A Gabriela Sabatini il Philippe Chatrier Award

Gabriela Sabatini riceverà il prossimo 4 giugno il Philippe Chatrier Award. Si tratta del più importante riconoscimento dell'ITF, che premierà a Parigi la ex tennista argentina per quanto fatto in carriera e per l'impegno sociale sul fronte della solidarietà.

Prestigioso premio per Gabriela Sabatini: il prossimo 4 Giugno la ex tennista argentina, ritirerà a Parigi il Philippe Chatrier Award. Si tratta di un riconoscimento che viene assegnato dall’ITF per i meriti sportivi e non solo. Il Philippe Chatrier Award è anche e soprattutto un tributo alla grandezza dentro e fuori dal campo. Gabrielita, ex numero 3 del mondo, campionessa agli Us Open 1990 e medaglia d’argento alle Olimpiadi di Seoul del 1988, è da tantissimi anni molto attiva sul fronte della solidarietà. L’impegno sociale della Sabatini, che è testimonial dell’Unicef e dell’Unesco, è focalizzato sullo sport come opportunità per tutti i bambini. Quarantanove anni da compiere il prossimo 16 maggio, amatissima dal pubblico del Foro Italico, Gabriela Sabatini si è ritirata nel 1996 con una bacheca di tutto prestigio: 27 titoli in singolare e 14 in doppio ed è entrata ufficialmente tra le leggende del tennis nel 2006, anno dell’inserimento nell’International Tennis Hall of Fame. “E’ un grande onore ricevere il Philippe Chatrier Award. A rendere tutto molto speciale per me il fatto che la cerimonia si terrà a Parigi. Una città a me molto cara e nella quale ho amato tanto giocare”, ha detto Gabriela Sabatini. Parole di elogio nei confronti della ex giocatrice argentina sono arrivate dal presidente dell’ITF, David Haggerty: “Il Consiglio di Amministrazione dell’International Tennis Federation è lieto di assegnare a Gabriela il proprio riconoscimento più prestigioso. E’ il premio a una grande campionessa e a un modello di ispirazione. Ha dato tanto al tennis, prima da giocatrice, poi con il contributo attivo alle iniziative di tante organizzazioni benefiche a sostegno dei bambini”.

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  1. L’hanno ingiustamente chiamata “la bella perdente”.Beh, forse la sua dolcezza che tanto incantava il Foro Italico, le impedì di sviluppare quell’istinct killer tanto importante per vincere. Ma definirla “perdente” mi sembra irriguardoso verso una delle campionesse tecnicamente più talentuose e complete della storia del tennis, “colpevole” anche di essere stata (ovviamente sportivamente parlando), un po’sfortunata, avendo vissuto il momento migliore della sua carriera in un periodo in cui si erano affacciate due extraterrestri del calibro della Graf prima e della Seles poi, che per contenere doparsi non sarebbe servito, ragion per cui la pur fortissima Gabriela non potè fare altro che il terzo incomodo, pronta ad approfittare di qualcuno dei rarissimi passaggi a vuoto delle sue furiose contendenti. Altro motivo di “sfortuna” era di natura tecnica: se fino a qualche anno prima, avere una debole prima palla di servizio (unico neo della Sabatini, che per il resto aveva in bacheca qualsiasi colpo sia difensivo che offensivo) non costituiva un grave problema per il tennis femminile, proprio in quegli anni stavano nascendo le ribattitrici, le giocatrici che facevano il loro punto di forza proprio nella risposta al servizio, creando quindi difficoltà a Gabriela. Restano di lei l’eleganza e la grazia dentro e fuori dal campo, che l’hanno resa un’icona malgrado abbia vinto meno delle aspettative. La sua bacheca conta però 27 trofei: ecco perché tutto si può dire fuorché sia stata una perdente.

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