Maria Sakkari, anche se la greca non è certo un volto nuovo nel circuito. La 23enne di Atene ha vinto da poco il suo primo titolo a Rabat e già lo scorso anno era stata protagonista a Roma per motivi non solo tennistici. Durante il match di secondo turno contro Karolina Pliskova, poi vinto dalla greca, un madornale errore della giudice di sedia scatenò l’ira della ceca, che a fine incontro prenderà a racchettate la sedia dell’arbitro. Sembrava difficile un rematch tra le due, e invece Sakkari, partita dalle qualificazioni, si è fatta largo nel tabellone principale fino alle semifinali. Esordio con Pavlyuchenkova, una grande vittoria ai danni di Kontaveit, semifinalista qui 12 mesi fa, e il trionfo su Petra Kvitova, costretta al ritiro sotto 4-0 nel terzo set hanno portato la greca ai quarti di finale. Sfida piuttosto inattesa quella con Kristina Mladenovic, ex top10 e ora sotto la sapiente guida di Sascha Bajin, che sembra aver impostato in modo ottimale il lavoro con la transalpina. Dopo aver lasciato 3 games a Garcia ha superato una delle giocatrici più in forma del 2019, Belinda Bencic, e ha replicato con la campionessa di Miami Ashleigh Barty. Contro Sakkari conquista anche il primo set, salvo crollare alla distanza, ma sembra che rivedremo preso Kiki protagonista, magari già nel torneo di casa, il Roland Garros. Maria Sakkari si ferma poi al turno successivo, ma anche per lei vale un discorso simile, con il resto della stagione per confermare i progressi mostrati.

Sembra sempre più vicina al ritorno anche Victoria Azarenka, che oltre al riprendere massa muscolare sembra ritrovare anche i ritmi del suo tennis, potente e ordinato. Dopo una facile vittoria su Zhang si regala il successo sulla campionessa in carica Svitolina, seguito da quello sulla ex numero 1 e campionessa Slam Muguruza, costretta al ritiro quando già sotto di un set e di un break. La bielorussa si concede anche di strappare un set alla futura vincitrice del torneo Karolina Pliskova, prima di subire il ritorno della ora numero 2 del mondo ceca. Il ranking sta lentamente migliorando, se dovesse arrivare agli Us Open da testa di serie ci sarà da divertirsi. Nota positiva anche per la statunitense Sofia Kenin, giunta al terzo turno dopo aver superato Paolini e soprattutto Madison Keys, campionessa di Charleston e finalista qui a Roma 3 anni fa.

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