Guardando oltre la siepe: riflessioni sul panorama tennistico che verrà

“Golden age” del tennis; senza dubbio è questo l’appellativo più giusto per descrivere l’attuale era tennistica. Ma cosa accadrà quando , inevitabilmente, questa finirà?

Il momento storico che viviamo ha certamente in sé qualcosa di eccezionale. Raramente abbiamo visto contemporaneamente tanti campioni o “fenomeni” calcare un campo da tennis. Tanto più ciò è vero se prendiamo in esame tutte le categorie: maschile, femminile e doppi e questa convinzione è persino rafforzata se teniamo conto di una variabile importante : l’età anagrafica.
Decisamente non è uno sport per giovani , il nostro tennis oggi dominato dagli ultratrentenni . Serena, Roger, Venus , i fratelli Bryan e persino Rafa , prossimo ai trent’anni, lo confermano.
Ma, quanto durerà quest’era? E cosa vivremo subito dopo?
In effetti è lecito ipotizzare che Il 2016 potrebbe rappresentare il capolinea, o quanto meno un avvicinamento al terminal, per alcuni protagonisti; Roger e Serena in primis. Trentacinque anni per i due saranno un bagaglio davvero duro da portare , nonostante la meraviglia che ancora desta il vedere Roger sfidare il tempo e Super Nole ,spesso con successo. E’ Roger a resistere , ma fino a quando?
Su Serena, invece, i dubbi aleggiano e le ombre di una condizione fisica e mentale sempre più distante dal gioco sembrano allungarsi, inesorabili, già ora. A meno di provvidenziali , per l’americana, inversioni di rotta , i proclami di Gran Slam quale obiettivo prossimo per lei suonano più come dichiarazioni d’intenti che mete possibili. Più facile, e realistico, è immaginare che Serena eguagli o superi il record di Slam ancora appannaggio di Steffi Graf.
Analogo discorso è applicabile all’inossidabile coppia d’oro del doppio; i gemelloni americani si avviano ormai ai trentotto anni!
Dunque, il panorama sembra destinato a cambiare , in tempi non lunghi.
Cosa ci aspetta è , con ogni probabilità, il momento in cui Novak Djokovic si libererà dell’ingombrante ombra del carismatico ed amatissimo Roger. Il serbo , che ha reso la preparazione atletica nel tennis una scienza esatta, sembra aver accettato la realtà  che vede  il geniale campione svizzero albergare nei cuori degli appassionati molto più di quanto non vi alberghi lui.

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E Rafa Nadal ?
L’altro grande protagonista di una rivalità epica ha da dimostrare, già in questo 2016 , che è ancora un campione da Slam. Lontano da lui le ansie, le paure che ne hanno  frenato mente e corsa nella scorsa stagione, e non solo. Ma il tempo e l’usura data dal suo tennis incutono più di una preoccupazione.

Tuttavia,  a lui , a Murray e a Wawrinka, trentenne ma appena assurto al ruolo di grande protagonista Slam, spetta il compito di tenere vivo e interessante un circuito maschile che , altrimenti, rischierebbe di perdere il suo fortissimo appeal e, soprattutto, i faraonici investimenti che hanno reso il tennis maschile popolare oltre ogni misura, anche pagando talvolta dazio con una certa “arrendevolezza” agli interessi e ai tempi televisivi.

murray wawrinka 1
Al ruolo di comprimari di lusso sono chiamati, al tempo stesso, tanti altri ottimi giocatori , giovani e meno giovani, che stanno alzando il loro livello di gioco grazie al confronto, spesso impari ma sempre produttivo, con veri e propri “fenomeni”. Fenomeni che possono sempre incappare in qualche scivolone, qui e lì , che renderebbe il panorama ancor più interessante.

serena vika maria
Molto più magmatica sembra essere la situazione sul versante femminile. Il dopo-Serena non sembra destinato a vedere una regina assisa sul trono e dominante, come Serena lo è stata negli ultimi anni.
Maria Sharapova , ventotto anni il prossimo Aprile, è tennisticamente non più giovane. Il suo corpo ha iniziato già da tempo a lanciare campanelli d’allarme. A chi allora affidarsi per un ricambio generazionale che risulta molto articolato?
Da Petra Kvitova a Simona Halep, fino a Victoria Azarenka o alle giovani Muguruza e Bencic, tutte sembrano destinate a partecipare ad una corsa che, con alte probabilità, non vedrà una vincitrice tanto solida da durare nel tempo.

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Eppure, è proprio nel tennis in rosa che si intravedono i più grandi margini di crescita.
Così, se la possanza fisica è a prima vista requisito indispensabile per poter tentare la scalata ai piani alti del ranking, tanto più importante sembra essere il possedere doti tecniche , tattiche e mentali che riescano ad imporsi sulla pura prestanza , come ha recentemente dimostrato l’imperioso ritorno al successo di Victoria Azarenka . Ad oggi , la bielorussa sembra la più autorevole candidata a contendere a Serena il primato di migliore della classe per quest’anno, al di là dell’aritmetica che governa il ranking; ed è sempre lei, per esperienza e solidità complessiva, la più accreditata nell’assicurarsi un ruolo di primo piano in un  tennis orfano della statunitense.

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Non resta,  quindi, che attendere l’evolversi degli eventi, certi che il tennis è più grande dei suoi campioni e mai dimenticando che l’imprevedibilità è l’elemento base di cui è impastato. L’imponderabile, spesso, lo governa; l’imponderabile infine lo rende lo sport più bello del mondo.

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