Errani: “Non so se avrò la forza di giocare ancora”

Sara Errani è stata condannata dal TAS di Losanna a scontare altri 8 mesi di squalifica per la vicenda del letrazolo e non potrà dunque tornare in campo fino al prossimo febbraio. Ma il pesante sfogo che la bolognese ha lanciato su twitter lascia purtroppo molti dubbi sul suo reale futuro nel tennis.

Sono davvero nauseata da questa vicenda. Non credo sia mai successa una cosa del genere, gestita in questo modo a mio giudizio vergognoso. Sono sette mesi che vivo pensando ed aspettando la sentenza definitiva. Per otto volte mi hanno comunicato una data limite di uscita per poi rinviarla. Otto volte! Senza mai darmi la possibilità di vivere e di giocare con la serenità necessaria per questo sport. Questo aumento di squalifica di otto mesi lo trovo una vergogna.

Non ho mai assunto nessuna sostanza dopante in tutta la mia vita, amo troppo questo sport per fare una cosa del genere. Ho sempre cercato di essere un buon esempio, sia dentro che fuori dal campo. Ho vestito e cercato di onorare sempre la maglia azzurra dando tutta me stessa in qualsiasi momento, anche quando lasciare sarebbe stata la cosa più logica e più semplice. Ho dato la mia vita a questo sport e non penso di meritarmi tutto questo.

Mi sento impotente davanti a un’ingiustizia così grande.

Il TAS ha confermato, per la seconda volta che si è trattato di un’assunzione involontaria, e per di più di una sostanza che non migliora le prestazioni atletico-sportive. Dopo aver già scontato sette mesi tra risultati tolti e periodo di inattività, ed essere ripartita da un ranking di 280, mi aggiungono ora, che ho rialzato sportivamente la testa, altri otto mesi di squalifica. Tutto questo è assurdo!

Trovo, in tutta questa vicenda, una profonda ingiustizia e la voglio gridare a testa alta, perché so di non aver più niente da rimproverarmi. Non so se avrò la forza e la voglia di rigiocare a tennis dopo tutto questo.

Questo il messaggio lanciato da Sara Errani sulla sua pagina Twitter. Uno sfogo pesante, una lettera a cuore aperto dettata dalla profonda frustrazione e dal senso di impotenza provati di fronte ad una sentenza che calpesta la dignità di chi sente di aver sempre dato tutto verso il proprio sport.

Sara dovrà dunque stare lontana dai campi da tennis altri 8 mesi, vale a dire fino all’8 febbraio 2019. Questa è stata la sentenza del Tribunale arbitrale dello sport (Tas) che, dopo il ricorso dell’Agenzia italiana antidoping (Nado), ha modificato la pena inflitta lo scorso agosto, a causa della positività al letrazolo, portando la squalifica da 2 a 10 mesi.

0 comments
    1. Vergognoso è arrampicarsi sugli specchi per difendere l’indifendibile: ha fatto un errore, è giusto che paghi e poi potrà tornare a giocare ( nel frattempo potrebbe allenare il servizio….)

  1. Errani dispiace della squalifica, vicenda poco chiara, comunque come vada, sei una buona giocatrice sia in singolo che in doppio, i periodi brutti passano, basta avere la voglia di continuare. Forza Sara.

  2. Lletrazolo o Letrozolo? Io prendo il letrozolo ! È’ praticamente chemio in pillole ! La devo prendere per 5 anni e ne sono passati 2 . Fa effetto di una droga ? Non mi pare proprio !

  3. Sono portata a credere alla buona fede della Errani. Mi domando se non ci sia la possibilità di un appello. Nessuna “giustizia” si può avvalere di un percorso che non garantisca un ricorso.

  4. Scusate può piacere o non può piacere Sara Errani, ma perché offendete una sportiva che ha dedicato la sua vita al tennis? Sacrifici tanto allenamento e tante soddisfazioni ha dato a l’ Italia, vi siete già dimenticati? Non sarà forte come tante giocatrici, ma questo non vi permette di offenderla, a me piace e quando una sportiva come Sara ci mette cuore, non può non essere apprezzata, siate educati e rispettosi per una che mette sempre tutta se stessa nel tennis, e poi informativi bene sul letrozolo, non ne aumenta le capacità, anzi il contrario, ne limita le prestazioni.Sempre con te Sara

  5. A mio avviso le hanno dato altri 8 mesi di squalifica per imparare il servizio! Il suo lancio di palla finiva tutte le volte in tribuna turbando la sensibilità di chi aveva pagato il biglietto

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