Toni Nadal : “Nel 2012 Rafa non riusciva a salire le scale”. Rafa: “Io portabandiera? Magari!”

Anche Toni Nadal è intervenuto per difendere il nipote dalle accuse di doping degli ultimi giorni. Rafael: "Non voglio scatenare una guerra tra Francia e Spagna". E intanto Albert Costa sta per volare a Miami per sostenere il maiorchino di persona...

Intervenuto all’Adecco Campus presso l’Università di Madrid, Toni Nadal ha colto l’occasione per difendere il nipote dalle accuse degli ultimi giorni.

“Nel 2012 Rafa non riusciva a salire le scale”, ha detto riferendosi a chi ha dubitato dei lunghi periodi di stop del nipote. “Non puoi dipendere da ciò che dice una persona o l’altra. Ciò che ha detto Bachelot dà un’immagine molto negativa a lei e al governo Sarkozy. E’ stata immersa nel mondo dello sport e sembra che non conosca i controlli che effettuano i giocatori e che l’ATP e l’ITF abbiano una gestione spasmodica di questo, ha imparato molto poco“.

Nonostante le accuse arrivate dalla Francia, dove Rafa ha trionfato 9 volte al Roland Garros, Toni pensa che non influenzeranno l’autostima del nipote, spiegando che “colpiscono solo la sua immagine”.

Toni Nadal si dice anche fiducioso sul futuro di Rafa nonostante i risultati non confortanti dell’ultimo periodo.

Sono molto soddisfatto di quello ottenuto lo scorso anno. Facciamo quello che possiamo, vedo tante persone al numero 5-6 della classifica ritirarsi, Rafa mantiene alta la fiducia nel vincere ancora”.

Toni capisce anche che il livello di Rafa è più basso rispetto al suo standard. “Ognuno passa attraverso tempi buoni o cattivi, fa parte del gioco, ma con il duro lavoro e la riflessione si può uscire dalla crisi. Non si può pretendere che qualcuno con una bacchetta risolva i problemi. Anche un fenomeno come Leo Messi, che ha avuto un anno negativo dove non ha potuto vincere il Mondiale, o Roger Federer. Tutto questo è la legge della vita, ma con lavoro e riflessione si può risalire dalla buca. Da qui non posso sperare che scendano gli dei che mi aiutino e che venga qualcuno con una bacchetta magica”.

Toni ha infine spiegato il lavoro che sta portando avanti con il nipote per renderlo competitivo: “Abbiamo dovuto cambiare strategia, migliorare il servizio è stato fondamentale. Con i punti più corti i primi colpi son fondamentali”.

Durante la conferenza stampa di ieri, anche Rafael è tornato sull’argomento, spiegando che – nella sua dura reazione all’ex ministro Bachelot – non intende creare tensioni o ‘incidenti diplomatici’:

“Non intendo scatenare una guerra tra Spagna e Francia a causa di queste parole inadeguate da parte di una donna.  Io amo profondamente la Francia, amo il Paese dove ho avuto maggior successo nella carriera. Mi hanno sempre trattato molto bene. Non andremo certo contro un Paese che mi ha trattato bene per una persona che ha fatto dichiarazioni inammissibili”.

Rafael ha poi commentato le parole di Alejandro Blanco, presidente del Comitato Olimpico Spagnolo, che un mese fa aveva detto che Nadal meriterebbe di diventare portabandiera spagnolo a Rio 2016: “Sono grato per le parole di Alejandro”, ha detto. “Se sarò portabandiera, ne sarò contento. Non esserlo stato a Londra nel 2012 è stato difficile per me. Mi piacerebbe essere portabandiera, ma capisco che ci sono molti altri sportivi che lo meritano quanto me se non di più. Sarò d’accordo con qualunque loro decisione. E se mi scelgono, sarò contento di rappresentare la Spagna da portabandiera”.

Nel frattempo Albert Costa, ex tennista e ora direttore dell’Atp 500 di Barcellona, ha dichiarato che sarà presente al Master 1000 di Miami la settimana prossima per stare vicino a Nadal in questo momento particolare. “E’ uno sportivo pulito che rappresenta tutti i valori che si possono attribuire ai grandi campioni”, ha commentato l’ex capitano del team spagnolo di Coppa Davis.

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