In difesa di Caroline Wozniacki

Recentemente la numero 5 del mondo Caroline Wozniacki ha posato in costume da bagno per Sports Illustrated, andando ad affiancare il proprio nome a quelli di tenniste come Steffi Graf e Serena Williams.

Recentemente la numero 5 del mondo Caroline Wozniacki ha posato in costume da bagno per Sports Illustrated, andando ad affiancare il proprio nome a quelli di tenniste come Steffi Graf e Serena Williams.
Il caso in questione ha attirato l’attenzione di moltissime giornaliste (il femminile non è casuale) e francamente non ne capisco il motivo, non essendo la prima volta che un’atleta posa in bikini per qualche giornale sportivo. Tuttavia, da che mondo è mondo, la bellezza femminile, specie se immortalata in tutta la sua avvenenza su una spiaggia, può suscitare ancora abbastanza interesse da parte di un vasto pubblico.

Un caso analogo fu quello della collega Agnieszka Radwanska, che posò senza veli per ESPN. La tennista polacca osò decisamente di più di Caroline ma ciò non toglie che anche in quella circostanza non tardarono a comparire sul web commenti denigratori. Conosciamo benissimo le solite accuse, quasi fossero dischi rotti, che ormai senza un motivo, senza un pensiero a sorreggerle, continuano senza sosta a imbrattare i rotocalchi di troppe testate giornalistiche.

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Per Wozniacki ha speso due parole Marina Hyde, giornalista di The Guardian, ponendo l’accento sulle figure di modella e di atleta e di come spesso si mischino in un tutt’uno. Hyde critica abbastanza apertamente la tennista danese e, più in generale, colpevolizza la società che pone questi sportivi nelle circostanze di apparire in determinati modi per “piacere” e per “vendere”. Non viene risparmiato neanche il sesso maschile e la giornalista, prendendo ad esempio David Beckham e Cristiano Ronaldo, si definisce amareggiata quando un atleta si debba ridurre così per avere successo.

Per quanto mi riguarda, trovo irritante che un giornale come The Guardian approvi un articolo del genere. A me non piace vedere chissà che dietrologie e analisi sociali alla base di uno scatto fotografico, per quanto sensuale possa essere. Anzi, trovo piacevole che una personalità dello sport, sia essa maschile o femminile, non avvezza a determinate opportunità, possa anche solo provare a sentirsi sexy e provocante, mostrandoci una sensualità nuova e non banale. Inoltre Marina Hyde tra tutte le parole che ha scritto, ha dimenticato la più importante: denaro.

Vittorio Orlini.

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