Time Violation: come cambiare la regola più criticata dai tennisti

Cinque anni fa venne introdotto il Time-Violotation, ovvero la regola più criticata dai tennisti. Ma viene davvero rispettata al meglio?

Serve o non serve la tanto chiacchierata regola del Time-Violation, che venne introdotta dall’ATP nel 2012, con lo scopo di accorciare la lunghezza dei Match. Cinque anni dopo possiamo tirare le somme di quanto sia servita realmente questa regola, profondamente criticata da una parte del circolo capitanata da Rafael Nadal.

LA REGOLA – Il Time-Violation come detto in precedenza venne introdotto nel 2012 dall’ATP dopo lo Us Open. Il senso di questa regola sarebbe quello di tentare di accorciare i Match perché come si nota spesso di come alcuni giocatori tendono a perdere tempo tra un punto e l’altro. Il massimo di secondi è stato fissato così a 25, che se superato ripetutamente avrebbe portato ad una penalità. Insieme a questa regola l’ATP decise di provare in via sperimentale l’abolizione del Net sul servizio, ma questa idea non andò a buon fine già che cinque anni dopo il net viene ancora regolarmente chiamato.

CONTROVERSIE – La regola del Time-Violation è una delle più criticate nel mondo del tennis. Di recente ha subito duri attacchi da parte di due dei migliori tennisti del mondo ovvero Rafa Nadal e Andy Murray. Lo spagnolo ha da subito iniziato una crociata contro questa regola, di cui lui è il giocatore che fa più fatica a rispettare e che lo ha portato a dichiarare recentemente, “Non siamo macchine, basta pressione”. La Controversia N.1 è il fatto però che non sempre gli arbitri fanno rispettare questa regola e quindi si arriva a casi assurdi come quello di Nadal che nel 2014 chiese e ottenne dall’ATP il permesso di non farsi più arbitrare dal giudice di sedia brasiliano Carlos Bernardes, il motivo si poteva trovare nella semifinale del torneo di Rio, dove il giudice di sedia chiamó ripetutamente il Time-Violotaion allo spagnolo.

TIRANDO LE SOMME – Arrivando alle conclusione la regola del Time-Violation serve al tennis, perché in certi casi i tempi tra un punto e l’altro diventano esagerati. Ma come fare a fermare i casi di arbitri troppo buoni che per evitare problemi con i giocatori non chiamano la violazione? Semplice, posizionando in campo un orologio che alla fine di ogni punto fa partire un timer di 25 secondi, come verrà Così sarebbe più facile per tutti, ma si sa che spesso le

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